martedì 24 giugno 2008

Estratto dalla relazione della commissione parlamentare antimafia

http://mafiacrimes.forumfree.net/?t=29342599

Ecco come la 'ndrangheta controlla la Sanità vibonese!!! Finalmente un documento ufficiale del Parlamento dice chiaro e tondo, e documenta, quello che noi diciamo, e scriviamo, da tempo: Guardando l'intreccio tra degrado della Sanità pubblica e sistema di affari creato attorno alla Sanità privata [...] non si può tacere sulle gravi responsabilità della politica calabrese. [...] la Sanità privata è esclusivamente alimentata con soldi pubblici, e ciò a fronte di un sistema sanitario pubblico ridotto a brandelli da sprechi, clientele e spartizioni tra partiti che non riguardano solo gli organismi politici o di gestione, ma si estendono dal portantino al primario, mortificando la trasparenza e la qualità professionale degli operatori sanitari. Tutto in nome di uno scambio costruito sulla gestione dei fondi pubblici, finalizzato a creare un consenso clientelare che uccide il diritto di cittadini alla salute e alla vita. Il fatto che attualmente l'intera gestione del sistema sanitario calabrese sia commissariata non alleggerisce questa situazione, ma rende più drammatica intollerabile ed evidenzia il fallimento del susseguirsi di intere gestioni politiche. L'unica certezza è che a pagarne le spese sono solo i soggetti più deboli, sulla cui vita in Calabria si operano le peggiori speculazioni politiche affaristiche e mafiose.

sabato 21 giugno 2008

L'UE contro la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948

In seduta plenaria, via libera dell’Europarlamento alla nomina di Antonio Tajani come responsabile Ue per i Trasporti, che diventa anche vicepresidente dell’esecutivo Ue.
I deputati europei hanno dato anche il loro via libera alla nomina del francese Jacques Barrot come sostituto di Franco Frattini per il portafoglio Giustizia, Liberta’ e Sicurezza.
E’ stata approvata dal Parlamento europeo, con 369 sì, 197 no e 106 astenuti, la direttiva sui rimpatri degli extracomunitari clandestini, sarà consentito anche detenere i minori ed espellerli, anche se non accompagnati, e anche se nel paese di rimpatrio non vi sono ne’ la famiglia ne’ i tutori legali.
Non è più garantito il patrocinio legale gratuito, ma si rimanda la questione alla legislazione nazionale vigente.
Infine, il divieto di ritorno per cinque anni nei paesi dell’Ue da cui sono stati espulsi.
Alla faccia degli gli articoli 2, 3, 5, 6, 7, 8 e 9 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, nel 60esimo anno della sua approvazione e l’articolo 13 della Dichiarazione, in cui si afferma: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese”.
Per i sostenitori della direttiva, si tratta di un passo avanti, perchè stabilisce delle garanzie per le persone e delle norme armonizzate.

Cuba: rinascere; Italia: abiurare

di Ida Garberi

Non credo che avrò mai la possibilità di ringraziare Cuba ed il suo popolo come lo meritano per l’abbraccio grande e immenso che mi ha dato questo 1°maggio trascorso da alcune settimane.
Io vivo qui a L’Avana, da alcuni anni sono stata adottata da questo popolo caraibico che nell’occasione dell’ultima festa dei lavoratori ha dato una grande prova di coerenza e fedeltà alla sua Rivoluzione.

Ancora una volta ci ha stupiti, soprattutto noi europei che siamo quelli che pensiamo di poter conoscere tutto, di poter prevedere tutto.

Nonostante il comandante in capo abbia ceduto la presidenza a Raul e come dicono le male lingue straniere nessun giovane ha ricoperto degli incarichi importanti, il suo popolo ha dimostrato ancora una volta di essere profondamente fedele a quei valori profondi che la Rivoluzione ha seminato dal 1959.

E dire che non tutti i municipi erano stati convocati, solo quelli più vicini alla Piazza della Rivoluzione si pensava si muovessero per la manifestazione.
Però quando alle 6.00 del mattino arrivo nelle vicinanze di Viale Paseo il mio cuore sobbalza: un mare di magliette rosse e di bandiere cubane si stanno preparando per sfilare davanti alla tribuna, tante, tantissime, come sempre, come ogni anno da quel glorioso 1959.

Lo so che i controrivoluzionari ed i fascisti che leggeranno questa nota subito criticheranno il mio “stile di pancia”, ma in questo caso è più che doveroso: quella mattina il mio cuore batteva molto forte ed emozionato.

Solo una cosa offuscava questa stupenda mattinata: pensare che nel mio paese, in Italia certamente non sarebbe successo lo stesso, adesso che è stato eletto un governo di destra.
Non posso capire come i miei connazionali abbiamo potuto retrocedere a prima del 1946, a prima della Repubblica, all’epoca di Mussolini!!!
Ma la Costituzione italiana parla chiaro, il partito fascista è vietato per legge…..e che cosa è allora un governo segregazionista che subito ha approvato una legge assurda e razzista contro gli immigranti?

Però mi riprendo subito, grazie all’allegria che si muove intorno a me ed appena termina l’inno nazionale cubano incomincio a sfilare con il Comitato Internazionale di Liberazione per i Cinque cubani di cui sono un membro.
Il bello di Cuba è che oltre ad essere una grande mescolanza di razze dalle sue origini, tutt’ora è una bella isola dove molti stranieri vengono accolti per studiare e perché possano poi portare nei loro paesi di origine nuovi concetti solidari e progressisti, senza che le materie di studio siano viste solo come un mezzo per produrre denaro.

Qui a Cuba è famosa la Scuola Latinoamericana di Medicina (ELAM), dove ragazzi di più di trenta paesi diversi studiano insieme per poter essere dei pellegrini che dimostreranno che è possibile cambiare il paradigma per esercitare la medicina.

Nel senso che lo schema di una medicina privata e mercantile può essere sostituito da una medicina sociale, comunitaria, integrale e preventiva da portare fino agli angoli più poveri del mondo.

E non solo la medicina, ad esempio camminando tra la folla della manifestazione, dove è così facile fare amicizia, conosco due giovani statunitensi di 24 e 25 anni che stanno studiando nella città di Villa Clara “Agricoltura Sostenibile”.

Sono due ragazzi molto ottimisti e pieni di speranze, entrambe sono laureati in Studio Ambientale e sono venuti a Cuba per poter dedicarsi ad un master sull’agricoltura biologica e nel rispetto dell’ambiente.

John e Nick vengono dal Veermont, sono entrambe progressisti, anche se le loro storie sono diverse.

John viene da una famiglia militante di sinistra, ha respirato ed ascoltato fin da piccolo tutte le conquiste della Rivoluzione Cubana ed alla stessa famiglia non è sembrato per niente strano che abbia voluto trasferirsi sull’isola, per poter apprendere tutte quelle nozioni che servono per lavorare con un alto livello professionale e proteggere il pianeta allo stesso tempo. E tutto questo è impossibile nel gigante nordamericano.

Il suo entusiasmo ha “travolto” Nick, che invece proviene da una famiglia progressista, che però ha visto con paura la decisione di burlarsi del bloqueo da parte del figlio.

Non hanno potuto fermare Nick dopo la sua esperienza di aiuto ai disastrati dell’uragano Katrina, quando a New Orleans con la Croce Rossa pensava di poter restituire un po’ di sollievo alla popolazione afro-americana e si è trovato a dover lottare contro la Guardia Nazionale, che perseguitava gli alluvionati.

Addirittura, lo stato nordamericano manteneva questa gente come se fosse stata sequestrata, perché i bianchi della città non volevano vedere camminare nella loro zona i disastrati, assolutamente insensibili alla loro tragedia.

E’ stato qui che Nick ha capito di come il popolo nordamericano viene ingannato, di come la classe dirigente manipola l’informazione a suo piacimento ed allora ha voluto venire a Cuba per sapere, per vedere con i suoi occhi chi stava raccontando grosse bugie.

Inoltre, qui può soddisfare il suo bisogno di essere utile, per creare un mondo migliore e meno inquinato, poter studiare per cercare di non portare alla distruzione la specie umana, e vivere in armonia con l’ambiente.

Chiedo ai due ragazzi se non hanno paura delle possibili rappresaglie del loro stato se scopre che stanno studiando qui e con un grande sorriso e segnando il manifesto che sto sostenendo con l’effige dei Cinque cubani mi rispondono che “pensando a quello che stanno vivendo loro nelle carceri e la sofferenza dei loro famigliari si vince qualsiasi paura”.

Ancora una volta in questa sfilata mi hanno toccato il cuore, hanno messo sul mio volto un dolce sorriso e una grande voglia di vivere, perché so che questi due giovani americani apporteranno il loro granello di sabbia perché un mondo migliore sia possibile.

Non posso certo dire lo stesso pensando al triste e macabro esempio che il mio paese ha dato nella notte tra il 30 aprile e il 1°maggio, infatti leggerò in internet alcuni giorni dopo del pestaggio del povero Nicola Tommasoli, di 29 anni, deceduto in seguito delle percosse di un gruppo di naziskin, tutti tra i 19 e vent’anni.

Certo, non si può negare una sigaretta se chi la pretende è seguace del modello di due borghesi fascisti e assassini di Verona del gruppo Ludwig, che rivendicavano i loro delitti scrivendo “la nostra fede è nazismo, la nostra democrazia è sterminio”.

Ma la cosa più preoccupante è che la vicenda è continuata con la fuga all’estero di due dei colpevoli, poi per fortuna arrestati, che sono stato aiutati nella fuga da un militante di Forza Nuova e che è membro della Commissione Politiche giovanili della circoscrizione nientemeno che della Lega Nord.
Questo partito ha vinto le amministrative con il 61% nominando sindaco Flavio Tosi, l’uomo che si è battuto per gli arresti domiciliari di questi cinque assassini.

E come possiamo pensare che questi messaggi allarmanti di violenza così fredda possano servire da spunto per crescere e costruire?

Come possiamo accettare che i due veronesi neonazisti di Ludwig, condannati a 27 anni uno ed ad “una pena accessoria” da svolgere in una casa di lavoro l’altro, siano già agli arresti domiciliari trascorsi meno di 12 anni dalla condanna?

Ma cosa sta succedendo in Italia?
E’ come se all’interno del cuore della vecchia Europa non si possa accettare che l’epoca del capitalismo è fallita, che bisogna saper voltare pagina e parlare di accettazione ed integrazione di questo mondo dai colori variopinti di diverse popolazioni, non di paura del diverso e di protezione dal non europeo.

Il problema di questo nuovo fascismo occulto che sta penetrando nella cultura italiana è che sta spogliando i miei conterranei di tutta la nostra cultura senza che nessuno se ne stia rendendo conto, ubriachi di quello che i mezzi di comunicazione propinano quotidianamente.
Nessuno critica o cerca di approfondire, si accetta passivamente quello che i sei canali praticamente diretti dal nostro fiammante primo ministro vogliano farci credere.

Tristemente, Pier Paolo Pasolini, in un articolo sul Corriere della Sera già nel 1973 (.) ci metteva in guardia: “Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. Il fascismo proponeva un modello, reazionario e monumentale, che però restava lettera morta. Le varie culture particolari (contadine, sottoproletarie, operaie) continuavano imperturbabili a uniformarsi ai loro antichi modelli: la repressione si limitava ad ottenere la loro adesione a parole. Oggi, al contrario, l’adesione ai modelli imposti dal Centro, è tale e incondizionata. I modelli culturali reali sono rinnegati. L’abiura è compiuta. Si può dunque affermare che la “tolleranza” della ideologia edonistica voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni della storia umana”.

Continuava:
“Il Giovane Uomo e la Giovane Donna proposti e imposti dalla televisione sono due persone che avvalorano la vita solo attraverso i suoi Beni di consumo. Gli italiani hanno accettato con entusiasmo questo nuovo modello che la televisione impone loro secondo le norme della Produzione creatrice di benessere (o, meglio, di salvezza dalla miseria). Lo hanno accettato: ma sono davvero in grado di realizzarlo? No. O lo realizzano materialmente solo in parte, diventandone la caricatura, o non riescono a realizzarlo che in misura così minima da diventarne vittime. Frustrazione o addirittura ansia nevrotica sono ormai stati d’animo collettivi”.

“La responsabilità della televisione, in tutto questo, è enorme. Non certo in quanto “mezzo tecnico”, ma in quanto strumento del potere e potere essa stessa. Essa non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma è un centro elaboratore di messaggi. È il luogo dove si concreta una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove collocare. È attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere. Non c’è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo”.

Per terminare, considerava che “Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l’anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione), non solo l’ha scalfita, ma l’ha lacerata, violata, bruttata per sempre”.

Io però spero che non sia per sempre, che i messaggi di rinascita che ci provengono da Cuba e dall’America Latina possano scuoterci e farci consapevoli di quello che sta succedendo, per poterci ribellare e ricostruire; e se non siamo stati capaci di mantenere in prigione due neonazisti assassini, almeno possiamo lottare per far scarcerare Cinque innocenti cubani, colpevoli solo di difendere il loro popolo dal terrorismo, che adesso stanno scontando da quasi dieci anni delle pene assurde negli Stati Uniti.

*l’autrice è responsabile della pagina in italiano di Prensa Latina

ORIGINI E SCOPI DELLA LEGGE SULLE ASSOCIAZIONI SEGRETE*

Discorso di Gramsci alla Camera [16 maggio 1925] contro il disegno di legge Mussolini-Rocco.

[Dall'inserto storico della rivista "Il Futuro" di aprile-maggio 2005.]... Questa pubblicazione vuole essere anche un contributo concreto al dibattito ed alla ricerca storica, politica e culturale, che in questi tempi si sta sviluppando attraverso la "Campagna nazionale contro il 270 e tutti i reati associativi" ...Segue il contraddittorio condotto da Gramsci in Parlamento, a nome del PCd'I, in merito alla promulgazione da parte del fascismo di leggi contro le associazioni segrete, che però nella realtà avevano come obiettivo le organizzazioni antifasciste e di opposizione.

Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole Gramsci.Gramsci. Il disegno di legge contro le società segrete è stato presentato alla Camera come un disegno di legge contro la massoneria; esso è il primo atto reale del fascismo per affermare quella che il Partito fascista chiama la sua rivoluzione. Noi, come Partito comunista, vogliamo ricercare non solo il perché della presentazione del disegno di legge contro le organizzazioni in generale, ma anche il significato del perché il Partito fascista ha presentato questa legge rivolta prevalentemente contro la massoneria.Noi siamo tra i pochi che abbiano preso sul serio il fascismo, anche quando il fascismo sembrava fosse solamente una farsa sanguinosa, quando intorno al fascismo si ripetevano solo i luoghi comuni sulla "psicosi di guerra", quando tutti i partiti cercavano di addormentare la popolazione lavoratrice presentando il fascismo come un fenomeno superficiale, di brevissima durata.Nel novembre 1920 abbiamo previsto che il fascismo sarebbe andato al potere - cosa allora inconcepibile per i fascisti stessi - se la classe operaia non avesse fatto a tempo ad frenare, con le armi, la sua avanzata sanguinosa**.Il fascismo, dunque, afferma oggi praticamente di voler "conquistare lo Stato". Cosa significa questa espressione ormai diventata luogo comune? E che significato ha, in questo senso, la lotta contro la massoneria?Poiché noi pensiamo che questa fase della "conquista fascista" sia una delle più importanti attraversate dallo Stato italiano, e per ciò che riguarda noi che sappiamo di rappresentare gli interessi della grande maggioranza del popolo italiano, gli operai e i contadini, così crediamo necessaria un'analisi, anche se affrettata, della questione.Che cos'è la massoneria? Voi avete detto molte parole sul significato spirituale, sulle correnti ideologiche che essa rappresenta, ecc.; ma tutte queste sono forme di espressione di cui voi vi servite solo per ingannarvi reciprocamente, sapendo di farlo.La massoneria, dato il modo con cui si è costituita l'Italia in unità, data la debolezza iniziale della borghesia capitalistica italiana, la massoneria è stata l'unico partito reale ed efficiente che la classe borghese ha avuto per lungo tempo. Non bisogna dimenticare che poco meno che venti anni dopo l'entrata a Roma dei piemontesi, il Parlamento è stato sciolto e il corpo elettorale da circa 3 milioni di elettori è stato ridotto ad 800mila.È stata questa la confessione esplicita da parte della borghesia di essere un'infima minoranza della popolazione, se dopo venti anni di unità essa è stata costretta a ricorrere ai mezzi più estremi di dittatura per mantenersi al potere, per schiacciare i suoi nemici di classe, che erano i nemici dello Stato unitario.Quali erano questi nemici? Era prevalentemente il Vaticano, erano i gesuiti, e bisogna ricordare all'onorevole Martire come, accanto ai gesuiti che vestono l'abito talare, esistono i gesuiti laici, i quali non hanno nessuna speciale uniforme che indichi il loro ordine religioso.Nei primi anni dopo la fondazione del regno i gesuiti hanno dichiarato espressamente in tutta una serie di articoli pubblicati da "Civiltà cattolica" quale fosse il programma politico del Vaticano e delle classi che allora erano rappresentanti del Vaticano, cioè delle vecchie classi semifeudali, tendenzialmente borboniche nel meridione, o tendenzialmente austriacanti nel Lombardo-Veneto, forze sociali numerosissime che la borghesia capitalistica non è riuscita mai a contenere, quantunque nel periodo del Risorgimento essa rappresentasse un progresso, e un principio rivoluzionario. I gesuiti della "Civiltà cattolica", e cioè il Vaticano, ponevano a scopo della loro politica come primo punto il sabotaggio dello Stato unitario, attraverso l'astensione parlamentare, il frenamento dello Stato liberale per tutte quelle sue attività che potevano corrompere e distruggere il vecchio ordine; come secondo punto, la creazione di un'armata di riserva rurale da porre contro l'avanzata del proletariato, poiché fin dal '71 i gesuiti prevedevano che sul terreno della democrazia liberale sarebbe nato il movimento proletario, che si sarebbe sviluppato un movimento rivoluzionario.L'onorevole Martire ha oggi dichiarato che finalmente è stata raggiunta, alle spese della massoneria, l'unità spirituale della nazione italiana.Poiché la massoneria in Italia ha rappresentato l'ideologia e l'organizzazione reale della classe borghese capitalistica, chi è contro la massoneria è contro il liberalismo, è contro la tradizione politica della borghesia italiana. Le classi rurali che erano rappresentate nel passato dal Vaticano, sono rappresentate oggi prevalentemente dal fascismo; è logico pertanto che il fascismo abbia sostituito il Vaticano e i gesuiti nel compito storico, per cui le classi più arretrate della popolazione mettono sotto il loro controllo la classe che è stata progressiva nello sviluppo della civiltà; ecco il significato della raggiunta unità spirituale della nazione italiana, che sarebbe stato un fenomeno di progresso 50 anni fa; ed è oggi invece il fenomeno più grande di regressione ...La borghesia industriale non è stata capace di frenare il movimento operaio, non è stata capace di controllare né il movimento operaio, né quello rurale rivoluzionario. La prima istintiva e spontanea parola d'ordine del fascismo, dopo l'occupazione delle fabbriche è stata perciò questa : "I rurali controlleranno la borghesia urbana, che non sa essere forte contro gli operai".Se non m'inganno, allora, onorevole Mussolini, non era questa la vostra tesi, e tra il fascismo rurale e il fascismo urbano dicevate di preferire il fascismo urbano ...[Interruzioni].Mussolini. Bisogna che la interrompa per ricordarle un mio articolo di alto elogio del fascismo rurale del 1921-22.Gramsci. Ma questo non è un fenomeno puramente italiano, quantunque in Italia, per la più grande debolezza del capitalismo abbia avuto il massimo di sviluppo; è un fenomeno europeo e mondiale, di estrema importanza per comprendere la crisi generale del dopoguerra, sia nel dominio dell'attività pratica che nel dominio delle idee e della cultura.L'elezione di Hindenburg in Germania, la vittoria dei conservatori in Inghilterra, con la liquidazione dei rispettivi partiti liberali democratici, sono il corrispettivo del movimento fascista italiano; le vecchie forze sociali, ma non assorbite completamente da esso, hanno preso il sopravvento nell'organizzazione degli Stati, portando nell'attività reazionaria tutto il fondo di ferocia e di spietata decisione che è stata sempre loro propria; ma in sostanza noi abbiamo un fenomeno di regressione storica che non è e non sarà senza risultanza per lo sviluppo della rivoluzione proletaria. Esaminata su questo terreno, l'attuale legge contro le associazioni sarà una forza o è invece destinata ad essere completamente irrita e vana? Corrisponderà essa alla realtà, potrà essere il mezzo per una stabilizzazione del regime capitalistico o sarà solo un nuovo perfezionato strumento dato alla polizia per arrestare Tizio, Caio e Sempronio? ...Il problema pertanto è questo: la situazione del capitalismo in Italia si è rafforzata o si è indebolita dopo la guerra, col fascismo? Quali erano le debolezze della borghesia capitalistica italiana prima della guerra, debolezze che hanno portato alla creazione di quel determinato sistema politico massonico che esisteva in Italia, che ha avuto il suo massimo sviluppo nel giolittismo? Le debolezze massime della vita nazionale italiana erano in primo luogo la mancanza di materie prime, cioè l'impossibilità della borghesia di creare in Italia una industria che avesse una sua radice profonda nel paese e che potesse progressivamente svilupparsi, assorbendo la mano d'opera esuberante. In secondo luogo, la mancanza di colonie legate alla madre patria, quindi l'impossibilità per la borghesia di creare una aristocrazia operaia che permanentemente potesse essere alleata della borghesia stessa. Terzo la questione meridionale, cioè la questione dei contadini, legata strettamente al problema dell'emigrazione, che è la prova della incapacità della borghesia italiana di mantenere ... Interruzioni.Mussolini. Anche i tedeschi sono emigrati a milioni.Gramsci. Il significato dell'emigrazione in massa dei lavoratori è questo: il sistema capitalistico, che è il sistema predominante, non è in grado di dare il vitto, l'alloggio e i vestiti alla popolazione, e una parte non piccola di questa popolazione è costretta ad emigrare ...Rossoni. Quindi la nazione si deve espandere nell'interesse del proletariato.Gramsci. Noi abbiamo una nostra concezione dell'imperialismo e del fenomeno coloniale, secondo la quale essi sono prima di tutto una esportazione di capitale finanziario. Finora l'"imperialismo" italiano è consistito solo in questo: che l'operaio italiano emigrato lavora per il profitto dei capitalisti degli altri paesi, cioè finora l'Italia è solo stata un mezzo dell'espansione del capitale finanziario non italiano. Voi vi sciacquate sempre la bocca con le affermazioni più puerili di una pretesa superiorità demografica dell'Italia sugli altri paesi; voi dite sempre, per esempio, che l'Italia demograficamente è superiore alla Francia. È una questione questa che solo le statistiche possono risolvere perentoriamente, ed io qualche volta mi occupo di statistiche; ora una statistica pubblicata nel dopoguerra, mai smentita, e che non può essere smentita, afferma che l'Italia di prima della guerra dal punto di vista demografico, si trovava già nella stessa situazione della Francia dopo la guerra; ciò è determinato dal fatto che l'emigrazione allontana dal territorio nazionale una tal massa di popolazione maschile, produttivamente attiva, che i rapporti demografici diventano catastrofici. Nel territorio nazionale rimangono vecchi, donne, bambini, invalidi, cioè la parte della popolazione passiva, che grava sulla popolazione lavoratrice in una misura superiore a qualsiasi altro paese, anche alla Francia.È questa la debolezza fondamentale del sistema capitalistico italiano, per cui il capitalismo italiano è destinato a scomparire tanto più rapidamente quanto più il sistema capitalistico mondiale non funziona più per assorbire l'emigrazione italiana, per sfruttare il lavoro italiano, che il capitalismo nostrale è impotente a inquadrare.I partiti borghesi, la massoneria, come hanno cercato di risolvere questi problemi?Conosciamo nella storia italiana degli ultimi tempi due piani politici della borghesia per risolvere la questione del governo del popolo italiano. Abbiamo avuto la pratica giolittiana, il collaborazionismo del socialismo italiano con il giolittismo, cioè il tentativo di stabilire una alleanza della borghesia industriale con una certa aristocrazia operaia settentrionale per opprimere, per soggiogare a questa formazione borghese-proletaria la massa dei contadini italiani, specialmente nel Mezzogiorno. Il programma non ha avuto successo. Nell'Italia settentrionale si costituisce difatti una coalizione borghese-proletaria attraverso la collaborazione parlamentare e la politica dei lavori pubblici alle cooperative; nell'Italia meridionale si corrompe il ceto dirigente e si domina la massa coi mazzieri ...(Interruzioni del deputato Greco) Voi fascisti siete stati i maggiori artefici del fallimento di questo piano politico, poiché avete livellato nella stessa miseria l'aristocrazia operaia e i contadini poveri di tutta Italia.Abbiamo avuto il programma che possiamo dire dal "Corriere della Sera", giornale che rappresenta una forza non indifferente nella politica nazionale: 800.000 lettori sono anch'essi un partito.Voci. Meno ...Mussolini. La metà! E poi i lettori dei giornali non contano. Non hanno mai fatto una rivoluzione. I lettori dei giornali hanno regolarmente torto!Gramsci. Il "Corriere della Sera" non vuole fare la rivoluzione.Farinacci. Neanche "l'Unità"!Gramsci. Il "Corriere della Sera" ha sostenuto sistematicamente tutti gli uomini politici del Mezzogiorno, da Salandra ad Orlando, a Nitti, a Amendola; di fronte alla soluzione giolittiana, oppressiva non solo di classi, ma addirittura di interi territori, come il Mezzogiorno e le isole, e perciò altrettanto pericolosa che l'attuale fascismo per la stessa unità materiale dello Stato italiano, il "Corriere della Sera" ha sostenuto sempre un'alleanza tra gli industriali del Nord e una certa vaga democrazia rurale prevalentemente meridionale sul terreno del libero scambio. L'una e l'altra soluzione tendevano essenzialmente a dare allo Stato italiano una più larga base di quella originaria, tendevano a sviluppare le "conquiste" del Risorgimento.Che cosa oppongono i fascisti a queste soluzioni? Essi oppongono oggi la legge cosiddetta contro la massoneria; essi dicono di volere cosi conquistare lo Stato. In realtà il fascismo lotta contro la sola forza organizzata efficientemente che la borghesia avesse in Italia, per soppiantarla nella occupazione dei posti che lo Stato dà ai suoi funzionari. La "rivoluzione" fascista è solo la sostituzione di un personale amministrativo ad un altro personale.Mussolini. Di una classe ad un'altra, come è avvenuto in Russia, come avviene normalmente in tutte le rivoluzioni, come noi faremo metodicamente! [Approvazioni].Gramsci. È rivoluzione solo quella che si basa su una nuova classe. Il fascismo non si basa su nessuna classe che non fosse già al potere ...Mussolini. Ma se gran parte dei capitalisti ci sono contro, ma se vi cito dei grandissimi capitalisti che ci votano contro, che sono all'opposizione: i Motta, i Conti ...Farinacci. E sussidiano i giornali sovversivi! [Commenti].Mussolini. L'alta banca non è fascista, voi lo sapete!Gramsci. La realtà dunque è che la legge contro la massoneria non è prevalentemente contro la massoneria; coi massoni il fascismo arriverà facilmente ad un compromesso.Mussolini. I fascisti hanno bruciato le logge dei massoni prima di fare la legge! Quindi non c'è bisogno di accomodamenti.Gramsci. Verso la massoneria il fascismo applica, intensificandola, la stessa tattica che ha applicata a tutti i partiti borghesi non fascisti: in un primo tempo ha creato un nucleo fascista in questi partiti; in un secondo periodo ha cercato di esprimere dagli altri partiti le forze migliori che gli convenivano, non essendo riuscito ad ottenere il monopolio come si proponeva ...Farinacci. E ci chiamate sciocchi?Gramsci. Non sareste sciocchi solo se foste capaci di risolvere i problemi della situazione italiana ...Mussolini. Li risolveremo. Ne abbiamo già risolti parecchi.Gramsci. Il fascismo non è riuscito completamente ad attuare l'assorbimento di tutti i partiti nella sua organizzazione. Con la massoneria ha impiegato la tattica politica del noyautage, poi il sistema terroristico dell'incendio delle logge, e infine impiega oggi l'azione legislativa, per cui determinate personalità dell'alta banca e dell'alta burocrazia finiranno per l'accodarsi ai dominatori per non perdere il loro posto, ma con la massoneria il governo fascista dovrà venire ad un compromesso. Come si fa quando un nemico è forte? Prima gli si rompono le gambe, poi si fa il compromesso in condizioni di evidente superiorità.Mussolini. Prima gli si rompono le costole, poi lo si fa prigioniero, come voi avete fatto in Russia! Voi avete fatto i vostri prigionieri e poi li tenete, e vi servono! [Commenti].Gramsci. Far prigionieri significa appunto fare il compromesso: perciò noi diciamo che in realtà la legge è fatta specialmente contro le organizzazioni operaie. Domandiamo perché da parecchi mesi a questa parte senza che il Partito comunista sia stato dichiarato associazione a delinquere, i carabinieri arrestano i nostri compagni ogni qualvolta li trovano riuniti in numero di almeno tre ...Mussolini. Facciamo quello che fate in Russia ...Gramsci. In Russia ci sono delle leggi che vengono osservate: voi avete le vostre leggi ...Mussolini. Voi fate delle retate formidabili. Fate benissimo! [Si ride].Gramsci. In realtà l'apparecchio poliziesco dello Stato considera già il Partito comunista come un'organizzazione segreta.Mussolini. Non è vero!Gramsci. Intanto si arresta senza nessuna imputazione specifica chiunque sia trovato in una riunione di tre persone, soltanto perché comunista, e lo si butta in carcere.Mussolini. Ma vengono presto scarcerati. Quanti sono in carcere? Li peschiamo semplicemente per conoscerli!Gramsci. È una forma di persecuzione sistematica che anticipa e giustificherà l'applicazione della nuova legge. Il fascismo adotta gli stessi sistemi del governo Giolitti. Fate come facevano nel Mezzogiorno i mazzieri giolittiani che arrestavano gli elettori di opposizione ... per conoscerli.Una voce. C'è stato un caso solo. Lei non conosce il meridione.Gramsci. Sono meridionale!Mussolini. A proposito di violenze elettorali io le ricordo un articolo di Bordiga che le giustifica a pieno!Greco Paolo. Lei, onorevole Gramsci, non lo ha letto quell'articolo.Gramsci. Non le violenze fasciste, le nostre. Noi siamo sicuri di rappresentare la maggioranza della popolazione, di rappresentare gli interessi più essenziali della maggioranza del popolo italiano; la violenza proletaria è perciò progressiva e non può essere sistematica. La vostra violenza è sistematica e sistematicamente arbitraria perché voi rappresentate una minoranza destinata a scomparire. Noi dobbiamo dire alla popolazione lavoratrice che cosa è il vostro governo, come si comporta il vostro governo, per organizzarla contro di voi, per metterla in condizioni di vincervi. È molto probabile che anche noi ci troveremo costretti ad usare gli stessi vostri sistemi, ma come transizione, saltuariamente. [Rumori, interruzioni}. Sicuro: ad adottare gli stessi vostri metodi, con la differenza che voi rappresentate la minoranza della popolazione, mentre noi rappresentiamo la maggioranza. [Interruzioni, rumori].Farinacci. Ma allora, perchè non fate la rivoluzione? Lei è destinato a fare la fine di Bombacci! La manderanno via dal partito!Gramsci. La borghesia italiana quando ha fatto l'unità era una minoranza della popolazione, ma siccome rappresentava gli interessi della maggioranza anche se questa non la seguiva, così ha potuto mantenersi al potere. Voi avete vinto con le armi, ma non avete nessun programma, non rappresentate niente di nuovo e di progressivo. Avete solo insegnato all'avanguardia rivoluzionaria come solo le armi, in ultima analisi, determinano il successo dei programmi e dei non programmi ... [Interruzioni, commenti}.Presidente. Non interrompete?Gramsci. Questa legge non varrà affatto a frenare il movimento che voi stessi preparate nel paese. Poiché la massoneria passerà in massa al Partito fascista e ne costituirà una tendenza, è chiaro che con questa legge voi sperate di impedire lo sviluppo di grandi organizzazioni operaie e contadine. Questo è il valore reale, il vero significato della legge.Qualche fascista ricorda ancora nebulosamente gli insegnamenti dei suoi vecchi maestri, di quando era rivoluzionario e socialista, e crede che una classe non possa rimanere tale permanentemente e svilupparsi fino alla conquista del potere senza che essa abbia un partito ed una organizzazione che ne riassuma la parte migliore e più cosciente. C'è qualcosa di vero in questa torbida perversione reazionaria degli insegnamenti marxisti. È certo molto difficile che una classe possa giungere alla soluzione dei suoi problemi e al raggiungimento di quei fini che sono insiti nella sua esistenza e nella forza generale della società, senza che un'avanguardia si costituisca e conduca questa classe fino al raggiungimento di tali fini. Ma non è detto che questa enunciazione sia sempre vera, nella sua meccanicità esteriore ad uso della reazione! Questa è una legge che serve per l'Italia, che dovrà essere applicata in Italia, dove la borghesia non è riuscita in nessun modo e non riuscirà mai a risolvere in primo luogo la questione dei contadini italiani, a risolvere la questione dell'Italia meridionale. Non per nulla questa legge viene presentata contemporaneamente ad alcuni progetti concernenti il risanamento del Mezzogiorno.Una voce. Parli della massoneria.Gramsci. Volete che io parli della massoneria. Ma nel titolo della legge non si accenna neppure alla massoneria, si parla solo delle organizzazioni in generale. In Italia il capitalismo si è potuto sviluppare in quanto lo Stato ha premuto sulle popolazioni contadine, specialmente nel Sud. Voi oggi sentite l'urgenza di tali problemi, perciò promettete un miliardo per la Sardegna, promettete lavori pubblici e centinaia di milioni a tutto il Mezzogiorno; ma per fare opera seria e concreta dovreste cominciare col restituire alla Sardegna i 100-150 milioni di imposte che ogni anno estorcete alla popolazione sarda! Dovreste restituire al Mezzogiorno le centinaia di milioni di imposte che ogni anno estorcete alla popolazione meridionale.Mussolini. Voi non fate pagare le tasse in Russia!...Una voce. Rubano in Russia, non pagano le tasse !Gramsci. Non è questa la questione, egregio collega, che dovrebbe conoscere almeno le relazioni parlamentari che su tali questioni esistono nelle biblioteche. Non si tratta del meccanismo normale borghese delle imposte: si tratta del fatto che ogni anno lo Stato estorce alle regioni meridionali una somma di imposte che non restituisce in nessun modo, ne con servizi di nessun genere ...Mussolini. Non è vero.Gramsci. ... somme che lo Stato estorce alle popolazioni contadine meridionali per dare una base al capitalismo dell'Italia settentrionale. [Interruzioni, commenti]. Su questo terreno delle contraddizioni del sistema capitalistico italiano si formerà necessariamente, nonostante la difficoltà di costituire grandi organizzazioni, l'unione degli operai e dei contadini contro il comune nemico.Voi fascisti, voi governo fascista, nonostante tutta la demagogia dei vostri discorsi, non avete superato questa contraddizione che era già radicale; voi l'avete anzi fatta sentire più duramente alle classi e alle masse popolari. Voi avete operato in questa situazione, per le necessità di questa situazione. Voi avete aggiunto nuove polveri a quelle già accumulate dallo sviluppo della società capitalistica e credete di sopprimere con una legge contro le organizzazioni gli effetti più micidiali della vostra attività stessa. [Interruzioni]. Questa è la questione più importante nella discussione di questa legge!Voi potete "conquistare lo Stato", potete modificare i codici, voi potete cercare di impedire alle organizzazioni di esistere nella forma in cui sono esistite fino adesso; non potete prevalere sulle condizioni obiettive in cui siete costretti a muovervi. Voi non farete che costringere il proletariato a ricercare un indirizzo diverso da quello fino ad oggi più diffuso nel campo dell'organizzazione di massa. Ciò noi vogliamo dire al proletariato e alle masse contadine italiane da questa tribuna: che le forze rivoluzionarie italiane non si lasceranno schiantare, che il vostro torbido sogno non riuscirà a realizzarsi [interruzioni]. È molto difficile applicare ad una popolazione di 40 milioni di abitanti i sistemi di governo di Zankof . In Bulgaria vi sono pochi milioni di abitanti e tuttavia, nonostante gli aiuti dall'estero, il governo non riesce a prevalere sulla coalizione del Partito comunista e delle forze contadine rivoluzionarie, e in Italia ci sono 40 milioni di abitanti.Mussolini. Il Partito comunista ha meno iscritti di quello che abbia il Partito fascista italiano!Gramsci. Ma rappresenta la classe operaia.Mussolini. Non la rappresenta?Farinacci. La tradisce, non la rappresenta.Gramsci. Il vostro è un consenso ottenuto col bastone.Farinacci. Parla di Miglieli!Gramsci. Precisamente. Il fenomeno Miglieli ha una grande importanza appunto nel senso di ciò che ho detto prima: che le masse contadine anche cattoliche si indirizzano verso la lotta rivoluzionaria. Né i giornali fascisti avrebbero protestato contro Miglieli se il fenomeno "Miglieli" non avesse questa grande importanza dell'indicare un nuovo orientamento delle forme rivoluzionarie in dipendenza della vostra pressione sulle classi lavoratrici.Concludendo: la massoneria è la piccola bandiera che serve per far passare la mercé reazionaria antiproletaria! Non è la massoneria che vi importa? La massoneria diventerà un'ala del fascismo. La legge deve servire per gli operai e per i contadini, i quali comprenderanno ciò molto bene dall'applicazione che ne verrà fatta. A queste masse noi vogliamo dire che voi non riuscirete a soffocare le manifestazioni organizzative della loro vita di classe, perché contro di voi sta tutto lo sviluppo della società italiana.[Interruzioni].Presidente. Ma non interrompano? Lascino parlare. Lei, però, onorevole Gramsci, non ha parlato della legge!Rossoni. La legge non è contro le organizzazioni!Gramsci. Onorevole Rossoni, ella stesso è un comma della legge contro le organizzazioni. Gli operai e i contadini debbono sapere che voi non riuscirete ad impedire che il movimento rivoluzionario si rafforzi e si radicalizzi. [Interruzioni, rumori]. Perché esso solo rappresenta oggi la situazione del nostro paese ... [Interruzioni].Presidente. Onorevole Gramsci, questo concetto lo ha ripetuto tre o quattro volte. Abbia la bontà! Non siamo dei giurati, a cui occorre ripetere molte volte le stesse cose!Gramsci. Bisogna ripeterle, invece, bisogna che lo sentiate fino alla nausea. Il movimento rivoluzionario vincerà il fascismo. [Commenti].


* Con questo discorso, pronunciato alla Camera il 16 maggio 1925, Gramsci intervenne contro il disegno di legge Mussolini-Rocco rivolto contro la massoneria e indirettamente contro i partiti antifascisti.** Va sottolineato come in questo passaggio Gramsci si riferisce all'uso delle armi da parte della classe operaia in pieno regime borghese democratico parlamentare, ossia quello vigente nel 1920.

PER NON DIMENTICARE...





21 giugno 1980 - 21 giugno 2008

XXVIII anniversario della morte di Giovanni Losardo

consigliere comunale di Cetraro (CS)

comunista caduto sotto i colpi della mafia

Verso il Socialismo del XXI secolo


Schegge di Fascismo a Ventimiglia.

Desidero intervenire, come ex consigliere comunale comunista e come cittadino indignato, sulla recente gazzarra scatenatasi in Consiglio Comunale a Ventimiglia con i consiglieri di Alleanza Nazionale, Isnardi e Ascheri che si sono superati facendo sfoggio di Saluti Nazifascisti a braccio teso nei confronti dell'opposizione e del pubblico presente in sala.

Tengo a puntualizzare una cosa: non penso che l'episodio indecoroso capitato l'altra sera nella Sala del Consiglio Comunale sia da ricondurre esclusivamente ad un fenomeno ostentatamente fascista o nostalgico, se non altro perché nella storia le tragedie spesso si riproducono sotto forma di farsa, ritengo altresì che si sia trattato di comportamenti e gesti innanzitutto profondamente irriguardosi nei confronti di una Città e di una Provincia Medaglia d'Oro alla Resistenza, che hanno pagato un tributo di vite enormi al flagello nazifascista, e irresponsabili per chiunque ambisca a ricoprire attivamente un ruolo pubblico nelle Istituzioni della nostra Repubblica nata dalla Resistenza.
Un gesto stupido e criminale nei confronti del buongusto prima ancora che della legge, che ricordiamo sanziona e punisce l'Apologia di Fascismo e il cosiddetto 'Saluto romano'.

Ritengo per contro, ancora più grave il comportamento del Presidente del Consiglio Comunale che invece che intervenire a censurare quanto stava avvenendo ha, incredibilmente, chiesto l'intervento della forza pubblica per allontanare il consigliere di opposizione De Leo, a cui va la mia solidarietà, che stava giustamente protestando con veemenza per quanto stava avvenendo.
Leggo poi che il Sindaco Scullino, sempre più a suo agio nel ruolo di 'uomo della provvidenza', offre una copertura culturale e politica ai due consiglieri di Alleanza Nazionale sostenendo dapprima che si trattava solo di gesti goliardici e dopo paragonando il gesto criminale al saluto a 'Pugno Chiuso' della Sinistra, emblema delle lotte dei lavoratori e di internazionalismo.
Evidentemente inducendo anche lui in quella vulgata revisionista che tende ad equiparare i carnefici alla vittime, quanti hanno combattuto a prezzo della propria vita per la libertà e la democrazia nel nostro paese a quanti hanno combattuto al fianco delle SS naziste in nome di quel Fascismo che lo stesso Segretario Nazionale del partito da cui Isnardi e Ascheri provengono non ha esitato a definire 'il Male Assoluto'.
Come ci riferiscono le cronache dei giornali pochi giorni fa, nella nostra città, 4 ragazzi ventimigliesi hanno dato luogo ad una aggressione di stampo squadrista e razzista nei confronti di un minorenne equadoreno solo perchè 'aveva il colore della pelle diversa dalla nostra'.

A Roma estremisti di destra hanno assaltato spranghe alla mano e braccio proteso nel saluto di cui Isnardi e Ascheri hanno fatto sfoggio, l'università La Sapienza, assalendo diversi studenti universitari e a Verona alcuni naziskin affiliati all'estrema destra hanno assassinato un giovane perchè 'diverso' dai loro canoni culturali.

Questo solo per citare gli ultimissimi episodi in ordine temporale.
Ci pensino gli uomini della destra ventimigliese, la prossima volta che avranno voglia di rivendicare altri 'gesti goliardici' di questo genere...

Non mi è possibile sfuggire all'impressione che la società italiana sia talmente impregnata di Paura, indotta dai mass media in mano a Berlusconi, di revisionismo storico e di egoismo sociale patologico che tende a cancellare qualsiasi forma di solidarietà.

Ecco quindi le città sempre più militarizzate (a Napoli letteralmente, coi soldati schierati a fronteggiare le proteste dei cittadini contro i veleni e la tossicità delle discariche), ecco quindi le cacce allo straniero, i pestaggi dei 'diversi' e gli incendi ai campi Rom.
Ritengo necessario e ineludibile per la sinistra, nelle sue varie articolazioni, quella istituzionale e quella antagonista e di movimento, attrezzarsi a livello culturale e sociale per arginare la deriva e contrastare da subito quando sta avvenendo nel nostro paese.

Roberto Vallepiano

Bassolino e Jervolino JATEVENNE!!!!

Riceviamo dai compagni di UC-MCC del Collettivo Marx dell'ospedale Cardarelli di Napoli:

La devastazione sociale a ambientale di Napoli e della Campania hanno origine nel fallimento di una classe dirigente.
Bassolino e la Jervolino sono i capi-clan di un gruppo di potere politico-finanziario-mediatico che ha dominato la nostra regione in maniera incontrastata gli ultimi venti anni.
Il drammatico problema dei rifiuti è solo l’aspetto più appariscente della situazione, ma non è il solo. Questa classe dirigente ha avuto come priorità l’autoconservazione del potere e gli affari per ristretti gruppi, non certamente gli interessi della collettività e dei cittadini. Enormi sprechi di risorse pubbliche e assenza di servizi per la popolazione. Nella città di Napoli è diventato irrisolvibile il semplice smaltimento dei rifiuti, come appare impossibile dare semplicemente un letto ad un paziente che va in ospedale, dove si viene regolarmente buttati su una barella come degli animali.
Una seria e onesta classe dirigente avrebbe dovuto organizzare l’unica cosa possibile nelle città moderne: la raccolta differenziata, l’unico modo che consente di evitare inconcepibili e assurde discariche e allo stesso tempo fa diventare una ricchezza i rifiuti.
In questi anni si è consentito ai territori della Campania di diventare lo sversatoio di rifiuti tossici dell’Europa intera. Questa classe dirigente si è alleata con il governo reazionario di Berlusconi e pensa di conservare il proprio potere con una repressione bestiale ed indiscriminata. Chi consente a Bassolino e la Jervolino di conservare il loro potere è pienamente corresponsabile di tutto ciò. La giunta regionale e quella comunale sono tenute in vita dai voti determinanti di Rifondazione Comunista. Alcuni dirigenti nazionali di questo partito hanno partecipato alla manifestazione di Chiaiano del 1 Giugno contro la discarica.
Ma quando c’è una barricata bisogna scegliere, non si può stare contemporaneamente da tutte e due le parti. O si sta con la popolazione in lotta o si sta con un governo repressivo.
Bassolino e la Jervolino sono il simbolo di una classe dirigente senza più valori morali, etici, culturali. Se avessero un minimo di senso di responsabilità politica, per il bene della collettività, dovrebbero rassegnare le dimissioni.

Napoli 16/06/08
Unità Comunista - Collettivo Karl Marx Cardarelli

martedì 10 giugno 2008

basta una bandiera per essere arrestati

Incredibile l?accusa: ?teneva una bandiera della sua organizzazione?!!!!
ma chi ha fatto una cosa del genere?
i cattivi mangia-bambini comunisti?

Arrestato un dirigente della Gioventù Comunista della Repubblica Ceca

Dichiarazione della Gioventù Comunista di Grecia

22/05/2008

Basta tenere una bandiera dei giovani comunisti, per essere arrestati nella Repubblica Ceca! Prosegue così la repressione delle autorità di Praga contro l?Unione della Gioventù Comunista (KSM), messa definitivamente fuori legge nel marzo scorso. E prosegue la campagna di solidarietà. Anche attraverso la firma dell?appello internazionale in http://4ksm.kke.gr. Nelle ultime settimane decine di firme dall?Italia si sono aggiunte alle oltre 11.000 già raccolte in tutto il mondo (e in passato anche nel nostro paese). Un grazie ai compagni e amici che lo hanno fatto e a quelli che ancora si aggiungeranno al lungo elenco. Con l?augurio di ottenere un livello di solidarietà analogo a quello che si sta sviluppando per iniziativa dei giovani comunisti in Grecia.

La redazione di Resistenze.org

La Gioventù Comunista di Grecia denuncia l?inaccettabile e vergognoso arresto di David Pazdera, quadro del KSM della Repubblica Ceca, durante una dimostrazione il 21 maggio a Praga, indetta dall?organizzazione insieme ai sindacati contro i progetti del governo ceco miranti a privatizzare il sistema sanitario del paese. La ragione dell?arresto sarebbe dovuta al fatto che il militante del KSM teneva, nel corso della manifestazione, una bandiera del KSM, vale a dire di un?organizzazione messa fuori legge.

Ci si sforza in tal modo di dare concretezza alla decisione relativa al bando del KSM presa lo scorso marzo dai tribunali del paese, su ordine e con l?approvazione del governo ceco e dell?Unione Europea.

L?azione vergognosa fa seguito alla confisca delle bandiere del KSM nella città di Brno avvenuta nel corso della dimostrazione del 1 Maggio.

Si tratta di una scalata programmata dei provocatori attacchi anticomunisti che ogni giovane uomo e donna, ogni organizzazione di massa della gioventù, e i movimenti popolari devono condannare.

L?ultima intimidazione nei confronti dei compagni del KSM deve essere respinta. I messaggi di denuncia inviati da più di 100 organizzazioni sindacali, rappresentanze studentesche universitarie e tecniche di tutta la Grecia e la generale ondata di solidarietà contro la messa fuori legge del KSM già manifestatasi, devono registrare un?ulteriore sviluppo.

Facciamo appello a tutte le organizzazioni giovanili perché prendano posizione e condannino l?anticomunismo montante in Europa.

In preparazione del Festival del KKE-KNE, la Gioventù Comunista di Grecia avvierà iniziative di sostegno economico al KSM della Repubblica Ceca per tutta l?estate, allo scopo di appoggiare anche sul piano materiale la lotta dei nostri compagni nella difficile situazione della Repubblica Ceca.

No alla messa fuori legge dell?Unione della Gioventù Comunista della Repubblica Ceca!

L?intimidazione anticomunista non passerà!

22 maggio 2008

Il Comitato Centrale della Gioventù Comunista di Grecia (KNE)

ESPERIENZE A CONFRONTO

La lotta per il controllo operaio nelle fabbriche in Venezuela ed in Italia

Giovedì 12 Giugno ore 17:30
Presso la sede dei Cantieri Navali Megaride, calata marinella int.porto (NA)
incontro con il giovane politologo DARIO AZZELLINI
conoscitore e studioso della realtà attuale della geopolitica latinoamericana e del suo centro di conflitto nell’area boliviana e neogranadina.



Invitiamo tutte le realtà operaie e di lotta a partecipare

Associazione Unità Comunista

Dopo la catastrofe della sinistra governista quali prospettive per i comunisti?

Tavola rotonda - dibattito a Padova
domenica 15 giugno ore 14,30

sala di via S. Maria Assunta 35a (Porto Astra - Guizza) - Padova

Interverranno:

- Aldo Romaro (Movimento per la Costituente Comunista),
- Francesco Moisio (Partito Comunista dei lavoratori),
- Cristian dal Grande (Sinistra Critica),
- Antonino Marceca (Partito di Alternativa Comunista),
- Gianluigi Pegolo (L’Ernesto - PRC),
- Marco Veruggio (Controcorrente - PRC),
- Compagne e compagni veneti per un'organizzazione politica marxista

Coordinerà la tavola rotonda e il dibattito Gino Bortolozzo.

Promuove: Coordinamento per l'Unità dei comunisti/Movimento per la Costituente Comunista
per informazioni: 380 3999961

Come arrivare al luogo dell'assemblea
La sala polivalente di via s.maria assunta si trova a Padova sud, in zona Bassanello - Guizza.
E' raggiungibile dalla stazione ferroviaria con il tram; scendere alla fermata della multisala Porto Astra. L'ingresso della sala si trova nella galleria pedonale di fonte alla multisala.
In auto, provenendo dal casello di padova sud (o dalla tangenziale), imboccare l'uscita per la statale 16 - Adriatica, seguire in direzione centro fino al ponte sul canale scaricatore, quindi girare a destra per via Guizza, seguendola fino all'incrocio (sulla destra) con via Venanzio. Pochi metri dopo aver imboccato la via si trova un parcheggio adiacente alla sala polivalente

Arriva Bush: chi protesta va a Regina Coeli!

Il garante Angiolo Marroni denuncia gli spostamenti coatti negli istituti penitenziari di tutta Italia dei carcerati in attesa di giudizio che si trovano in via della Lungara. Un'operazione costosa, per fare posto a chi protesterà contro il presidente Usa
In queste ore quasi 220 detenuti nel carcere giudiziario di Regina Coeli stanno subendo un trasferimento penitenziario in tutti gli istituti d'Italia per ragioni precauzionali. L'esodo dei carcerati, in attesa di giudizio, è stato predisposto per lasciare spazio ad eventuali fermi eseguiti durante le manifestazioni politiche e di protesta nei confronti del presidente degli Stati Uniti, Gorge Bush, atteso in città la prossima settimana. Una decisione che non ha nulla a che vedere con le singole posizioni di ogni carcerato trasferito e dettata da misure di sicurezza.

Il carcere di Regina Coeli si trova in centro ed è il più facile da raggiungere durante le manifestazioni. Si tratta di un carcere giudiziario, dove i detenuti restano il tempo che basta a subire una condanna o ad essere assolti. Un luogo infernale, secondo il Garante dei Detenuti Angiolo Marroni, che ieri ha duramente condannato la disumanità dell'esodo forzato: «una porta girevole, dove si entra e si esce, superaffollato e con una capienza massima di 850 persone». Per il Garante il trasferimento in atto è «costoso in termini economici, ma soprattutto ha un peso umano. Un'operazione assurda, che non tiene conto di processi, famiglie e affetti. Un'operazione per fronteggiare manifestazioni antiamericane che forse nemmeno si faranno. In previsione di incidenti, si va a ledere la dignità dei detenuti».

Il trasferimento in ogni regione d'Italia è l'aspetto più dolente sul piano umano secondo il Garante, che ha puntato il dito contro il vero problema del carcere romano della Lungara.

«Da tempo andiamo dicendo che il carcere di Regina Coeli è sovraffollato, basterebbe che un capo di Stato venisse a Roma una volta al mese e ogni problema sarebbe risolto ».

La scorsa settimana era già previsto il trasferimento di 40 detenuti, a cui se sono aggiunti una sessantina in attesa di autorizzazione dal Provveditorato regionale dell'Amministrazione Penitenziaria e destinati in altri Istituti sempre nel Lazio. Per altri 63 domiciliati transitoriamente nel carcere cittadino, è in arrivo in via libera del Dipartimento Nazionale per essere trasferiti questa volta in tutti gli Istituti penitenziari d’Italia. Dai calcoli forniti dal Garante sono 220 le unità coinvolte nell'esodo.

La sezione che verrà destinata ad eventuali fermi, frutto di disordini e contestazioni antiamericane legate alla visita ufficiale di Gorge Bush, è la settima, dove due piani della sezione verranno “evacuati”.

«Siamo sempre favorevoli a misure che possano ridurre il sovraffollamento - ha precisato il Garante - ma non a questi trasferimenti di massa improvvisati che non tengono in nessun conto li affetti dei detenuti».

Salute, rapporti con la famiglia e fasi processuali, sono i momenti più sofferti per ogni detenuto. In questo periodo la sensazione di insicurezza per tanti che stanno “dentro” è forte e avvertita da immigrati e non. Il provvedimento amministrativo che trasferisce altrove 220 unità del Regina Coeli, senza aver avuto molto tempo di preavviso, non fa che aumentare l'incertezza all'interno degli Istituti.

«Vedo che c'è un grande timore», ha concluso Marroni.

Perché il Socialismo

Scritto da Albert Einstein
Dal primo numero della rivista "Monthly Review", fondata da Paul Sweezy nel 1949

È OPPORTUNO che una persona non esperta in questioni economiche e sociali esprima opinioni in merito al socialismo? Credo di sì, per svariate ragioni. Consideriamo la questione dal punto di vista del sapere scientifico. Sembrerebbe non esserci fondamentali differenze di metodo tra l’astronomia e l’economia: in entrambe gli scienziati lavorano per scoprire leggi generalmente accettabili per un circoscritto insieme di fenomeni, allo scopo di mostrare l’interconnessione di questi fenomeni il più chiaramente che sia possibile. Ma in realtà le differenze metodologiche esistono.

Nel campo economico la scoperta di leggi generali è resa difficile dal fatto che spesso i fenomeni economici osservati sono interessati da numerosi fattori che sono difficili da valutare separatamente. Inoltre, l’esperienza che si è accumulata dall’inizio del cosiddetto periodo civilizzato della storia dell’umanità è stata, come è ben noto, ampiamente influenzata e limitata da fattori che in natura sono molto lontani dall’essere esclusivamente economici.

Per portare un esempio, la gran parte dei maggiori stati della storia devono la loro esistenza a politiche di conquista. Il popolo conquistatore si impose, legalmente ed economicamente, come classe privilegiata del paese conquistato. Avocò a sé il monopolio della proprietà terriera e nominò il clero all’interno dei suoi ranghi. I preti, tramite il monopolio dell’educazione, trasformarono la divisione in classi della società in un istituzione permanente creando un sistema di valori dal quale il popolo, in larga misura inconsciamente, venne manovrato nel suo comportamento sociale.

La tradizione storica, però, appartiene per così dire al passato. Da nessuna parte siamo stati completamente soggiogati ideologicamente da ciò che Thorstein Veblen definì la “fase predatoria” dello sviluppo dell’umanità. I fatti economici oggi osservabili fanno parte di quella fase e, di conseguenza, le leggi che possiamo derivare da essi non sono applicabili ad altre fasi. Ora, poiché lo scopo reale del socialismo è proprio quello di superare ed andare oltre la fase predatoria dello sviluppo dell’umanità, la scienza economica nel suo stato attuale può fare solo un po’ di luce sulla futura società socialista.

In secondo luogo, il socialismo si indirizza ad un fine etico-sociale. La scienza, però, non può creare fini ed ancor meno inculcarli negli uomini; al massimo, può informare circa i mezzi più adatti ad ottenere certi fini. Questi stessi fini, però, sono stati concepiti da personalità con vigorosi ideali morali e, se questi non sono scomparsi ma ancora forti e vitali, sono fatti propri e perseguiti da quei numerosi esseri umani che, con consapevolezza più o meno estesa, determinano la lenta evoluzione della società. Dovremmo perciò fare attenzione a non sopravvalutare la scienza ed il metodo scientifico quando trattiamo di questioni legate alle relazioni umane; non dobbiamo nemmeno presupporre che solo alcuni siano esperti in merito ed abbiano diritto a far sentire la loro voce sulle questioni dell’organizzazione sociale.

È già da un po’ che tantissime voci hanno affermato che oggi la società umana attraversa una crisi e che la sua stabilità è seriamente compromessa. Tipico di una simile situazione è che gli individui si mostrino indifferenti o persino ostili verso il piccolo o grande gruppo cui fanno parte. Per illustrare il mio pensiero, permettetemi di riportare qui un’esperienza personale.

Di recente discutevo con un uomo intelligente e gentile sulla minaccia di un’altra guerra che, come penso, avrebbe seriamente minacciato l’esistenza del genere umano e facevo notare come soltanto un miracolo avrebbe potuto preservarlo da quel pericolo. Di fronte a ciò il mio ospite, con estrema tranquillità e disinvoltura, mi disse: “Perché siete così decisamente contrario alla scomparsa della specie umana?”

Sono certo che meno d’un secolo fa nessuno avrebbe fatto, con tale facilità, una tale affermazione. Si tratta dell’affermazione di un uomo che s’è sforzato inutilmente di raggiungere un equilibrio interno ed ha pressoché perso la speranza di riuscirvi. Si tratta dell’espressione di una solitudine dolorosa e di un isolamento cui numerose persone ricavano sofferenza. Quale ne è la causa? Esiste una via d’uscita? Facile è sollevare tali questioni, meno facile rispondervi con un certo grado di sicurezza.

Ciononostante, devo provarci al meglio delle mie forze, benché sia cosciente del fatto che i nostri sentimenti ed i nostri sforzi sono spesso contraddittori ed oscuri, che non possono essere espressi in facili e semplici formule. L’uomo è contemporaneamente un essere solitario ed un essere sociale.

Come essere solitario, cerca di garantirsi la propria sicurezza e quella di coloro a lui più vicini, di soddisfare i suoi desideri individuali e sviluppare lue capacità innate. Come essere sociale, cerca d’ottenere il riconoscimento e l’affetto dei suoi simili, di condividerne i desideri, di confortarli nei loro dolori e di migliorarne le condizioni di vita. Solo la coesistenza di questi diversi sentimenti, spesso in conflitto, forma lo specifico carattere di un individuo e la loro specifica combinazione determina il punto in cui un individuo può cogliere un equilibrio interiore e contribuire al benessere generale. Certo è possibile che la forza relativa di queste due spinte sia principalmente stabilità dall’eredità; ma la personalità che alla fine emerge è ampiamente determinata dall’ambiente in cui un individuo ha avuto la sorte di trovarsi durante il suo sviluppo, dalla struttura sociale in cui cresce, dalla tradizione di quella società e dalla valutazione che essa da a particolari tipi di comportamento.

L’astratto concetto di “società” significa concretamente per il singolo essere umano l’insieme delle sue relazioni dirette ed indirette con i suoi coetanei e con tutte le persone delle varie generazioni. L’individuo può pensare, sentire, lottare e lavorare da solo, ma egli dipende dalla società cosi tanto – nella sua esistenza fisica, intellettuale ed emotiva – da essere impossibile raffigurarlo o comprenderlo fuori da una determinata struttura sociale. È la “società” che gli fornisce il cibo, il vestiario, una casa, gli strumenti di lavoro, il linguaggio, le strutture mentali e la maggior parte delle sue conoscenze; la sua vita è resa possibile tramite il lavoro e le realizzazioni di milioni e milioni di uomini, passati e presenti, nascosti all’interno della piccola parola “società”.

È perciò evidente come la dipendenza dell’individuo dalla società sia un fatto naturale che non può essere abolito, né più né meno che nel caso delle formiche e delle api. Va detto, però, che, mentre l’intero ciclo vitale di api e formiche è completamente determinato da ferrei istinti ereditari, i modelli sociali e le forme di reciproca dipendenza degli esseri umani sono estremamente variabili e possono essere cambiati. La memoria, la capacità di formare nuove combinazioni, la capacità naturale del linguaggio verbale hanno permesso tra gli esseri umani degli sviluppi che non sono dettati direttamente da necessità biologiche. Questi sviluppi si evidenziano nelle tradizioni, nelle istituzioni, nelle forme organizzative, nella letteratura, nelle scoperte scientifiche, nelle realizzazioni ingegneristiche e nelle opere d’arte.

Questa cosa spiega come accade che, da un certo punto di vista, l’uomo può influenzare la sua vita attraverso il proprio comportamento e che, in questo processo, la riflessione e la ricerca consapevoli possono svolgere un ruolo. L’uomo acquisisce alla nascita, per eredità genetica, una costituzione fenotipica che occorre ritenere fissa ed inalterabile, che comprende i bisogni naturali caratteristici del genere umano. Inoltre, durante l’arco della sua esistenza, acquisisce una struttura culturale traendola dalla società tramite la comunicazione e molti altri tipi d’influenze.

È questa struttura culturale che, col tempo, è soggetta a cambiamento e determina in larghissima misura le relazioni tra l’individuo e la società. L’antropologia moderna ci ha insegnato, tramite lo studio comparato delle cosiddette civiltà primitive, come il comportamento sociale degli esseri umani può essere molto differente, dipendendo dai modelli culturali maggioritari e dal tipo di organizzazione prevalente nella società. È su ciò che coloro i quali lottano per migliorareil destino dell’uomo possono fondare le loro speranze: gli esseri umani non sono condannati dalla loro costituzione biologica a distruggersi reciprocamente o restare in preda all’arbitrio di un destino malvagio, da loro stessi causato.

Se ci domandassimo come occorrerebbe mutare la struttura sociale e la predisposizione culturale umana allo scopo di rendere la vita degli esseri umani il più soddisfacente possibile, dovremmo essere sempre consapevoli del fatto che ci sono determinate condizioni che ci è impossibile modificare.

Come detto precedentemente, la natura biologica umana non è, per motivi materiali, soggetta a cambiamento. Inoltre, gli sviluppi tecnologici e demografici degli ultimi secoli hanno creato vincoli permanenti. All’interno di popolazioni selezionate in modo relativamente numeroso insieme ai beni indispensabili alla loro sopravvivenza, sono assolutamente necessari un’avanzata divisione del lavoro ed un sistema produttivo fortemente centralizzato. È finita del tutto l’epoca (che, guardando indietro nel passato, può sembrarci idilliaca) in cui individui o gruppi relativamente piccoli potevano essere del tutto autosufficienti. Non è un’esagerazione approssimativa dire che il genere umano costituisce, oggi come ieri, una comunità planetaria di produzione e consumo.

Sono adesso giunto al punto in cui posso mostrare in breve cos’è per me l’essenza della crisi della nostra epoca. Questa crisi riguarda le relazioni dell’individuo con la società. L’individuo è divenuto più che in qualunque altro tempo consapevole della sua dipendenza dal resto della società. Egli, però, non avverte questa dipendenza come una risorsa positiva, come un legame intrinseco, come una forza protettiva, ma al contrario come una minaccia ai suoi diritti naturali o alla sua esistenza materiale. Inoltre, la sua posizione sociale è tale che le spinte egoistiche del suo comportamento vengono sempre più accentuate mentre le sue spinte sociali, che sono di natura più deboli, si deteriorano progressivamente. Tutti gli esseri umani, quale che sia la loro posizione sociale, soffrono a causa di questo processo di deterioramento. Inconsciamente prigionieri del proprio egotismo, si avvertono insicuri, isolati, privati dell’ingenua, semplice e non sofisticata gioia di vivere.

L’uomo può trovare un significato nella vita, per quanto breve e pericolosa, solo all’interno dei rapporti sociali. Il caos economico della società capitalistica nella sua forma attuale è, secondo la mia opinione, la vera causa del male. Ci avvertiamo innanzitutto come un’enorme comunità di produttori i cui membri cercano incessantemente di defraudarsi reciprocamente dei frutti del lavoro comune – non necessariamente tramite la forza, ma alla fin fine tramite la complicità delle leggi. Da questo punto di vista, è fondamentale comprendere che i mezzi di produzione – in altri termini l’intera capacità produttiva necessaria sia alla produzione dei beni di consumo sia alla produzione di tutto il resto – possono in virtù della legge essere, e solitamente lo sono, proprietà privata di determinati individui.

Per semplicità, nella discussione seguente chiamerò “lavoratori” tutti coloro che sono esclusi dalla proprietà dei mezzi di produzione – anche se ciò non è affatto l’uso comune di tale termine. Il proprietario dei mezzi di produzione è nella posizione di comprare la forza lavoro del lavoratore. Utilizzando i mezzi di produzione, il lavoratore produce nuovi beni che passano nella proprietà del capitalista. Il punto essenziale di questo processo è la relazione tra ciò che il lavoratore produce e ciò che gli viene pagato – sia l’uno sia l’altro misurati in termini di valore reale. Per quanto il contratto di lavoro possa essere “libero”, ciò che il lavoratore riceve è determinato non dal valore reale dei beni che ha prodotto, ma, da un lato, dai propri bisogni minimali, dall’altro, dalla richiesta di forza lavoro da parte dei capitalisti in relazione al numero di lavoratori in concorrenza per l’impiego.

È fondamentale comprendere che, anche in teoria, la paga del lavoratore non è determinato dal valore del suo lavoro. Il capitale privato tende ad essere concentrato in poche mani, in parte a causa della competizione tra i capitalisti, in parte perché lo sviluppo tecnologico e la crescente divisione del lavoro spingono alla formazione di più grandi unità produttive a spese di quelle più piccole. Il risultato di tali dinamiche consiste in un’oligarchia del capitale privato, il cui enorme potere non può ragionevolmente essere controllato nemmeno da una società organizzata politicamente in forma democratica. Questo è e vero finché i membri del potere legislativo sono selezionati da partiti politici in larga misura finanziati, o comunque influenzati, dai capitalisti privati che, per motivi di praticità, separano l’elettorato dalla legislatura.

Di conseguenza, i rappresentanti del popolo, di fatto, non proteggono sufficientemente gli interessi dei settori popolari soggiogati dai privilegi dei pochi. Inoltre, nelle attuali condizioni,. È inevitabile che i capitalisti privati controllino, direttamente o indirettamente, le principali forme della comunicazione (stampa, radio, educazione…). Davvero, è estremamente difficile, anzi nella maggior parte dei casi del tutto impossibile, per il singolo cittadino raggiungere conclusioni valide e far uso con intelligenza dei suoi diritti politici.

La situazione in un’economia fondata sulla proprietà privata del capitale e così normalmente caratterizzatala due fattori basilari: 1. i mezzi di produzione (capitale) sono posseduti in forma privata ed i detentori ne dispongono a loro arbitrio; 2. il contratto di lavoro è libero.

Ovviamente non esiste una società capitalistica pura. In particolare, va osservato che i lavoratori, tramite lunghe e dolorose lotte, sono giunti a conquistare per certe categorie di lavoratori una forma in qualche modo migliorata del “libero contratto di lavoro”. Nel complesso, però, l’economia odierna non differisce molto dal capitalismo “puro”. La produzione viene diretta in base al profitto, non in base alla sua utilità.

Non c’è alcuna garanzia che tutti quelli abili e disponibili a lavorare saranno sempre in grado di trovare un impiego – la norma è anzi quella che vede un numeroso esercito di disoccupati. Il lavoratore vive costantemente con addosso la paura di perdere il lavoro. Quando lavoratori disoccupati e malpagati non riescono più a garantire un mercato in grado di dare profitti, la produzione dei beni di consumo diminuisce con la conseguenza di un’enorme miseria generale. Il progresso tecnologico pressoché sempre sfocia in un aumento della disoccupazione, invece che in un alleggerimento del carico di lavoro per tutti.

L’obiettivo del profitto, insieme con la competizione tra i capitalisti, è la responsabile dell’instabilità nell’accumulazione e nell’utilizzazione del capitale la quale conduce ad una dura e crescente depressione. La sfrenata competizione comporta un enorme spreco di forze produttive ed a quel deperimento della coscienza sociale che ho menzionato in precedenza. Considero questo mancato sviluppo degli individui il male peggiore del capitalismo.

Il nostro intero sistema educativo soffre di questo male. Viene inculcata nello studente un’esagerata predisposizione alla competizione, che è addestrato nel culto del successo economico come preparazione per la sua vita futura. Sono convinto che esista una sola strada per eliminare questi gravi mali, vale a dire l’affermazione di un’economia socialista accompagnato da un sistema educativo orientato a fini sociali.

In una tale economia i mezzi di produzione sono posseduti dalla collettività e da essa utilizzati in modo pianificato. Un’economia pianificata che regoli la produzione in base ai bisogni della comunità distribuirebbe il lavoro necessario tra tutti quelli abili al lavoro e garantirebbe i mezzi di sussistenza ad ogni uomo, donna e bambino.

L’educazione dell’individuo, oltre a favorire lo sviluppo del sue innate capacità, tenderebbe a sviluppare in lui un senso di responsabilità verso i propri simili al posto della esaltazione del potere politico ed economico presente nella nostra attuale società.

Va tutta via ricordato che un’economia pianificata non è ancora il socialismo. Un’economia pianificata in quanto tale può essere congiunta al completo asservimento dell’individuo. Il raggiungimento del socialismo comporta la soluzione di alcuni problemi sociali e politici molto difficili: come impedire, data la necessità della centralizzazione, alla burocrazia di divenire onnipotente e prepotente? Come proteggere i diritti dell’individuo ed in più assicurare un contrappeso democratico al potere della burocrazia?

Chiarire questi problemi del socialismo è di fondamentale importanza nella nostra epoca di transizione. Dal momento che, nelle attuali circostanze, una discussione libera e senza intralci è soggetta ad un possente tabù, ritengo la fondazione di questa rivista un importante servizio pubblico.

domenica 1 giugno 2008

Contro la megadiscarica di Chiaiano

Manifestazione 1 Giugno 2008
Concentrazione stazione metropolitana di Chiaiano
Ore 16,30

Il regime costituito dal governo Berlusconi-Veltroni ha deciso di risolvere il problema dei rifiuti a Napoli con un attacco militare e una repressione generalizzata alla popolazione di Chiaiano. Questa è la strada decisa per governare l’Italia nei prossimi anni.
Attraverso un regime totalitario e di repressione si intende portare avanti il programma del massacro di lavoratori e la devastazione ambientale totale.
Il pugno di ferro che vogliono usare contro la popolazione di Chiaiano vogliono usarlo poi anche contro la popolazione di Vicenza che si oppone alle base di Dal molen e alle popolazioni che si oppongono alla costruzione della Tav. Con questo metodo vogliono disseminare l’Itala di centrali nucleari, con lo stesso metodo vogliono reprimere qualsiasi manifestazione di opposizione e dissenso ad una politica economica che sta portando alla fame la maggior parte dei lavoratori e dei cittadini italiani attraverso stipendi sempre più bassi distrutti dalla tenaglia del blocco decennale dei salari e dell’inflazione, pensioni sempre più basse e insicure, condizioni di lavoro pericolose e ritmi infernali che producono centinaia di morti l’anno, precarizzazione dei rapporti di lavoro che aumentano costantemente la quota dei lavoratori non-garantiti, lo sfruttamento bestiale e la condizione di quasi schiavitù dei lavoratori migranti. La lotta della popolazione di Chiaiano, in questo momento, assume un valore fondamentale, contro la linea politica di un governo totalitario, per la prospettiva della costruzione di un’alternativa politica al sistema.



Napoli 01/06/08



Unità Comunista - Movimento per la Costituente Comunista