mercoledì 31 agosto 2011

Comunicato sciopero 6 settembre


La Federazione della Sinistra aderisce alla giornata di sciopero e mobilitazione indetta dalla Cgil il prossimo 6 settembre. Consideriamo lo sciopero generale del 6 settembre come l’inizio di un percorso di lotta di popolo che deve costruire dal basso un’altra idea di Europa e un altro modello economico. Sosteniamo la Cgil che in questo momento sta subendo degli attacchi gravi e che ha invece giustamente scelto di opporsi ad una manovra iniqua, caratterizzata da provvedimenti inqualificabili e che verrà pagata solo dalla povera gente, mentre chi è ricco continuerà a godere dei privilegi e delle attenzioni che il governo gli riserva. La Federazione della Sinistra di Vibo Valentia scenderà in piazza e sosterrà la mobilitazione. Invitiamo tutti i nostri iscritti ad essere presenti con le nostre bandiere rosse con sopra i simboli del lavoro per eccellenza, la falce ed il martello, per far vedere che c’è ancora chi lotta per i diritti e per il lavoro, per la giustizia sociale e l’uguaglianza e soprattutto per distinguersi dalle bandiere bianche di chi ha abbandonato la lotta per rincorrere Confindustria, CISL e UIL e tutti gli interventi filo padronali.
Il Partito dei Comunisti Italiani e il Partito della Rifondazione Comunista di Vibo Valentia saranno in piazza S. Leoluca e si augurano che scenda in piazza tutta la popolazione vibonese per protestare contro questa manovra che colpirà le classi deboli del paese e in modo particolare la popolazione meridionale da sempre figlia di un Dio minore e rappresentata da Senatori che votano senza nemmeno leggere i decreti a loro presentati. Invitiamo la classe politica a scendere in piazza con il Popolo per protestare contro qualcosa di pericoloso e non a fare passerelle solamente quando in ballo ci sono le loro comode poltrone.

Federazione della Sinistra  - Vibo Valentia

Comunicato Stampa Fds - Soppressione Province


Sin dall’uscita della proposta, abbiamo sempre considerato il fatto che la soppressione delle Province fosse una cosa pressoché impraticabile. Al di là di questo, però, vi è sempre stato un elemento politico della proposta che ha reso necessaria una chiara presa di posizione. L’abolizione delle Province, in maniera populistica e demagogica, premeva non solo sulla direzione della restrizione degli spazi pubblici ed istituzionali della democrazia - in questo caso colpendo i livelli intermedi - ma tentava di trovare fondamento e consenso spingendo l’opinione pubblica a credere che la loro esistenza fosse solo un inutile orpello, l’ennesimo obolo pagato ala politica parassita. In un drammatico momento di crisi per molte famiglie di lavoratori italiani, non è difficile credere che essa abbia trovato qualche suo sostenitore. In maniera altrettanto oggettiva, però, non si può fare a meno di interrogarsi su come troppo facilmente, appunto, tali demagogiche proposte trovino sempre qualche consenso. Basta prendere in esame l’intera vicenda relativa alla Provincia di Vibo Valentia. Nella sua ristretta dimensione locale, tale ente, piegato da sempre a logiche di interessi esclusivi, non ha mai dato il necessario e doveroso senso di un ente pubblico che potesse incidere positivamente sulla vita dei cittadini rappresentati. Mai come in questa stagione, poi, l’attuale amministrazione provinciale vive un tale calo di consensi che quasi a stento si riesce e si è riusciti a giustificare la contrarietà alla sua soppressione. In altre parole, una chiara e drastica crisi verticale della classe dirigente ha finito per non giustificare più i costi del mantenimento dell’intera istituzione. Vibo Valentia, a differenza di altre Province, non è riuscita proprio per diretta responsabilità di chi si trova alla guida dell’ente, a dare continuità e applicabilità a tutti quei programmi - troppe volte ridotti a mera propaganda elettorale - tanto da far credere che le spese sostenute da una comunità per il suo mantenimento fossero uno spreco. Ecco, questo è il nodo di una questione a cui tutti dovrebbero soffermarsi per tentare di dare una risposta ed eventualmente, riconoscendo le proprie responsabilità, decidere di fare un passo indietro. Solo per restare nelle ultime fasi recenti, troppe volte abbiamo sentito dichiarazioni di imminenti cambiamenti, sostenuti da azzeramenti di giunta, che avrebbero dato un segno diverso alle politiche in difesa delle famiglie, del lavoro, del turismo, dell’ambiente, tanto da rendere possibili anche stravolgimenti e incredibili capriole politiche proprio in nome di questo imminente cambiamento. Che però, dando sempre più l’amara sensazione di essere stati truffati, tarda ad arrivare. Per tutto ciò, crediamo che se realmente si vuole restituire il dovuto rispetto alla politica, la dovuta credibilità, la necessaria fiducia di un processo che non si limita a gestire alla meno peggio il presente, ma si preoccupa di immaginare e costruire il futuro, è da queste considerazioni che bisogna partire. Solo da qui si riparte in nome di una alternativa credibile.
 
Federazione della Sinistra Vibo Valentia

giovedì 18 agosto 2011

Il PdCI sull'abolizione provincia di Vibo Valentia e la manovra anticrisi

Ecco di nuovo una notizia farlocca, finta, tesa solamente a nascondere le nefandezze e le catastrofi di questo governo e, perché no, anche dell’opposizione (quella che vota a favore del federalismo, IDV, e quella che si astiene, PD).
Si ritorna a parlare dell’abolizione della provincia di Vibo e tutti alzano gli scudi per difendere questo avamposto democratico, necessario, indispensabile e doveroso. Noi no, non la pensiamo così. Certo riteniamo assurdo un discorso che vale solamente per pochi territori e non per tutti e la nostra idea sarebbe di togliere un ente inutile ma non di certo i veri avamposti dello Stato quali Prefettura, Questura oppure i comandi provinciali di Carabinieri, Finanza e Vigili del fuoco.
L’abolizione della provincia non ci sarà nemmeno questa volta perché questo provvedimento è stato incluso ad arte nel decreto per far parlare del nulla nascondendo quello che veramente si cela in questa ennesima manovra: TFR ritardati di due anni, innalzamento dell’età pensionabile per le donne, tredicesime ritardate e date a rate, ennesimo blocco degli stipendi, abolizione degli scatti di anzianità, abolizione delle feste come il 25 Aprile e il 1° Maggio, distruzione dello statuto dei lavoratori, tagli enormi allo stato sociale (o quel che ne rimane) e licenziamenti del pubblico impiego di straordinarie dimensioni. E dovremmo preoccuparci della finta abolizione della provincia? Questo è l’ultimo dei nostri problemi, l’ultimo dei problemi degli abitanti di questa provincia mentre è il primo dei nostri politicanti e amministratori presi come sono nel farsi gli affari loro. Bevilacqua che sinceramente dice di non aver ancora letto la manovra la dice lunga su quanto è interessato ai problemi del paese e dovrebbe solamente vergognarsi delle sue affermazioni ma anche dei suoi pochi fatti, ci ricordiamo di lui solo per la proposta abominevole di abolire il reato di ricostruzione del partito fascista. Il tutto viene giustificato da questo governo con l’intento di un fantomatico risparmio economico e di taglio dei costi della politica. Scusateci ma questa giustificazione ci fa veramente ridere. Proprio Bevilacqua è l’esempio della Casta, quella Casta seduta su una poltrona da decenni che non ha mai prodotto niente per il nostro paese e che percepisce uno stipendio faraonico sulla base del nulla di fatto. Chi ha votato gente come lui dovrebbe vergognarsi di averlo fatto…ah scusateci avevamo dimenticato che non si può più votare per i candidati ma solo per i partiti.
Eppure, tranne per i servizi che ci verrebbero tolti se la provincia di Vibo Valentia venisse abolita (Questura, Vigili del fuoco, ecc), i cittadini della provincia Vibonese sembrano quasi essere contenti di levarsi dalle scatole una classe politica che non ha mai prodotto niente di buono. Da Romeo a Bruni, fino all’attuale presidente De Nisi, la gente non ha mai avvertito la presenza della Provincia. In questi ultimi anni De Nisi ha avuto un’ulteriore chance per lavorare bene e produrre benefici, in modo da far crescere l’affetto dei cittadini verso gli amministratori di palazzo ex-enel, ma niente ha scelto di rimanere anche lui un anonimo attore di questa farsa che è l’amministrazione provinciale Vibonese.
Se tutto questo fosse successo qualche decennio fa i sindacati avrebbero lottato per mantenere i diritti dei lavoratori, diritti per i quali la gente (ed i vecchi sindacalisti) ha lottato nel passato, oggi invece assistiamo ad un silenzio “assordante”. Questo perché dopo la casta dei politici, viene la casta dei sindacalisti!
Sinceramente poi sono fastidiosi come il volo di una zanzara quei consigli dati da vecchi politicanti che non hanno prodotto niente di buono quando erano in carica e pretendono di dare “buoni consigli” e venire ascoltati oggi che sono a casa a godersi tranquillamente il grasso vitalizio pagato dai contribuenti. Non dimentichiamo infatti che se il debito pubblico in Italia si è formato tra gli anni 70 e 80, proprio quando questi presunti buoni amministratori erano nel pieno del loro potere politico! A questa gente diciamo: Non facisti pira quand'eri piraru, e vo fari miraculi ora chi non si santu!?
Se veramente abolissero la provincia di Vibo tanti nostri amministratori andrebbero finalmente a cercarsi un lavoro? Forse capirebbero cosa significa avere un lavoro precario, essere sfruttati e sottopagati... forse riuscirebbero a capire cosa significa emigrare per avere un pezzo di pane. Forse capirebbero perché alla loro porta c'è sempre stata la fila di persone in cerca di un lavoro da elemosinare, su cui tanti di loro hanno fatto la loro fortuna politica!
Questi vecchi amministratori sono l’esempio della malapolitica. Sono proprio loro quelli che trasmettono alla gente quel senso di sfiducia verso la politica. Ma non lo fanno involontariamente, lo fanno da anni ormai di proposito, proprio per scoraggiare ed impedire quanti vorrebbero occuparsi in modo serio e pulito, quelle persone che vogliono far politica per la gente e non per i loro interessi privati. In questo modo adesso la gente tende a mettere anche i giovani che si occupano di politica (quelli che non hanno mai avuto incarichi istituzionali) nello stesso calderoni, ormai è consuetudine dire “sono tutti gli stessi, tutti imbroglioni”. Non è così, non è vero. Dobbiamo avere fiducia nei giovani e nella gente onesta, altrimenti non ci salveremo mai da questa situazione e non riusciremo mai a mandare via questa gente!
Questa manovra è come quei contratti con le clausole più scomode scritte in piccolo a fondo pagina, quelle che quando le leggi ti viene il panico e pensi “accidenti, cos’ho firmato?”. Solo che noi cittadini italiani non abbiamo firmato niente, nessuno ci da la possibilità di esprimerci su questi provvedimenti presi dal governo. Una cosa è certa, questa manovra continuerà nell’opera di far diventare i ricchi più ricchi ed i poveri più poveri! Ricordiamoci però che in Italia i poveri sono molto più numerosi e che verrà il giorno in cui questi si stancheranno di essere svenati ed allora cittadini Italiani vorranno riprendere in mano il loro destino!

Partito dei Comunisti Italiani - Vibo Valentia

Unical: prove tecniche di dittatura.

L’Università della Calabria si trova ancora una volta vittima dell’autoritarismo del magnifico (?) rettore Giovanni La Torre, famosissimo per i suoi rapporti trasversali con la politica, per le sue amicizie personali sia con l’ex governatore di centro-sinistra Loiero che con l’attuale governatore di centro-destra Scopelliti, ma soprattutto per essersi prolungato il mandato, in barba alla legge, con una modifica “ad-personam” dello Statuto, che gli ha permesso ( e continua a permettergli ) di regnare sull’Unical da dodici anni a questa parte.
La Torre non ha mai nascosto la sua visione “aziendalistica” dell’Università; una visione che lo accomuna alla maggior parte dei rettori italiani e che lo trova in sintonia con il progetto criminoso di distruzione dell’Università pubblica portato avanti da questo governo, con i numerosi tagli, l’ampliamento dei poteri del rettore e l’ingresso dei privati nel c.d.a. dell’Università.
Ma La Torre non si “limita” a tutto questo; il suo progetto va oltre, colpendo tutti quelli che sono i centri di aggregazione sociale e di promozione del pensiero critico, all’interno dell’Ateneo.
Il primo ad essere colpito è stato il centro sociale “Filorosso”, nato in un capannone occupato da alcuni studenti ben 15 anni fa. Filorosso da sempre organizza eventi di diffusione della cultura alternativa con rassegne cinematografiche, concerti, dibattiti, cene sociali, sale prove e quant’altro. Il 4 agosto il capannone viene demolito e con esso un pezzo di storia dell’Unical, essendo stato distrutto anche tutto il materiale del Centro Studi Filorosso, ivi presente.
L’8 agosto tocca invece al Laboratorio Sociale Autogestito “Assalto”, di recente formazione. L’”Assalto” occupò, a gennaio scorso, l’aula Zenith2, per portare avanti iniziative come cineforum, dibattiti, presentazioni di libri, seminari autogestiti, musica del vivo ecc. L’aula in questione è stata sgomberata dalle forze dell’ordine, la serratura cambiata e tutti gli oggetti presenti nell’aula sono stati presi e depositati chissà dove, non esistendo alcun verbale di sequestro.
L’ultimo sgombero in ordine di tempo è stato quello dell’aula occupata della facoltà di ingegneria p2 sede del “Collettivo p2 occupata”, anch’esso promotore, da qualche anno a questa parte, di tantissime iniziative culturali e politiche.
La Torre non è nuovo a comportamenti autoritari. Già, qualche mese fa, nel corso delle proteste contro il ddl Gelmini, il rettore fece militarizzare l’aula magna per impedire agli studenti di riunirsi in assemblea ed esercitare così un loro diritto.
La cosa che colpisce di più è il comportamento vigliacco del rettore che agisce contro questi spazi liberi nel mese di agosto, quando gli studenti sono in vacanza e l’ateneo è isolato.
Ma l’indignazione cresce sui social network e la rabbia degli studenti è tanta. D’altra parte l’autunno è vicino e si preannuncia caldo.

Salvatore Schinello ( FGCI - Vibo Valentia)

domenica 14 agosto 2011

Manovra finanziaria del 13 agosto: si distrugge lo Statuto dei Lavoratori


Quello che scriverò non è frutto della mia immaginazione.
E', ahimè,  tutto reale e poco regale.
Tristemente reale.
Dopo la festa della Liberazione, dopo la festa del Primo Maggio, ora è il momento dello Statuto dei Lavoratori.
Ora capisco perchè hanno deciso che il primo maggio non si deve festeggiare.
Perchè non  c'è più un cavolo da festeggiare!

Il DECRETO-LEGGE 13 agosto 2011, n. 138, all'articolo 8 sotto la dicitura  MISURE A SOSTEGNO DELL'OCCUPAZIONE, in poche righe svuota e raggira quella che è una delle poche conquiste dei lavoratori ovvero la Legge 300 del 1970, conosciuta come lo Statuto dei Lavoratori.

Vi riporto come prima cosa l'estratto, che ora ci riguarda, del detto articolo:


I contratti collettivi di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale da associazioni dei lavoratori comparativamente piu' rappresentative sul piano nazionale ovvero dalle rappresentanze sindacali operanti in azienda possono realizzare specifiche intese finalizzate alla maggiore occupazione, alla qualita' dei contratti di lavoro, alla emersione del lavoro irregolare, agli incrementi di competitivita' e di salario, alla gestione delle crisi aziendali e occupazionali, agli investimenti e all'avvio di nuove attivita'. 
Le specifiche intese di cui al comma 1 possono riguardare la regolazione delle materie inerenti l'organizzazione del lavoro e della produzione incluse quelle relative: a) agli impianti audiovisivi e alla introduzione di nuove tecnologie; b) alle mansioni del lavoratore, alla classificazione e inquadramento del personale; c) ai contratti a termine, ai contratti a orario ridotto, modulato o flessibile, al regime della solidarieta' negli appalti e ai casi di ricorso alla somministrazione di lavoro; d) alla disciplina dell'orario di lavoro; e) alle modalita' di assunzione e disciplina del rapporto di lavoro, comprese le collaborazioni coordinate e continuative a progetto e le partite IVA, alla trasformazione e conversione dei contratti di lavoro e alle conseguenze del recesso dal rapporto di lavoro, fatta eccezione per il licenziamento discriminatorio e il licenziamento della lavoratrice in concomitanza del matrimonio.

Sembra una presa in giro, perchè il titolo che caratterizza questo articolo  è... MISURE A SOSTEGNO DELL'OCCUPAZIONE.
Il giusto titolo dovrebbe essere misure a sostegno del padrone.
La LEGGE 20 maggio 1970, n. 300, norme sulla tutela della libertà e dignità del lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nel luoghi di lavoro e norme sul collocamento, al suo interno già disciplina, in modo compiuto preciso e puntuale quanto ora viene rimesso alla contrattazione aziendale.
Basta pensare per esempio all' ART. 4 - Impianti audiovisivi, ART. 13. - Mansioni del lavoratore, ART. 18. - Reintegrazione nel posto di lavoro.

Invece, con questa norma, già efficace, nell'attesa di essere convertita in Legge, e ovviamente e con grande rammarico, ma non stupore, firmata dal Presidente della Repubblica, si raggirano le tutele previste dallo Statuto dei Lavoratori rimettendole pienamente all'autonomia delle parti sindacali e negoziali,  ovvero padronali.

Cosa vuol dire ciò?
Che i padroni, che molti continuano a chiamare datori di lavoro, sulla scuola Agnelli/Marchionne, minacceranno i sindacati ed i lavoratori.

O firmate il contratto come da noi richiesto oppure chiudiamo baracca e tutti a casa.
E dovete firmarlo alle nostre condizioni!


Quindi, visto che tale decreto riconosce ampi poteri alle parti, ora si possono normare discipline già previste nello Statuto dei Lavoratori, ma che possono essere derogate.

Siano esse questioni correlate ai controlli nei confronti dei lavoratori, siano esse questioni correlate all'assunzione, siano esse questioni correlate al licenziamento.
Il Governo, in modo solare, ha detto che, beh noi non abbiamo toccato l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.
Certo.
Avete fatto di peggio.
Avete dato la possibilità al sistema padronale di contrattare la disciplina sui licenziamenti come meglio credono, derogando anche in peius quanto previsto nello Statuto dei Lavoratori.


Il ricatto?
O si accolgono a braccia aperte le volontà padronali...oppure tutti a casa!
Bravi.
Alla fine ci siete riusciti.
Avete distrutto lo Statuto dei Lavoratori.


Per la difesa dello Statuto dei Lavoratori, protestiamo, tutti uniti, tutti insieme, contro questi oppressori dei diritti dei lavoratori.



Marco Barone

La Lega Nord salva le sue province, saltano il 25 aprile ed il 1 maggio...


C'era una volta la festa dei lavoratori, ma c'èra una volta anche la festa della liberazione, già perchè mentre molti italiani eran presi da problemi seri molto seri, quanti gelati mangiare, quanti bagni fare...il Governo Italiano, manovrato dalla Banca europea, tramite una crisi costruita ad hoc decide di cogliere l'attimo per annientare festività storiche per i lavoratori e per l'antifascismo.
Piano di rinascita democratica?
Chissà...
Sono salve le feste dello Stato Vaticano.
Quelle non si possono toccare.
Non sia mai.

Ma  dovrebbero saltare anche ben 37 province...
Ascolti la lista delle probabili sacrificabili lette dai giornalisti...
Ascoli Piceno, Asti, Belluno, Benevento, Biella, Caltanissetta, Campobasso, Carbonia-Iglesias, Crotone, Enna, Fermo, Gorizia, Grosseto, Imperia, Isernia, La Spezia, Lodi, Massa Carrara, Matera, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia Tempio, Oristano, Piacenza, Pistoia, Prato, Rieti, Rovigo, Savona, Siena, Sondrio, Terni, Trieste, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Vibo Valentia.  

Salva Bergamo e la maggior parte delle province ove la Lega Nord  comanda.
Se in precedenza le province, enti inutili dal grande magna magna, non caddero, ciò  si realizzò solo perchè si rischiava di compromettere il podere di luoghi storici e politici importanti per i leghisti.
Ora però hanno trovato il modo di salvare le loro province.
Guardano il numero di abitanti, l'estensione territoriale...ed il gioco è fatto.
E possono anche spenderla pubblicamente come messaggio propagandistico.
Avete visto che siamo stati bravi? Abbiamo abolito le province inutili...
Domanda allora perchè sotto il vostro Governo son nate province che ora abrogate?
Potevate pensarci prima no?
Siete solo ridicoli.
E forse anche noi che continuiamo a subire e ad assistere a queste prese per il culo senza batter ciglio...

Ma presto il vento cambierà...
Cambierà...
O tutte o nessuna.
Questa discriminazione in tal follia non ha senso.

Il paese Italia è la Repubblica del grande magna magna che tanto poi ti passa...
Peccato che chi pagherà gli effetti della crisi del capitale sono come sempre le stesse persone.
I lavoratori.
A rischio le tredicesime, dicono che si potrà licenziare con maggior facilità, come se ora lo facessero con grande difficoltà e tante altre situazioni similari.


Questa crisi è creata ad hoc per indurre gli Stati a licenziare norme che uccidono diritti importanti per i lavoratori.
E' una crisi guidata dalle banche e dagli industriali.
Infatti, ora dicono che le borse vanno benissimo, quando fino a due giorni addietro sembrava che dovessero sprofondare in qualche pozzo senza fondo.
Hanno avuto la scusa per creare la manovra finanziaria più pesante da quando esiste la Repubblica Italiana.
Tutti recitano, frasi di rito, siamo addolorati, ci dispiace, lo chiede l'Europa, non volevamo.
Bugiardi.
Falsi.
Ipocriti.
Siete solo marionette del sistema e nel sistema.
Questa crisi è finta.
Sono reali gli effetti scaricati sul ceto medio, povero italiano.
Quando avranno difficoltà nell'approvare qualche norma, correlata a tal manovra, le borse andranno in crisi.
Ed allora ecco l'appello all'unità.
Quando dovranno massacrare ancora altri diritti, uscirà fuori nuovamente la menata della crisi della borsa.
Attaccano ancora lo Statuto dei lavoratori, che affondano pezzo dopo pezzo con tal manovra, riconoscendo rilevanza assoluta all'autonomia contrattuale,  ma sarà destinato a cadere presto, definitivamente, perchè  svuotato dei suoi contenuti, verrà considerato come una norma inutile.
Statuto abrogato.
Le borse andranno benissimo.
E' tutto un meschino gioco.
In Grecia, quando discutevano di manovre similari, innanzi ai Palazzi, vi erano enorme masse popolari.

Qui, quattro giornalisti che non hanno neanche le palle di fare domande serie, e la gente tutta al mare...
Anzi, il problema, per una parte della stampa italiana,  non è costituito dai sacrifici che deve affrontare il popolo...eh no...il problema, ma uno molto serio, è dato dalla  cravatta indossata dal ministro Giulio Tremonti.
Ridere?
Piangere?

Io non piango.
Io non rido.
Io m'incazzo.
Sarà poi inutile scendere in piazza e protestare quando la manovra sarà legge.
Da domani comunque sarà in vigore il decreto...macelleria sociale.
Sono tutti complici.
Opposizione e maggioranza, sindacati e banchieri.
Tutti al mare, tutti al mare, tutti al mare...e per favore non piangiamo poi...risparmiamoci almeno questa ipocrisia, mio non più caro non popolo italiano.
Ed il trio, Tremonti, Berlusconi, Bossi è sempre lì.

Mentre parlano di tal manovra, quando dovrebbe essere su tutti i canali televisivi, oggi 13 agosto 2011, in viva e mortale diretta, la vedi trasmessa solo su canale 5, canale berlusconiano,che la interrompe anche con spot pubblicitari.
I canali rai nada di nada.
Evviva il servizio pubblico.
Beh viviamo nella società del grande spettacolo.
Spettacolo.

E l'opposizione finge di opporsi.
Ed i sindacati tendono a sindacare la loro storia.
E le banche sorridono.
E gli imprenditori capitalisti sorridono.
I furbi evadono in Svizzera.
I lavoratori non hanno capito la politica di questa era.

Era dalla grande finzione e reale persecuzione e repressione.
Sacrifici per tutti.
Questi tutti siamo sempre noi.
Poveri addormentati italiani.
Parlano di premi e sanzioni.
Premi per il capitale.
Sanzioni per ceto non apicale.

Devono speculare su ciò che ancora è speculabile.
Su quelle cose che ancora possono dar da mangiare.
Ecco le privatizzazioni selvagge bis...scuola Draghi, che guarda caso e senza caso, è finito per mero destino capitale nel luogo più importante del controllo economico europeo.
Arriverà presto la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio.
Nel nome del quale ogni cosa sarà possibile.
Quando avranno finito di saziarsi, o meglio quando non ci sarà più nulla da mangiare, perchè ancora esistono beni pubblici da comprare, enti da controllare,  nel 2013 circa, verrà dichiarato il fallimento dell'Italia.
Quello sarà il momento X.
L'azzeramento totale di tutti i diritti dei lavoratori.
Non dobbiamo chiedere.
Dobbiamo solo pretendere.
Pretendere la rivendicazione della nostra dignità di essere umani che non si piegano al volere del potere economico e capitale.


Marco Barone

mercoledì 3 agosto 2011

Dubbi sul bando vigili urbani a tempo determinato

Forse è vero che noi comunisti siamo quelli che non credono nella buona fede dei nostri cari amministratori Vibonesi, loro però non ci aiutano ad avere fiducia! L’ultima “marachella” di questa amministrazione che non ascolta nessuno e che prende le decisioni in barba ai cittadini, al parere dell’opposizione e probabilmente anche ai loro sostenitori (rimasti ormai veramente in pochi) è quella delle assunzioni di 4 vigili urbani a tempo determinato. Noi ci eravamo già pronunciati sulla cosa, sollevando dubbi sulla modalità di assunzione (colloquio orale) e sul bando di assunzione stesso. A nostro modo di vedere troppo rapido, solo 7 giorni di tempo per presentare domanda di assunzione. Per questo bando osceno non ci dimentichiamo di ringraziare anche la dirigente Adriana Teti, ma lei di assunzioni ad-personam ne sa qualcosa per cui non ci meravigliamo che riesca a partorire questi abomini!
Ma ormai tutto è fatto, il bando è chiuso e i vigili sono stati scelti. Sembra la scena di una vecchia pubblicità di fine anni 80 che mostrava un dottore che faceva una iniezione ad un bambino tutto preoccupato, ed alla fine diceva “già fatto”. In quel caso voleva dire che l’iniezione era indolore, in questo caso invece noi pensiamo che sia tutt’altro che indolore, anzi solo una cosa fatta di fretta e che non sarà utile alla comunità. Ma solo a quei 4 “eletti”.
Quali sono stati i criteri di scelta per i 4 fortunati vincitori di quello che sembra più un concorso a premi televisivo che un concorso per meriti? Vorremmo proprio vederla questa graduatoria e come sono stati assegnati i punteggi. La cosa più grave e preoccupante è che questa durerà 3 anni! Con quale criterio verrà usata questa graduatoria così detta “a scorrimento”? Probabilmente dato che sarebbe stato palesemente scorretto inserire amici e simpatizzanti tra i primi 4 quindi saranno qualche posto più in giù, magari con la speranza che quando venga l’ora della “chiamata” il periodo di assunzione sia più lungo e redditizio!
Che sia chiaro, noi non ce l’abbiamo con questi 4 ragazzi che hanno ottenuto il lavoro, anzi, noi siamo in pena per loro perché sono altre 4 vittime del precariato. Questi 4 ragazzi sicuramente verranno illusi con la prospettiva un giorno di essere assunti a tempo indeterminato, mentre invece saranno solo sfruttati dalla politica.
Solamente 35 sono stati quelli che hanno fatto domanda di ammissione al colloquio, davvero si può pensare che un così basso numero sia stato determinato dal fatto che la gente (disoccupata) non ha voluto rinunciare ad una giornata di mare? Alcuni giovani disoccupati non hanno nemmeno la macchina per poterci andare al mare! Sono stati solo in 35 perché non hanno fatto in tempo a sapere del bando, e chi lo ha realizzato probabilmente lo ha fatto di proposito!
Qualcuno dell’opposizione aveva chiesto il rinvio dei colloqui e la riapertura del bando, per noi questo era comunque insufficiente. Una “farsa” (quello che è questo bando di assunzione) rimane tale anche se rinviata. Non si può pensare di assumere forze di ordine pubblico con un bando del genere! In qualsiasi organo di polizia è obbligatoria una preparazione ed è così anche a Vibo Valentia, ma questi 4 potranno rimanere solamente in ufficio a meno che al posto della pistola non gli sarà data una pistola ad acqua, e al posto della penna stilografica per le multe, gli sarà data quella cancellabile! Non saremo dei grandi conoscitori del diritto ma questi 4 vigili non potranno emettere nemmeno una multa.
Signor Sindaco, invece di continuare a fare figure barbine su ogni fronte, perché non decide di dimettersi e passare il resto dell’estate al mare? Magari con quei giovani disoccupati che per non rinunciarci (al mare) hanno “preferito” rinunciare a concorrere per un lavoro di un mese e mezzo! Perché invece che alla politica, non vi dedicate ad un bel torneo di calcio estivo? La sua giusta è composta giusto da 11 assessori, come una squadra di calcio, e senza nessuna donna! Lei potrebbe fare l’allenatore e magari riuscireste a raggiungere qualche risultato in più rispetto a quelli raggiunti fino ad oggi (nessuno) al comune di Vibo Valentia!

Partito dei Comunisti Italiani - Vibo Valentia
Partito della Rifondazione Comunista - Vibo Valentia
Federazione della Sinistra - Vibo Valentia