martedì 30 giugno 2009

rilanciare l'unità dei comunisti

“L`obiettivo è la costruzione di un polo dei comunisti e della sinistra, rivolto a tutte le culture critiche, autonomo dal Partito Democratico, che abbia al centro l`estensione dei diritti dei lavoratori, la tutela dell`ambiente, la pace, la democrazia e quindi l`opposizione intransigente alle politiche del governo Berlusconi e della Confindustria”. (Oliviero Diliberto 11 giugno).

“Ricompattare le forze della sinistra in un unico polo per rilanciare un'opposizione forte e autonoma”. ( Paolo Ferrero 25 giugno).

La sezione cittadina del PdCI di Vibo Valentia rilancia con forza l’unità dei comunisti e della sinistra tutta che, oggi più che mai, si trova a livello nazionale in un momento cruciale e delicato. Le elezioni europee hanno dimostrato che le divisioni non pagano ne in termini elettorali e nemmeno in termini politici. Il nostro risultato ( 3,4 la lista comunista con PdCi +PRC), seppur relativamente positivo vista la passata esperienza della sinistra arcobaleno (3,2 PRC+PdCI+Verdi+SD), pone comunque l’obiettivo della unità dei comunisti che non si può risolvere in un semplice cartello elettorale, ma che deve avere seguito anche nei fatti. Questo passo importante lo rivolgiamo a tutte quelle compagne e quei compagni che hanno votato la lista comunista nella nostra città, che finalmente hanno visto la volontà dei comunisti di unirsi, che credono realmente che questo progetto ha un futuro. Già a livello nazionale la lista comunista si è dotata di un coordinamento composto dai segretari di PdCI, PRC e Socialismo 2000, che è già operativo e marca nettamente la seconda fase: l’unità dei comunisti. Questa non viene vista, e non sarà, come una semplice sommatoria dei due partiti comunisti e di socialismo 2000, ma una fase di più ampio respiro in cui le compagne ed i compagni partecipino attivamente alle manifestazioni ed ai momenti di dibattito che si terranno in questa estate in tutta Italia, Vibo compresa, per informare e confrontarsi a 360 gradi con tutti i sostenitori di questo grande progetto. A questa fase di riunificazione, che è necessaria e vitale, non per la “sopravvivenza” come qualcuno strumentalmente insinua, ma per l’idea più pura e profonda di un unico Partito Comunista con e tra la gente, idea questa, che abbiamo sempre sostenuto e che abbiamo sempre portato avanti.
I comunisti devono tornare ad essere il cuore dell’opposizione alle forze capitaliste, reazionarie, fasciste, massoniche e occulte di questo paese che si sta trasformando sempre di più in una vera dittatura nell’indifferenza del Partito Democratico troppo impegnato nelle proprie beghe interne che speriamo vengano risolte al più presto.
Un ultimo appello, infine, a tutte quelle compagne e quei compagni tra cui non deve passare l’idea che questa sia la fase finale, che la riunificazione sotto un'unica falce e martello sia il punto di arrivo, il progetto deve essere più ardito, proprio per questo c’è bisogno dell’appoggio di tutte le forze di sinistra sul territorio, per portare avanti feste, incontri dibattiti, manifestazioni comuni, liste e alleanze comuni, per ricostruire la sinistra, per avere realmente un polo autonomo, che possa essere il vero difensore dei diritti dei cittadini, che hanno difficoltà nel riconoscersi in politiche troppo servili nei confronti dell’attuale “Capo” dell’Italia. In questo progetto c’è bisogno di tutti, giovani e meno giovani, disoccupati e lavoratori, studenti e docenti, dirigenti ed impiegati, artigiani e liberi professionisti; chiunque creda che la sinistra possa essere “costruita” insieme.
Il progetto non appartiene al PdCI, non si vuole mettere un marchio di fabbrica, la sinistra unita appartiene a voi, donne e uomini liberi, che volete far di nuovo sentire la vostra voce.

COMUNICATO STAMPA FINANZIMENTI CIPE

“Il Governo Berlusconi non smentisce la sua completa avversione nei confronti della Calabria e più in generale delle regioni del Mezzogiorno”. A denunciarlo in una nota, Michelangelo Tripodi, Assessore regionale all’Urbanistica e Governo del Territorio e Segretario regionale del PdCI, in merito alla decisione del CIPE di stanziare “solo la misera cifra di 80 milioni di euro per i lavori di completamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria”. “Siamo alle solite – commenta Tripodi – quando si tratta di intervenire per opere vitali per il Sud e la Calabria dal governo centrale arrivano solo le briciole. E’ una vergogna senza limiti!”. Tripodi si chiede a questo punto dove sono andati a finire tutti i proclami lanciati a ripetizione durante la campagna elettorale da Berlusconi e il centrodestra. “E’davvero gravissimo ed inammissibile quello che sta accadendo – aggiunge -. Treni a lunga percorrenza soppressi, scali merci azzerati, cantieri della A3 abbandonati, statale 106 ionica e statale 182 delle Serre dimenticate, trasporto nello Stretto a singhiozzi e che paradossalmente ha fatto registrare in quest’ultimo periodo un aumento di circa il 300 per cento dei biglietti. Insomma una vergogna senza limiti”. “Ma che razza di Governo è questo?”, si chiede ancora Tripodi, “Sono ormai pesantissime le conseguenze di questa politica antimeridionalista sull'occupazione e sullo sviluppo del territorio calabrese”. “Per completare l’ammodernamento dell’A3 servirebbero due miliardi di euro – afferma ancora l’assessore regionale – e il governo invece che fa? Stanzia solo una misera cifra e nel frattempo pensa alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, opera faraonica, inutile, dannosa dal punto di vista ambientale, dai costi esorbitanti e che dovrebbe poggiare i suoi pilastri su un territorio contrassegnato da bollino rosso e già tristemente noto per i catastrofici sismi che si sono succeduti nei secoli”. “Siamo stanchi di continuare a subire tutte queste umiliazioni – conclude Michelangelo Tripodi – e l’opinione pubblica calabrese e del Mezzogiorno deve reagire contro questa linea punitiva che colpisce gli intesse fondamentali del mezzogiorno con la complicità ed il colpevole silenzio dei parlamentari e degli amministratori locali del centrodestra amici e sodali di Silvio Berlusconi e dei suoi ministri, acerrimi nemici della Calabria e del Sud. Mai come in questo delicatissimo momento, quindi, serve una presa di coscienza forte di tutte le forze politiche del centrosinistra e della società civile. Bisogna ribellarsi e contrapporre un progetto di ripresa e di riscatto, costruendo un consistente fronte comune contro chi vuole cancellarci dalla cartina geografica, allontanandoci sempre di più dal resto d’Italia e d’Europa”.

Reggio Calabria, 27.6.2009
UFFICIO STAMPA PdCI CALABRIA

COMUNICATO STAMPA SUI RISULTATI DEI BALLOTTAGGI

“La straordinaria vittoria di Mario Oliverio al ballottaggio per l’elezione del Presidente della provincia di Cosenza, dimostra quanto sia importante e preziosa l’unità e quanto la sua mancanza pesi sulle sorti del centrosinistra che quando si presenta diviso è votato alla sconfitta.”. A dichiararlo, in una nota, è il segretario regionale del Pdci, Michelangelo Tripodi. “Il risultato di Cosenza conferma la grande forza del centrosinistra unito che si è presentato compatto all’appuntamento – spiega Tripodi – e fa da contraltare significativo al risultato negativo del ballottaggio alla provincia di Crotone dove il candidato del centrosinistra alla presidenza, Ubaldo Schifino, non ha voluto o potuto cogliere la disponibilità dei Comunisti Italiani che al primo turno avevano ottenuto 3.015 voti pari al 3,4%. Infatti, nei nostri confronti è stata posta un’incredibile quanto immotivata pregiudiziale che ha impedito l’apparentamento al secondo turno mentre ciò è stato fatto con Italia dei Valori e Rifondazione Comunista. La sconfitta di Schifino per circa 2.500 voti è da considerarsi il frutto delle gravissime divisioni del Partito Democratico nonchè di una scelta sbagliata e punitiva, basata su un atteggiamento arrogante che proprio per questo paga un prezzo enorme con una sconfitta che si sarebbe potuta evitare. La vicenda crotonese è analoga simile a quello che è accaduto a Milano, dove il candidato del centrodestra, Guido Podestà ha strappato la presidenza della provincia al candidato del centrosinistra Filippo Penati per appena 5 mila voti. Un risultato sorprendente dato il margine tra i due candidati al primo turno, con Podestà avanti di 10 punti percentuali rispetto a Penati che al secondo turno ha negato decisamente qualsiasi apertura verso la sinistra pagandone duramente le conseguenze”. “Sono dati – prosegue Tripodi – che devono far necessariamente riflettere chi vuole sconfiggere una volta per tutte un centrodestra che sta impoverendo e destabilizzando lo stato sociale e democratico del paese”. “E' estremamente confortante – afferma ancora il segretario regionale del PdCI –il fatto che grazie proprio al preziosissimo ed insostituibile apporto della sinistra, dal mezzogiorno parte la riscossa contro la destra, contro l’arroganza di Berlusconi e della Lega Nord.
Il centrosinistra, infatti, proprio dal Mezzogiorno d’Italia frena l'emorragia con risultati insperati ed imprevisti”. “Il dato politico quindi è tratto – conclude Michelangelo Tripodi –. Se si vuole sconfiggere il centrodestra, i partiti di centrosinistra devono viaggiare uniti, ognuno conservando le proprie identità e i propri principi, ma sicuri di porre una seria ed efficace alternativa ad un governo che sta letteralmente sfasciando e dividendo in due il paese”.

Reggio Calabria, 23.6.2009

UFFICIO STAMPA PdCI CALABRIA

"Perché trattate così bene Berlusconi?" Don Farinella scrive al cardinal Bagnasco

da Repubblica.it

Questa lettera, scritta da don Paolo Farinella, prete e biblista della diocesi di Genova al suo vescovo e cardinale Angelo Bagnasco, è stata inviata qualche settimana fa e circola da giorni su internet. Riguarda la vicenda Berlusconi, vista con gli occhi di un sacerdote. Alla luce degli ultimi fatti e della presa di posizione di Famiglia Cristiana che ha chiesto alla Chiesa di parlare, i suoi contenuti diventano attualissimi.

Egregio sig. Cardinale,
viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E' il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città.

Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato - o meglio non ha trattato - la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.

Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di "frequentare minorenni", dichiara che deve essere trattato "come un malato", lo descrive come il "drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio". Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell'omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull'inazione del suo governo. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.

Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la "verità" che è la nuda "realtà". Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell'Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei supremi "principi non negoziabili" e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono "per tutti", cioè per nessuno.

Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all'integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi. Non date forse un'assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi "parlate per tutti"? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l'immoralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E' forse un avvertimento che se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l'attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l'8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell'inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo.

I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra a stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull'odio dell'avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con "modelli televisivi" ignobili, rissosi e immorali.

Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l'altro 50% sotto l'influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d'interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pastori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa?

Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita "dal suo sorgere fino al suo concludersi naturale"? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall'eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l'etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant'Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché "anche l'imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa". Voi onorate un vitello d'oro.

Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una maggioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da "mammona iniquitatis", si è reso disposto a saldarvi qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che - è il caso di dirlo - è un silenzio d'oro? Quando il vostro silenzio non regge l'evidenza dell'ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo: "troncare, sopire ... sopire, troncare".

Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? "Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo ... si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest'urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti... A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent'altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire" (A. Manzoni, Promessi Sposi, cap. IX). Dobbiamo pensare che le accuse di pedofilia al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una "bagatella" per il cui perdono bastano "cinque Pater, Ave e Gloria"? La situazione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi dall'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non avete smentito: "Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine che invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix" (La Stampa, 8-5-2009).

Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l'integerrimo sant'Ilario di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell'imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: "Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l'anima con il denaro" (Ilario di Poitiers, Contro l'imperatore Costanzo 5).

Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo il 50% di pertinenza del presidente della Cei "per interessi superiori", lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani, basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e del tessuto connettivo della convivenza civile.

Lei ha parlato di "emergenza educativa" che è anche il tema proposto per il prossimo decennio e si è lamentato dei "modelli negativi della tv". Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l'arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e comportamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro che la prospettiva del "velinismo" o in subordine di parlamentare alle dirette dipendenze del capo che elargisce posti al parlamento come premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro solletico, può continuare nella sua lasciva intraprendenza e nella tratta delle minorenni da immolare sull'altare del tempio del suo narcisismo paranoico, a beneficio del paese di Berlusconistan, come la stampa inglese ha definito l'Italia.

Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all'Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: "Non licet"? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro "tacere" porta fortuna.

In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.
Genova 31 maggio 2009
Paolo Farinella, prete
(24 giugno 2009)

martedì 23 giugno 2009

Comunicato stampa PdCI Calabria

Il risultato conseguito dalla lista comunista PdCI-PRC e dal sottoscritto è davvero bellissimo e straordinario. La città di Reggio, la provincia di Reggio e l’intera Calabria hanno risposto in maniera commovente. In tutte le realtà grandi e piccole della regione abbiamo riscosso successi imprevisti ed ottenuto una brillantissima affermazione. Salutiamo con grande soddisfazione il voto della Calabria che, con oltre 59.000 voti di lista pari al 6,7 %, ci vede collocati al primo posto delle regioni nella graduatoria nazionale. Inoltre, è opportuno ricordare lo splendido risultato raggiunto nella città di Reggio Calabria dove siamo al terzo posto con l’8,8 % e 5.758 voti di lista. A questo va poi aggiunto il magnifico dato provinciale con l’8,1% pari a 16.848 voti di lista. Impressionante è poi il risultato di Polistena (RC) dove la nostra lista è addirittura prima con 1.717 voti pari al 42,5 %. Siamo, dunque, in presenza di un exploit politico e personale che costituisce il dato più significativo del voto calabrese. Il consenso così ampio ottenuto rappresenta l’espressione di una grande fiducia e testimonia il riconoscimento del lavoro svolto e dei risultati raggiunti a favore di Reggio e della Calabria. Ovviamente la soddisfazione per il voto calabrese non può cancellare la delusione per il risultato nazionale che pur avendo superato il milione di voti pari al 3,4 % non consente di partecipare alla ripartizione dei seggi, a causa dello sbarramento del 4 % che vergognosamente è stato introdotto alla vigilia delle elezioni nella legge elettorale per il parlamento europeo. Un grazie affettuoso ai compagni e alle compagne dei Comunisti Italiani e di Rifondazione Comunista che con grande slancio ed entusiasmo hanno condotto la campagna elettorale in tutta la regione, che hanno contribuito in maniera determinante al raggiungimento di questi lusinghieri risultati, dimostrando quando sia importante e prezioso l’impegno unitario. Infine, rivolgo un sentito e sincero ringraziamento agli elettori ed alle elettrici che in Calabria alle elezioni europee hanno scelto così numerosi di votare la lista comunista e di esprimere una preferenza sul mio nome. Sono stati davvero tanti e tante. Il loro contributo ci incoraggia a proseguire con più forza e tenacia nelle lotte intraprese e nelle battaglie per il cambiamento che sono vitali per la nostra regione.
(Michelangelo Tripodi)

domenica 21 giugno 2009

Ivan Della Mea - Pellegrini: "Straordinario poeta popolare. Sua morte grave perdita per cultura di sinistra"

Ufficio Stampa PdCI

"La morte di Ivan Della Mea è una grave perdita per tutta la cultura di sinistra. Ivan è stato uno straordinario poeta popolare. Un cantore di giustizia sociale e di libertà. Le sue canzoni sono affreschi di vita quotidiana che resteranno indelebili nella memoria collettiva di tantissime persone. Il PdCI, partito con il quale Ivan Della Mea si è più volte candidato, esprime immenso dolore e profondo cordoglio ai familiari, a tutti coloro i quali lo hanno conosicuto e che lo hanno amato e che, siamo sicuri, continueranno ad amarlo". E' quanto afferma Paola Pellegrini, responsabile Cultura del PdCI.

Pagliarini: "Salari a picco, lavoratori abbandonati a loro stessi. Serve una nuova scala mobile"

Ufficio Stampa PdCI

"Le retribuzioni sono ferme al palo come dimostra il dato Istat relativo all’aumento dei salari su base annuale pari allo 0,1%, il peggiore dal 2000. Il governo fa finta di non vedere in quale drammatica situazione versino milioni di lavoratori in questo Paese; si gira dall’altra parte dinanzi all’evidenza dei numeri della crisi e ignora le conseguenze della drastica diminuzione del potere di acquisto delle retribuzioni. Che è favorita dal sistema di calcolo dell’inflazione basato sul tasso programmato invece che sul dato reale. Dal 1993, infatti, i lavoratori e chi ne difende gli interessi sono costretti a impiegare ogni sforzo nel vano tentativo di recuperare lo scarto tra il tasso di inflazione preventivata e quello reale che falcidia gli stipendi. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: le retribuzioni sono ferme e le condizioni di lavoro peggiorano, visto che ogni sforzo è concentrato a recuperare piccole quote di salario perso per strada. Perciò i comunisti hanno lanciato da oltre un anno la proposta di ripristinare un meccanismo automatico di recupero salariale, una nuova scala mobile per iniziare a ripristinare un minimo di equità sociale". E' quanto afferma Gianni Pagliarini, responsabile Lavoro del PdCI.

Afghanistan - ancora truppe italiane

Palermi: “Aumento italiani? Berlusconi sacrifica militari per amicarsi Obama”

“Berlusconi sacrifica i militari italiani sperando di amicarsi Obama. In Afghanistan si combatte una vera e propria guerra di occupazione in cui l’Italia recita la parte del servo sciocco degli Usa in una aggressione criminale ad un intero popolo. Aumentare le truppe italiane in quel pantano è una terribile e scellerata decisione che aggiungerà altra guerra e orrore a quanto sta già avvenendo”. E’ quanto afferma Manuela Palermi dell’ufficio politico del PdCI e direttore de 'la rinascita della sinistra'.

Ufficio Stampa PdCI

Sicurezza, Ronde Nere - Sgobio: "No al tecnicismo di Maroni: le ronde portano al fascismo"

Ufficio Stampa PdCI

"Maroni non può ridurre il tutto a tecnicismo. Questa è la via più breve per condurre il paese all'odio, all'intolleranza e al razzismo in nome di un falso presunto pericolo sociale. La privatizazione della sicurezza, voluta da questo governo, è una sconceria terribile e inquietante, perché porta direttamente al fascismo. Le ronde nere non sono una roba folkoristica su cui abbozzare ammiccamenti e sorrisetti ma sono la prova provata di quale pericolo corra oggi l'Italia in materia di democrazia". E' quanto afferma Pino Sgobio dell'ufficio politico del PdCI.

Cuba - Delegazione di Cuba ha incontra il PdCI

Ufficio Stampa PdCI

Una delegazione di Cuba composta dal compagno Raymundo Navarro Fernandez della Segreteria della Centrale dei Lavoratori di Cuba e Yamila Pita, Consigliera politica dell’Ambasciata di Cuba in Italia, si è incontrata stamani con una delegazione del PdCI, composta dal Presidente del PdCI Antonino Cuffaro, Andrea Genovali, vice resp. Esteri PdCI e da Stefano Fedeli, resp. America Latina e Coop. Internazionali PdCI.
Durante l’incontro è emersa la sintonia fra PdCI e i cubani sull’analisi della crisi strutturale del capitalismo; sull’importanza della campagna che il PdCI ha svolto in Italia in ricorrenza del 50° anniversario della Rivoluzione cubana e su come le relazioni bilatera fra il PdCI e i cubani abbiano raggiunto un livello di grande complessità ed efficacia nell’ambito dell’accordo di cooperazione sottoscritto fra il PdCI e il PCC.

Michelangelo Tripodi ringrazia tutti


Il PdCI di Vibo Valentia analizza il risultato elettorale

Dal risultato del voto del 6/7 giugno è emerso un dato ambivalente. Si è trattato, infatti, di un risultato insoddisfacente, poiché avevamo un obiettivo essenziale, quello del superamento del 4%, e l’abbiamo mancato. La lista comunista e anticapitalista, però, ha raccolto da sola più voti, sia in percentuale che in termini assoluti, di quanti non ne abbia ottenuti nel 2008 l’Arcobaleno, che raggruppava tutte le forze della sinistra di alternativa. Il voto evidenzia quindi una tendenza positiva: un recupero, anche se parziale, di consensi da parte dei comunisti e delle altre forze rappresentate nella lista. Va inoltre sottolineato che queste elezioni si sono svolte in una situazione per noi molto più difficile rispetto all’anno scorso, sia perché avevamo alle spalle la rovinosa e deprimente vicenda dell’Arcobaleno (da molti considerata una pietra tombale sulle sorti della sinistra d’alternativa), sia perché la crisi economica accresce il disagio di parte del nostro elettorato e rafforza la presa egemonica della destra: l’avanzata della Lega – cioè l’ aspetto di gran lunga più allarmante di questo voto – nasce dalla sua capacità di offrire risposte persuasive, benché illusorie e devastanti, sul terreno dell’ occupazione e del salario in principi territoriali che mirano a dividere il movimento dei lavoratori e delle lavoratrici tra nord e sud. Queste elezioni erano molto più difficili delle precedenti anche per l’isolamento in cui ci siamo trovati. La stampa e televisioni nazionali ci hanno praticamente ignorati. Abbiamo registrato una vergognosa e sistematica censura dei mezzi d’informazione, mirata contro la lista comunista. In questa situazione, come abbiamo molte volte denunciato, le responsabilità del Partito democratico sono enormi. Pur di cancellare le sole forze non compatibili con le sue scelte neoliberiste, non esita a colpire i cardini della democrazia, come dimostra anche la vicenda del referendum elettorale. Dire tutto questo, naturalmente, non esaurisce il tema delle cause che ci hanno impedito di superare la soglia del 4%. A questo proposito non vanno escluse anche nostre colpe, ovvero gli errori commessi nel corso della campagna elettorale nel comunicare le nostre idee e proposte, nel presentare il progetto politico sotteso alla lista unitaria. Ma il dato ottenuto, comunque, ci offre la possibilità, la speranza, ma soprattutto la sicurezza, che si può ripartire, rilanciare la nostra proposta politica, a partire da un nuovo radicamento nei territori. E’ per questa ragione, infatti, che guardiamo con soddisfazione al dato elettorale della provincia di Vibo Valentia e della città capoluogo. Dal risultato, precisamente, emerge con chiarezza come la lista comunista abbia ottenuto un buon risultato, superando il 4%, nell’attenta valutazione soprattutto dell’alta percentuale di astensionismo registrata, e come soprattutto la falce e martello, il simbolo da tanti, troppi, oggetto di livorosi insulti o delegittimazioni, abbia ottenuto il consenso di una considerevole percentuale di elettori. Sia nella città di Vibo Valentia, quanto su tutto il territorio provinciale, la lista comunista si è riconfermata la quinta forza in termini elettorali, della quale non si potrà non tener conto a partire dalle prossime elezioni. In definitiva, i risultati raggiunti ci indicano chiaramente di proseguire verso la strada dell’unità delle forze comuniste ed anticapitaliste, per la quale lavoreremo anche ad aggregare tutte quelle forze di sinistra per nulla allineate all’attuale sistema, riprendendo con più vigore la nostra presenza all’interno del conflitto sociale, a partire dai luoghi di lavoro espresso in tutte le sue forme, attraverso un concreto rilancio di iniziativa e mobilitazione politico-sociale.

COMUNICATO STAMPA referendum

“L'attuale legge elettorale studiata da Calderoli che è stata definita una porcata, rischia di diventare una doppia porcata se sciaguratamente si raggiungesse il quorum e passasse il sì al referendum”. A sostenerlo, in una nota, è il segretario regionale del PdCI, Michelangelo Tripodi, che invita gli elettori “a non votare domenica e lunedì prossimi per il referendum e a recarsi alle urne solo laddove ci sono i ballottaggi per le amministrative ”. “Solo con l’astensione c'è la fondata possibilità che il referendum non raggiunga il quorum previsto dalla legge – commenta Tripodi -. Se passassero i sì, infatti, il rischio che si corre è quello di azzerare lo stato democratico nel nostro paese. Chi va a votare per i ballottaggi si ricordi quindi di dichiarare chiaramente al seggio che non vuole partecipare al voto referendario, perché altrimenti finisce per favorire il raggiungimento del quorum”. “Con l'eventuale abrogazione del premio di maggioranza alla coalizione – prosegue il segretario regionale del PdCI - la democrazia subirebbe un colpo letale, salterebbero tutte le garanzie di autotutela costituzionale. In sostanza, se si votasse oggi per le politiche , prendendo come riferimento i dati delle recentissimi europee, il Pdl di Silvio Berlusconi che ha ottenuto il 35%, otterrebbe il 55% dei seggi, cioè la maggioranza assoluta che si tradurrebbe in uno Stato autoritario dove il solo partito di maggioranza avrebbe il potere di modificare la Costituzione, di scegliere il presidente della Repubblica, i membri non togati del Csm, i giudici della Corte Costituzionale e via discorrendo. Insomma, il popolo non sarebbe più sovrano, ci troveremmo di fronte ad una vera e propria dittatura che azzererebbe la storia della nostra Repubblica, le conquiste fatte dopo la cacciata del fascismo per la democrazia, la libertà, l’uguaglianza”. “Per questo importantissimo motivo - conclude Michelangelo Tripodi - i Comunisti Italiani invitano gli elettori calabresi a non votare oppure a non ritirare le schede per il referendum”.

Reggio Calabria, 19 giugno 2009
Ufficio Stampa PdCI Calabria

martedì 2 giugno 2009

chiusura campagna elettorale a Reggio Calabria

TANTE VOCI
PER UN VOTO COMUNISTA
GIOVEDI 4 GIUGNO, ORE 20.00
PIAZZA CAMAGNA

CHIUSURA DELLA CAMPAGNA ELETTORALE
DELLA LISTA COMUNISTA E ANTICAPITALISTA

Introducono
Stefano Perri – Coordinatore Federazione Giovanile Comunisti Italiani
Gianluca Romeo – Coordinatore Giovani Comunisti PRC

Intervengono
Romina Arena – Ricercatrice precaria
Errigo Giarmoleo – FIOM CGIL
Franco Paviglianiti – CGIL Segretario Funzione Pubblica
Mimmo Lucano – Sindaco di Riace
Laura Cirella – Consigliera PdCI Commissione Comunale Pari Opportunità
Pasquino Crupi – Prorettore Università per Stranieri “Dante Alighieri”
Rubens Curia – Dirigente Sanitario
Maria Grazia Buffon –Arch. Assessorato Urbanistica
Massimo Canale – Consigliere PdCI al Consiglio Comunale
Omar Minniti – Consigliere PRC al Consiglio Provinciale
Nino De Gaetano – Segretario Regionale PRC



…e tutte le cittadine e cittadini che vorranno intervenire a sostegno della Lista Comunista!


CONCLUDE
Michelangelo Tripodi
Candidato al Parlamento Europeo



www.unaltraeuropa.it