martedì 14 giugno 2011

MICHELANGELO TRIPODI: “SCONFITTI PER COLPA DEL PD REGGINO”

I comunisti italiani non entrano in Consiglio comunale e, secondo l’aritmetica del Ministero dell’Interno, non tocca loro nessun seggio in Consiglio provinciale. Meglio non è andata nel resto della Calabria. Michelangelo Tripodi, segretario regionale dei Comunisti italiani, ne è ben consapevole. Ma si offre a questa nostra intervista tranquillo e lucido, come sempre. I comunisti sono abituati a trarre la lezione dei fatti e per nulla disposti a rassegnarsi ai fatti.


Chiediamo: Segretario, e allora, quale lezione trarre dai risultati elettorali?


La lezione di questo voto amministrativo in Italia e in Calabria si può riassumere così: dove vince il centrosinistra, il PD ha generalmente subito le scelte, come a Milano e a Napoli. Dove il centrosinistra perde , questo avviene perché il PD ha imposto o ha fatto proprie scelte che hanno prodotto rottura e divisione, come a Reggio Calabria al Comune e alla Provincia e vale anche per Cosenza, del centrosinistra. In Italia ha perso Berlusconi, in Calabria ha vinto Scopelliti, ma ha soprattutto perso il PD , che ha voluto esercitare il ruolo di partito-guida del centrosinistra. Proprio per questo non me la sento di parlare di controtendenza calabrese.


Il che, tra l’altro, riproporrebbe il vecchio schema d’una Calabria vandeana, riserva storica dei voti della Destra.


Certo, ed è da respingere assolutamente. Se, infatti, di questo si trattasse, non si spiegherebbe come mai cinque anni fa conquistammo la Regione , la Provincia di Reggio e di Cosenza, oltre che il comune di Catanzaro e di Cosenza. Stando con i piedi per terra, si può dire che il voto non premia l’arroganza, i voltagabbana, il trasformismo, la disunità, frutto di scelte sbagliate e non condivise. È stato punito un modo di fare politica fondato sull’idea che si possano sempre e comunque imporre agli altri le proprie scelte. Forse questo valeva una volta. Oggi i risultati dimostrano che non è più così.


Vogliamo uscire dal fraseggio e spiegare concretamente quello che è avvenuto?


Come no. Questo è avvenuto: in presenza di una richiesta di quattro forze politiche del centrosinistra (PdCI, IDV, SEL e VERDI) che chiedevano l’azzeramento delle candidature al Comune e alla Provincia di Reggio, il PD ha respinto questa proposta e si è arroccato su posizioni di netta chiusura al cambiamento ed all’innovazione. Noi precisammo questo nostro orientamento in un documento della Segreteria Provinciale del PdCI del 28 marzo 2011. La proposta dell’azzeramento fu respinta dal PD e ciò si è rivelato un errore fatale per l’esito della competizione elettorale al Comune e alla Provincia di Reggio Calabria perché ha aperto la strada alla divisione e alla rottura con forze importanti del centrosinistra sia al Comune che alla Provincia. Invece, un’apertura del PD avrebbe potuto consentire una ripresa del confronto mettendo in campo personalità che a Reggio non mancano e che potevano raggiungere l’obiettivo di unire il centrosinistra e di superare le divisioni che si sono rivelate così nefaste.


Insomma, voi Comunisti Italiani dite: noi siamo senza peccato. Che è, poi, un vecchio vizio dei comunisti.


Nient’affatto. Sa come si diceva una volta? Che bisognava essere capaci di fare critica e autocritica. Abbiamo sbagliato anche noi comunisti, abbiamo anche noi le nostre responsabilità per la sconfitta subita. Ma noi dobbiamo sapere distinguere. Noi non siamo una grande forza, non potevamo, perciò, essere decisivi nelle scelte. Le responsabilità principali sono tutte del PD reggino, il partito più forte del centrosinistra, e questo Partito, invece di ricercare e promuovere una politica unitaria e condivisa, ha ritenuto di portare avanti una prova di forza muscolare in ciò assecondato dal PRC. L’esito negativo di questa operazione è stato fallimentare, come s’è visto, poiché sono state scelte candidature che hanno finito per dividere e frantumare il centrosinistra e che hanno portato ad una rovinosa sconfitta. Ed è risultata sbagliata anche l’impostazione della campagna elettorale.


Vogliamo fare qualche esempio?


La presenza a Reggio di Veltroni, responsabile d’avere cancellato i comunisti dal Parlamento nazionale ed europeo, e quella di D’Alema, che, come sempre ha fatto quando il centro destra è in difficoltà, ha già lanciato l’ancora di salvezza proponendo il governissimo al PDL sconfitto. Tutto questo sicuramente non ha rafforzato lo spirito di combattimento.


Quindi, Lei considera Canale un ostacolo per l’unità. Ma ci potevano essere candidature e programmi capaci di garantire uno sbocco diverso alle elezioni ?


Io ne sono certo. E questo lo affermo con la forza dei numeri. La candidatura di Canale, fatta propria dal Pd che ha tentato di imporla agli altri, non solo è stata sconfitta direttamente al primo turno, ma si è rivelata totalmente inadeguata come noi abbiamo più volte affermato. Tant’è che ha raggiunto il risultato del 28 % che rappresenta solo il 3% in più di quanto ottenuto dal candidato Sindaco Lamberti Castronuovo nel 2007 quando era candidato Scopelliti.


Cioè, Lei sta dicendo che il 28%, conquistato dall’avv. Canale, che si misurava con Arena, vale meno del 25% di Lamberti Castronovo, che invece s’era dovuto misurare con Giuseppe Scopelliti.

È un fatto. Insomma se Lamberti Castronuovo, come tutti allora hanno detto, ha avuto un pessimo risultato, quello di Canale, dopo un anno di campagna elettorale, tutt’al più può essere considerato mediocre. Peraltro, il risultato di Canale è assai inferiore rispetto al 33% ottenuto nella città dall’avv. Morabito, candidato alla Presidenza della Provincia. E questo deve fare capire, al di là delle tante parole in libertà, che a Reggio c’erano tante potenzialità che non si sono potute esprimere perché il centrosinistra era diviso e perché è prevalso l’interesse e l’ambizione personale di una sola persona a scapito della necessità di perseguire l’unità di un’intera coalizione.


A chi si riferisce?


Mi riferisco all’avv. Canale. E qui vorrei sottolineare che, ad urne chiuse, ha rilevato e denunciato l’anomalia del voto al Comune, sostenendo che in alcuni quartieri, come Archi, il rapporto di voto tra lui e Arena è stato di 1 a 10, mentre nel centro cittadino sarebbe di 40 a 60.


Mi sembra che non ci sia nulla da ridire.


E’ probabile che Canale abbia ragione. Ma non si può dire che il voto di Archi, capitale indiscussa della ‘ndrangheta reggina, presenta anomalie solo in occasione delle elezioni comunali. Anomalo è stato anche il voto dello scorso anno alle elezioni regionali quando nel quartiere di Archi il candidato più votato è risultato il consigliere regionale De Gaetano, che tra l’altro è stato il principale sponsor di Canale. Anche quello va riconosciuto come un voto anomalo. Altrimenti prevale il doppiopesismo unito ad un atteggiamento omertoso che va combattuto. Inoltre, va ricordato che almeno l’80 % di quelle schede erano state votate utilizzando il voto disgiunto e recavano due indicazioni diverse e contrapposte: De Gaetano e Scopelliti. Senza dimenticare che ad Archi proprio Scopelliti ha avuto un’affermazione travolgente. Come può essere stato possibile che il candidato di una lista con la falce e martello, che non era tra quelle principali e che per giunta non apparteneva a quel territorio possa essere stato in assoluto il primo eletto nel quartiere di Archi? E come mai Canale, che si dimostra così attento nell’analisi del voto comunale, non dimostra la stessa attenzione nei confronti di questa anomalia così evidente?


Bisognerebbe domandarlo all’avv. Massimo Canale. Comunque, Lei sta facendo un’affermazione molto forte. E le voglio ricordare che il voto disgiunto è una possibilità che la legge elettorale offre ai cittadini. I quali se ne avvalgono. Voto anomalo e voto disgiunto non sono la stessa cosa.


Ma c’è un evidente intreccio tra i due elementi. Da qui nasce l’anomalia di quel voto. Un fatto è certo: non era mai accaduto ad Archi che il candidato di una lista di sinistra fosse il più votato. Qualcosa vorrà pure dire o dobbiamo fare finta che non è avvenuto nulla. Comunque, tornando sull’esito elettorale, è sorprendente come la sconfitta al Comune venga spacciata da taluni come un trionfo, continuando a sbagliare nella valutazione di una candidatura che ha creato effetti devastanti sul centrosinistra reggino, producendo e alimentando una frantumazione che ci vorranno anni per recuperare.


Parole pesanti, che, tuttavia, non nascondono una contraddizione di fondo. Come mai , a parte il caso Canale, il PdCI ha accettato di stare alla Provincia nella coalizione guidata da Morabito?


Il PdCI alla Provincia ha assunto una posizione di grande responsabilità sostenendo il Presidente uscente Morabito. Una scelta di fiducia diretta alla persona e non al PD, suo partito di appartenenza. Infatti, fermo restando il totale dissenso rispetto alla linea assunta dal Pd, il PdCI ha deciso di sostenere, con un atto di estrema generosità politica, la candidatura del Presidente uscente Giuseppe Morabito, in coerenza con l’impegno che negli anni passati i Comunisti Italiani hanno portato avanti, essendo stati in tutta la consiliatura, parte integrante della Giunta provinciale e della maggioranza consiliare. La nostra scelta e il risultato elettorale, ottenuto dal PdCI, con il 3,3 % sono stati determinanti per consentire a Morabito di andare al ballottaggio, anche se l’esito finale è stato negativo. Rimane un grande rammarico per quello che poteva essere e non è stato. Al ballottaggio sarebbe bastato che soltanto 2 0 3 dei tanti, direi troppi, consiglieri provinciali che sono passati dall’altra parte fossero rimasti nel centrosinistra. E si badi bene si trattava di consiglieri che sono stati “beneficiati” in tutti i modi, ricevendo favori di ogni tipo che poi sono stati utilizzati per acquisire una vasto consenso personale nei collegi, di cui alla fine ha potuto godere Raffa. Per fermare questa deriva personalistica e qualunquistica ci voleva un PD capace di fare politica, invece di guardare a piccoli interessi personali.


Per finire, Le faccio una domanda retorica: Lei è soddisfatto del risultato del PdCI ?


Molto soddisfatto: siamo il primo partito in otto comuni della provincia di Reggio tra cui Polistena, Roccella, Brancaleone e abbiamo ottenuto risultati lusinghieri anche nella città di Reggio Calabria per quanto riguarda la provincia. E a Canale, che nei giorni scorsi voleva sapere cosa pensi Diliberto del risultato elettorale di Reggio, rispondiamo che il Segretario nazionale del PdCI ha telefonato per fare i complimenti a tutto il partito reggino per il brillante risultato elettorale ottenuto ed ha pubblicamente elogiato nella riunione della Commissione politica Nazionale per il Congresso, svoltasi nei giorni scorsi a Roma, il lavoro e i risultati ottenuti dai Comunisti Italiani reggini.


Lei sta facendo riferimento al voto provinciale. E del voto al Comune, poco percepibile, cosa dice?


Abbiamo affrontato una battaglia difficile e complessa, compiendo una scelta per quale abbiamo anche perso pezzi, ma ciò ci ha consentito di fare chiarezza sulle forze reali su cui il PdCI può contare nella città. Il risultato elettorale nella sua modestia rappresenta comunque una base di ripartenza significativa. Il PdCI c’è, è presente a Reggio e in Provincia e continuerà nella sua azione politica autonoma ed unitaria come sempre negli interessi del popolo.


Mi sembra difficile, a meno che non si tratti di un rituale, che si possa portare avanti una politica unitaria, puntando l’artiglieria contro il Pd e contro il Prc senza dei quali non si può ricostituire un centrosinistra non azzoppato.


Non è vero. Le cose stanno in un altro modo. Il PdCI ha sempre perseguito una linea unitaria nella sinistra e nel centrosinistra. Lo dimostra la nostra storia politica e le scelte concrete di questi anni. Le voglio ricordare che avevamo proposto ufficialmente a Rifondazione Comunista la presentazione anche al Comune e alla Provincia delle liste della Federazione della Sinistra. Proposta che , com’è noto, è stata rifiutata. Alla fine abbiamo costituito il polo di sinistra al Comune con IDV e SEL, partiti, non lo dimentichiamo, da cui provengono De Magistris e Pisapia che sono quelli che da Napoli a Milano rappresentano le vere autentiche novità positive per il centrosinistra di questa campagna elettorale. Questo segnale di svolta e questa voglia di cambiamento va colto e tradotto anche nella realtà reggina


(10.06.2011)
Carmelo Carabetta
Redazione LA RIVIERA

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