lunedì 21 luglio 2008

Lettera aperta

La notizia appresa il 14.07.2008 sulla Gazzetta del Sud riguardante la proposta avanzata dal Questore di Vibo Valentia, Dott. Filippo NICASTRO, avanzata in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza di eliminare la scorta all’ex capo della squadra mobile Rodolfo RUPERTI, o in subordine di una sua riduzione, se da una lato lascia sgomenta la cittadinanza che in questi giorni a voce alta e chiare lettere ha reclamato una maggiore attenzione da parte dello Stato nei confronti di chi giornalmente è chiamato a fronteggiare e combattere la criminalità presente nel nostro territorio, dall’altro fa registrare dei segnali davvero preoccupanti sul fronte della strategia che questo governo e gli organi rappresentativi locali hanno inteso ed intendono intraprendere nella lotta alla criminalità.
Sgomento e preoccupazione che, al di là di ogni intento polemico, necessitano di chiare, logiche ed univoche spiegazioni.
Chiediamo perciò a nome dell’intera cittadinanza un confronto con i soggetti istituzionali al fine di capire quali meccanismi sottendono alle scelte che hanno condotto alla riduzione della scorta alla Dottoressa MANZINI e alla eliminazione della scorta al Dottor Rodolfo RUPERTI.
Noi cittadini valutiamo i fatti sulla base dei parametri forniti da fonti istituzionali e dai mezzi di comunicazione infatti :
1. da un lato la relazione sulla ‘ndrangheta redatta dalla Commissione Parlamentare antimafia ci indica la ‘ndrangheta come “l’organizzazione più moderna, la più potente sul piano del traffico di cocaina… capace di procurarsi e procurare micidiali armi da guerra e di distruzione, la più stabilmente radicata nelle regioni del centro e del nord Italia oltre che in numerosi paesi stranieri”, descrive “la straordinaria capacità dei MANCUSO di infiltrarsi e condizionare la
Politica” e conferma l’esistenza di “un vero e proprio sistema di commistione tra esponenti politici, imprenditori e rappresentanti del clan MANCUSO” ;
2. dall’altro lato assistiamo giornalmente alla continua azione di delegittimazione delle figure dei testimoni di giustizia che anziché essere considerati dei “cittadini modello” vengono considerati “un peso” per l’intera comunità (eloquente è quanto riportato nella relazione sui testimoni di giustizia, sempre della Commissione Parlamentare antimafia);
3. dall’altro ancora si pongono i recenti provvedimenti assunti in evidente danno di coloro che hanno combattuto in prima linea mettendo in ginocchio proprio il potente clan MANCUSO.
Da tali considerazioni noi non possiamo che trarre la logica conseguenza di una resa incondizionata da parte dello Stato poiché siamo convinti che lo Stato ora più che mai, qui in Calabria a Vibo Valentia, deve investire in intelligence, in mezzi adeguati per la polizia, nella magistratura e nella giustizia in genere se vuole adottare una strategia tesa a sconfiggere quella ‘ndrangheta che fa paura persino ai sindaci del Nord Italia.
In verità tutti i giorni assistiamo passivi all’interminabile quanto mai lezioso dibattito politico in corso sulla sicurezza, ma facciamo veramente fatica a percepire la concreta volontà dello Stato di assumere iniziative a trecentosessanta gradi per riaffermare l’autorità delle istituzioni, per ottenere la liberazione di una imprenditoria dalle vessazioni del racket e dal pizzo, per la crescita della fiducia del cittadino nei confronti delle forze dell’ordine e della magistratura.
Noi cittadini dobbiamo sapere perché tali provvedimenti sono stati presi solo – o forse prima di altri - nei confronti di due soggetti istituzionali che hanno messo in ginocchio il più potente clan MANCUSO e tutti gli altri clan che attorno al clan egemone ruotano e che ad esso sono collegati direttamente nella sistematica spartizione del territorio.
I provvedimenti adottati nei confronti della Dottoressa MANZINI e del Dottor Rodolfo RUPERTI, la mancanza di tutela nei confronti di soggetti che denunciano a noi suonano come un avviso a stare in silenzio, a chiudere gli occhi e tapparsi le orecchie e a convincersi che qui, nella nostra provincia, nella nostra Regione e più estesamente, nel territorio nazionale la ‘ndrangheta non esiste, forse non è mai esistita, e i soggetti di cui sopra con le rispettive famiglie non corrono alcun rischio di vita.
Per i motivi sopra esposti legittimamente i sottoscrittori della presente ribadiscono la necessità e l’urgenza di un incontro-audizione sia a livello locale con il Prefetto S.E. Dottor SODANO, sia a livello centrale con i competenti Ministeri dell’Interno e della Giustizia.

FIRMATO

“Unità Comunista” VV (Associazione marxista di ricerca, cultura, iniziativa politica)

Movimento antimafie “AmmazzateciTutti”

CNA

Libera

1 commento:

Anonimo ha detto...

potreste togliere le nostre vignette dal vostro sito?
grazie