venerdì 27 aprile 2012

Eutanasia mascherata: Salviamo la città!

Sono uno studente universitario vibonese che, come tanti, è emigrato, appunto, per motivi di studio e torna nella sua città durante le festività per stare con la famiglia e gli amici.
Ogni volta che torno, vedo la città che cola sempre più a picco nell’indifferenza generale e la mia rabbia cresce ulteriormente nel dover constatare che a Vibo il tempo si è fermato; la città è agonizzante e chiede aiuto, ma gli amministratori tutti fanno "orecchie da mercante" e stanno per staccare definitivamente la spina.
A tante persone verrà spontaneo dire che è facile, vivendoci solo nelle festività, esprimere disprezzo per la città che mi ha visto crescere e che, come tutti, non vedo l’ora di lasciare di nuovo: e forse è vero; ma è vero perché la città non offre niente di innovativo per il presente (nemmeno lo stretto indispensabile a dire il vero), né tantomeno prospettive per il futuro. E’ vero anche, però, che vorrei vedere la mia città diversa: vederla crescere, affinchè finalmente la città possa vivere e soprattutto essere vissuta (citando uno slogan della provincia di qualche tempo fa: “Vivi la provincia…”; recitava, più o meno, così se non ricordo male). Come tutti sappiamo, la nostra città è ricca di storia: colonia greca con il nome di "Hipponion", poi diventata Valentia in epoca Romana, fu fiorente di cultura, nonchè importante centro economico e strategico; cosa ci hanno insegnato i nostri avi? Cosa è rimasto di loro? Devo dire niente, anche perché il patrimonio che ci hanno lasciato queste sapienti civiltà, ora è stato abbandonato alle intemperie del tempo e all’usura dagli odierni amministratori.
Questa “lettera” non vuole essere una critica fine a se stessa: è stata scritta piuttosto nella speranza che serva a smuovere gli animi, in modo che la nostra "Vibonesità" si trasformi in voglia di cambiare, di crescere e di voler bene alla città e al territorio; se, infatti, c’è una cosa che ho notato, e che davvero mi fa rabbrividire, è che la città sembra non essere amata da nessuno e ciò non include solo gli amministratori, che di colpe, comunque, ne hanno tante.
Vorrei proporre un modello di città migliore dove, come accadeva nelle polis, ci sia partecipazione attiva di tutti i cittadini; vorrei che finalmente le istituzioni siano più vicine ai cittadini. Vorrei che tutti noi ci impegnassimo affinchè cambi davvero qualcosa, perché quattro righe non cambieranno decisamente niente. Allora a questo mi si direbbe: ”Bravo, hai usato belle parole! Tutti vorremo una città come la vuoi tu, ma cosa proponi per cambiare davvero qualcosa?”.
Ci sono tante cose che vorrei proporre, ma bisogna sempre partire da quelle "piccole": perchè la città sia davvero amata bisogna, infatti, che questa risponda al meglio alle esigenze di tutti i cittadini, le cui proposte e lamentele non arrivano quasi mai alle orecchie degli amministratori; penso, allora, che se ci fossero sportelli e, soprattutto, persone disposte ad ascoltare tutta la cittadinanza, la nostra Vibo sarebbe migliore e sarebbe davvero, finalmente, "la città dei Vibonesi".
Dunque, Sig.ri Amministratori: perché non ascoltate il grido di dolore della città e non cominciate a svolgere davvero il compito che i cittadini Vi hanno assegnato, piuttosto che celarvi dietro l’indifferenza e i falsi bisogni della città? Perchè non Vi impegnate seriamente a cambiare qualcosa, piuttosto che scaldare le poltrone e rubare ai cittadini denaro pubblico, impiegato per attività fini a se stesse che non fanno crescere niente se non il conto in banca di qualcuno? Io non mi aspetto una risposta, non sono così importante da meritarla; mi aspetto quantomeno, però, l'impegno di noi Vibonesi per cambiare in meglio il volto della città e che gli Amministratori assolvano ai loro compiti, almeno per ciò che riguarda quel minimo indispensabile a rendere la città vivibile.

Alfredo Lo Bianco
iscritto FGCI Vibo Valentia

Rosarno: Festa della Liberazione

La Federazione Giovanile dei Comunisti Italiani di Rosarno, ha feteggiato il 25 Aprile, con un’iniziativa dal titolo: “Oggi più di ieri, Partigiani della Costituzione”! Un titolo, il cui significato esprime la forte necessità di una “nuova Resistenza”, all’interno di una società moderna, in cui la democrazia continua ad essere messa in discussione. L’iniziativa, organizzata dalla giovanile di partito, si è svolta presso l’auditorium comunale di Rosarno, dove in apertura, è stato proiettato un video sugli avvenimenti storici della Resistenza antifascista; un video emozionante e ricco di testimonianze, realizzato dagli studenti del liceo scientifico Raffaele Piria di Rosarno, presenti all’iniziativa. 

Il dibattito è stato moderato da Francesco Cimato, referente del PDCI di Rosarno ed impreziosito dal contributo di diversi ospiti. All’inizio, l’analisi del professore Rocco Lentini , presidente dell’ Istituto “ Ugo Arcuri” per la storia dell’antifascismo e dell’Italia moderna, il quale si è soffermato sulla storia di tanti partigiani e vittime del nazi-fascismo in Calabria; uomini e donne calabresi, le cui vicende, sconosciute a parte degli storici, sono state rispolverate e raccontate, in quel contesto meridionalista di lotta e resistenza per la libertà, messo in luce dal lavoro certosino del professor Lentini. 

A seguire, i saluti dell’amministrazione comunale, portati dall’assessore De Maria, il quale ha ribadito la necessità, soprattutto per le nuove generazioni, di dare continuità alla memoria della Festa di Liberazione e il contributo della coordinatrice provinciale della FGCI di Reggio Calabria, Daniela Labate, la quale ha specificato che il 25 Aprile, deve essere per i giovani, non solo il ricordo di un vissuto storico, ma soprattutto, uno stimolo che pulsi nelle coscienze di ognuno, ricordando l’importanza di difendere quella preziosa eredità, di diritti e democrazia, conquistata dai partigiani! Da qui, il monito alle nuove generazioni, d’impegnarsi politicamente, per difendere la democrazia della società, insidiata dagli attacchi al mondo dei saperi, al lavoro, al welfare e dalla criminalità organizzata. 
Prezioso il contributo di Salvatore Stanganello, membro dell’ ANPI della provincia di Reggio Calabria, il quale ha enfatizzato il ruolo dell’ANPI , non solo nel dare continuazione alla memoria della Resistenza partigiana, ma soprattutto nell’impegno di formazione culturale per le nuove generazioni, con le quali l’ANPI collabora attraverso numerosi progetti nelle scuole, per trasmettere l’importanza di quell’autentica democrazia, conquistata dai protagonisti della Resistenza e racchiusa nella Costituzione italiana! 

Significativo poi, l’ intervento del giovane rosarnese Giovanni Di Bartolo, ideatore dell’iniziativa. Il giovane Di Bartolo, pur essendosi trasferito nella città di Vibo Valentia, dove collabora all’interno del coordinamento provinciale della FGCI vibonese, è riuscito a trasmettere i suoi ideali agli amici di Rosarno, stimolando la nascita di un fervente gruppo di giovani militanti, in un paese troppo silenzioso e carente di freschi fermenti giovanili. Nel suo intervento, Di Bartolo ha parlato della sua esperienza politica nella FGCI, come un importante percorso di crescita, all’interno di una giovanile di partito, che porta avanti gli imprescindibili valori della Resistenza antifascista e la difesa di una democrazia, sancita dalla Costituzione italiana, per la quale è doveroso essere partigiani sempre! 

Infine, le conclusioni sono state affidate al segretario regionale del PdCI calabrese, Michelangelo Tripodi, il quale ha sottolineato l’importanza della Festa di Liberazione e la storia che reca in sé, soprattutto nel contesto dell’attuale società, nella quale è in atto una vera e propria emergenza democratica! In tal senso, il segretario regionale del PdCI, ha affrontato diverse tematiche sociali, nelle quali si evincono forti limiti ad una concreta democrazia. Dal mondo dei saperi, affossato dai numerosi tagli, che impediscono investimenti concreti su cultura e ricerca, al mondo del lavoro, la condizione degli esodati e i paurosi attacchi all’articolo 18; ancora, le politiche scellerate sulla tassazione in Italia e quelle europee sul fiscal compact, come pure la questione della modifica costituzionale sul pareggio di bilancio e l’aberrante longa manus della ‘ndrangheta, protagonista principale, del depauperamento della Calabria e di quello zoccolo duro d’ignoranza, ingiustizia ed omertà! Tutto questo in una realtà, dove i partiti al governo, restano immobili di fronte all’attuale emergenza democratica ed in evidente stato confusionale, come rimarcato da Michelangelo Tripodi. Da qui, l’impegno del PDCI, che continua a farsi portavoce delle esigenze del popolo, soprattutto dei suoi reali bisogni, difendendone i diritti e la democrazia, nella continua Resistenza, che caratterizza l’azione politica del Partito dei Comunisti Italiani.

Reggio Calabria, 27.4.2012

UFFICIO STAMPA PdCI REGGIO CALABRIA

In risposta alle “Comitate”

“Chi verrà sorpreso a gettare la spazzatura fuori dagli orari consentiti sarà sanzionato e si invita a non abbandonare i rifiuti fuori dai contenitori.” Queste le parole dell’assessore all’ambiente Comito che hanno lasciato notevolmente perplessi quanti le hanno lette o ascoltate.
Ma tutto questo sarebbe anche da plaudire e da lodare se non fosse delle piccole, ma importanti, questioni che l’assessore non chiarisce.
Partiamo dalla questione degli orari scelti per il conferimento.
Si è scelto dalle 18 (17 orario invernale) alle 24 che in una città normale, amministrata da gente normale, gestita in maniera migliore, sarebbe l’ideale ma, ahinoi, c’è qualcosa che non torna per niente. L’orario di conferimento dovrebbe essere scelto onde evitare di ritrovarsi durante la giornata e soprattutto, d’estate durante le ore più calde, di cumuli d’immondizia in mezzo alle strade che si imputridiscono al sole e che sarebbero alla mercé di cani randagi e topi e diciamo che l’avete azzeccato ma manca qualcosa di fondamentale, o forse anche di ovvio, ovvero la raccolta dell’immondizia stessa. Avete scelto l’orario, i cittadini cominceranno a rispettarlo ma potrebbero cominciare a indispettirsi parecchio nel momento in cui si renderanno conto che la spazzatura viene raccolta prima della scadenza dell’orario. In diverse zone della città i camion della nettezza urbana passano alle 9 e mezzo di sera ma spazzatura gettata dopo quest’orario, ma in linea con l’ordinanza, rimarrà lì a imputridirsi, a fare bella vista di se e per riempire il palato di ghiotti toponi.
L’assessore Comito avrà avvisato la ditta incaricata della raccolta? Si sarà dimenticato come al solito? Ci sa tanto di no. Avrà pensato che basta avvisare i cittadini? Sicuramente i cittadini di questa città sono molto più avanti di chi li amministra.
Questa città sembra la fiera dell’ovvio dove tutto è sottointeso ma allo stesso tempo tutto non accade.
Abbiamo aspettato un po’ prima di scrivere perché speravamo che qualcosa cambiasse ma a distanza di giorni tutto è rimasto come prima.
Che senso ha obbligare i cittadini, pena multe, se poi è l’ordinanza stessa a fare acqua?
L’assessore invita anche a riporre negli appositi cassonetti l’immondizia; giusto, perfetto, sacrosanto ma nel caso i cittadini trovino i cassonetti belli ripieni cosa dovrebbero fare? Riportarsi l’immondizia a casa? Saranno multati anche in questo caso?
Invitiamo pertanto l’assessore Comito a chiarire con la ditta incaricata della raccolta rifiuti modificando l’orario della raccolta dei rifiuti stessi perché se l’ordinanza di deposito termina alle 24 la raccolta non può essere effettuata prima di detta ora, quindi la nostra proposta è che i rifiuti vengano depositati dalle 16 (19 orario estivo) fino alle 22 (23 orario estivo) in modo che si possano anticipare i tempi sia di raccolta che di deposito, facile no?
Ma oltre a ciò ci lasciano con l’amaro in bocca le situazioni sollevate in questi ultimi giorni proprio dall’assessore Comito relative “all’inciviltà di certa gente” e alla “programmazione della bonifica delle micro discariche”. Parole e provvedimenti assurdi.
Dopo 2 anni l’assessore è ancora alla fase di programmazione? Ma di cosa si occupa giornalmente? Deve aspettare le denunce dei cittadini per rendersi conto del degrado devastante in cui è sprofondata la città? Quante volte proprio noi abbiamo denunciato le situazioni catastrofiche della città e delle frazioni? Volete un esempio? Ne facciamo uno che vale per tutti: le lastre di Eternit abbandonate sulla strada provinciale a Triparni denunciate dal Partito dei Comunisti Italiani a luglio del 2011 e ancora lì in bella vista a fare mostra di se a chi ci passa davanti. Se ciò non bastasse, potremmo farne un lungo elenco caro assessore Comito e dimostreremmo ancora una volta la sua incompetenza.
Lei fa l’elenco delle situazioni di degrado ma noi in vece le domandiamo se è andato a vedere con i suoi occhi di cosa sta parlando? La invitiamo a fare un giretto nei pressi del castello o nella strada che collega proprio il castello con il cimitero per notare, e non ci vorrà molto, tonnellate di rifiuti abbandonati da mesi sulla carreggiata, oppure a fare un giro nelle frazioni abbandonate nel più totale degrado e tutto questo, dal nostro punto di vista, non è opera di semplici cittadini.
E riguardo all’inciviltà di certa gente, come dice lei, le ricordiamo che meno di un mese fa, tra le frazioni Vena Media e Vena Inferiore, c’era una vera e propria bomba ecologica che difficilmente si può imputare agli abitanti e il tutto è dovuto alla scarsità dei controlli del territorio.
Ma sinceramente ci rendiamo anche conto che Lei caro assessore Comito abbia altre cose a cui pensare, tipo la raccolta differenziata. Ci pensa così tanto che si dimentica di avviarla, perde finanziamenti, fa progetti che non diventeranno mai esecutivi ma non dimentica ogni tot di tempo di comunicarne l’imminente avvio. Dopo tutto quello che abbiamo scritto avrà almeno la compiacenza di spiegare per quale motivo il comune di Vibo Valentia, e quindi il suo assessorato, non è stato ammesso al finanziamento per la realizzazione di centri di raccolta a supporto della raccolta differenziata? Le ricordiamo che la Regione Calabria è amministrata dal suo stesso partito e che, ne caso dimenticasse ciò, non varrebbe la scusa che la Regione marci contro di voi.
Forse partecipate ai bandi con troppa superficialità?
Assessore Comito ma lei che città amministra? Dove vive? E’ inutile gridare al sabotaggio dei cittadini come ha fatto nei mesi e di nuovo nei giorni scorsi perché in questa città l’unica azione di sabotaggio è la vostra.
Sinceramente non sappiamo cosa dire a Lei e al resto della giunta. Abbiamo finito le parole e le stanno finendo anche i cittadini. La città è all’esasperazione e voi continuate a fare solo parole e niente fatti. Assessore Comito faccia un gesto dignitoso verso la città e lasci questo importantissimo assessorato a qualcuno che sappia gestirlo sicuramente meglio perché ci siamo stancati di vivere in una discarica a cielo aperto. Fare l’assessore all’ambiente e al decoro urbano non fa proprio per Lei e l’hanno capito anche i sassi.

mercoledì 25 aprile 2012

25 APRILE: ieri Partigiani della Libertà, oggi Partigiani della Costituzione

67 anni ma non li dimostra. Il 25 aprile festeggeremo la Liberazione dell’Italia dal’oppressione e dalla tirannia del nazifascismo. E’ una festa che il popolo italiano si è guadagnata  sul campo al costo di un prezzo altissimo, compiendo sacrifici inenarrabili e subendo le più grandi angherie e vessazioni.
L’infame ventennio fascista di Benito Mussolini instaurò un regime dittatoriale e autoritario che cancellò le libertà, la democrazia, i diritti fondamentali, introducendo il Tribunale speciale per gli oppositori e le leggi razziali. Il fascismo trascinò l’Italia nell’avventura rovinosa della seconda guerra mondiale al fianco della Germania nazista follemente guidata da Hitler.
Una vera e propria catastrofe si abbattè sul popolo italiano con rovine, dolori, lutti e distruzione.
Ciononostante la parte migliore del popolo riuscì  a ritrovare le energie necessarie per riprendere la lotta contro l’oppressore nazifascista.
300.000 italiani fecero la scelta di prendere le armi per difendere la patria contro i traditori fascisti e per conquistare la libertà e la democrazia.
45.000 furono i caduti di quella bellissima pagina che ha riscattato la storia d’Italia che si chiama Resistenza e che ha dato vita alla Repubblica democratica ed alla Costituzione.
Un patrimonio di valori che è più vivo ed attuale che mai e che rinnova le sue forti ragioni proprio nel momento in cui vengono messi in discussione o addirittura cancellati i diritti sacrosanti sanciti nella carta costituzionale. Per questo non possiamo assistere da spettatori passivi allo stravolgimento  ed allo svuotamento dei fondamentali principi costituzionali.
In tal senso, l’ultima grave modifica che introduce il pareggio di bilancio nella Costituzione si ispira ad una precisa concezione economica, quella neoliberista in salsa tedesca, che mette al centro di tutto le borse, i mercati  e il profitto e cancella e annulla i diritti delle persone.
Infatti, questa modifica alla Costituzione svuota totalmente i diritti previsti dalla prima parte della Costituzione. Ciò vuol dire che, d’ora in poi, lo Stato non garantirà più, ad esempio, la tutela della salute e non assicurerà più le garanzie di cure gratuite agli indigenti, previste dall’art. 32 della Costituzione. Inoltre, rischia di essere annullato il diritto alla gratuità dell’istruzione per gli otto anni della scuola dell’obbligo, il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi, garantito ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi (art. 34) e potrebbe essere manomesso anche quanto previsto dall’art. 38: “i lavoratori hanno diritto che siano preveduti e assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria”. In tutti questi casi i tagli che saranno portati per raggiungere il pareggio di bilancio possono pregiudicare, ancora di più di quanto già accada oggi, l’esercizio di diritti costituzionalmente riconosciuti. E’ davvero un’aberrazione anticostituzionale.
Ecco perché per noi oggi raccogliere l’eredità straordinaria della Liberazione italiana oggi significa essere Partigiani della Costituzione.
Per questo il 25 aprile i Comunisti Italiani calabresi saranno presenti con le loro bandiere a tutte le manifestazioni che in Calabria da Reggio, a Rosarno, a Vibo ed altrove si svolgeranno per ricordare la pagina gloriosa della Resistenza e della Liberazione e per rinnovare l’impegno a battersi per far trionfare gli ideali di giustizia, di libertà  e di uguaglianza.

Reggio Calabria, 24.04.2012
                                                              IL SEGRETARIO REGIONALE DEL PdCI
                                                                      MICHERLANGELO TRIPODI                                                                                   

giovedì 19 aprile 2012

3° CONGRESSO REGIONALE PdCI a Vibo Valentia

RICOSTRUIRE IL PARTITO COMUNISTA, UNIRE LA SINISTRA, CENTRALITA' AL SUD

Domenica 22 Aprile a partire dalle ore 9.30 presso la Biblioteca Comunale di Vibo Valentia si svolgerà il 3° Congresso Regionale del Partito dei Comunisti Italiani.

E’ un’occasione importante per rilanciare la presenza Comunista in Calabria ed in Italia quale condizione necessaria per aprire una nuova stagione all’insegna dell’uguaglianza, della giustizia sociale, della solidarietà e della democrazia.
Ricostruire il Partito Comunista, realizzare una grande alleanza della sinistra, ridare centralità al Sud, battere Scopelliti e la destra in Calabria: sono questi i temi su cui si svilupperà un ampio dibattito che vedrà la partecipazione anche di forze esterne che sono state invitate a prendere parte al congresso regionale.
Siamo sicuri che il 3° Congresso Regionale del PdCI costituirà un evento che peserà fortemente sul futuro politico della nostra regione.
La Calabria conosce una crisi drammatica che si manifesta in fenomeni di disgregazione sociale spaventosi che non hanno precedenti nella sua storia e che richiedono una svolta radicale dopo gli anni delle false promesse e degli annunci mediatici vuoti di contenuto che sono stati alla base dell’avvento di Scopelliti e della destra.
Ciò sollecita una risposta politica incisiva ed adeguata per rilanciare e dare forza e credibilità ai comunisti e alla sinistra in Calabria.
Il 3° Congresso Regionale del PdCI sarà aperto dalla relazione introduttiva del Segretario Regionale Michelangelo Tripodi e dopo gli interventi di saluto e il dibattito verrà concluso da Orazio Licandro, Coordinatore della Segreteria nazionale del PdCI.
Al termine dei lavori si procederà all’approvazione del documento politico e alla votazione del nuovo Comitato Regionale del PdCI calabrese.

Reggio Calabria, 18.04.2012
UFFICIO STAMPA PdCI CALABRIA

PROGRAMMA LAVORI


Ore 9.30 - Adempimenti congressuali

Ore 9.45 - Insediamento Presidenza Congresso

Ore 10.00 - Relazione comp. MICHELANGELO TRIPODI (Segretario Regionale)

Ore 10.45 - Interventi invitati

Ore 12.00 - Elezione Commissione Politica ed Elettorale

Ore 12.15 - Apertura dibattito

Ore 13.30 – Pausa pranzo

Ore 14.00 – Riunioni Commissioni

Ore 14.30 - Ripresa Dibattito

Ore 17.30 - Conclusioni comp. ORAZIO LICANDRO (Coordinatore Segreteria Nazionale)

Ore 18.30 - Elezione Comitato Regionale.

Bocciatura piano casa 2: una lezione per Scopelliti

Certo che ci vuole mestiere e capacità per collezionare il ragguardevole primato di 14 bocciature di leggi nell’arco di meno di due anni. E’ questo il primato di cui il Presidente Scopelliti, insieme alla sua Giunta e alla sua maggioranza di centrodestra non hanno di che vantarsi. Ed occorre ricordare che queste bocciature con relative impugnative alla Corte Costituzionale sono state fatte prima dal governo Berlusconi e poi dal governo Monti.

L’ultima bocciatura in ordine di tempo è certamente quella più grave perché riguarda il cosiddetto Piano Casa 2 della Regione Calabria che, modificando il precedente Piano Casa 1 (legge regionale n. 21/2010), apriva la strada ad un saccheggio senza precedenti del territorio calabrese.

Una legge davvero scandalosa frutto della protervia e dell’arroganza senza limiti di una destra becera e rozza che pensa di poter disporre a piacimento delle risorse della regione per promuovere gli interessi più loschi all’insegna del disprezzo dei valori del paesaggio e del territorio.

In una regione che è stata già duramente provata nei decenni passati dalle azioni più dissennate di devastazione ambientale e speculazione edilizia, sarebbe stato intollerabile consentire una nuova colata di cemento.

Eppure se non fosse arrivata la bocciatura del governo Monti oggi saremmo a questo punto a causa delle politiche e delle scelte sciagurate che la destra sta portando avanti alla regione sulla testa e al di sopra degli interessi della Calabria e dei bisogni dei calabresi.

Questa destra calabrese, così come quella nazionale, è la destra che sta portando la regione sul binario morto del disastro e del fallimento politico ed amministrativo. E’ la destra dei condoni e degli abusi, come quello, gravissimo, che si voleva attuare con il cosiddetto Piano Casa 2 che prevedeva addirittura la possibilità di condonare gli abusi edilizi realizzati in aree sottoposte a vincolo paesaggistico.

E non è certo un caso se dopo due anni di governo Scopelliti tutti gli strumenti di pianificazione e di governo del territorio sono stati totalmente bloccati, a partire dal Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico che, appena insediata, la giunta Scopelliti ha provveduto a sospendere ed a ritirare dal Consiglio Regionale dove era in procinto di essere approvato. Ricordo che il QTRP è stato uno dei più grandi risultati della passata legislatura quando l’Assessorato all’urbanistica era retto dal sottoscritto: un grande lavoro che purtroppo rischia di essere vanificato dal dilettantismo, dall’incompetenza e dalla mancanza di volontà politica dell’attuale gestione politica e amministrativa.

Noi lo sapevamo già, ma dopo due anni anche i calabresi hanno cominciato a conoscere qual è la vera natura di questa destra che governa la regione e quali sono i suoi reali obiettivi.

Costoro non vogliono né regole né pianificazione e, quindi, bloccano e svuotano tutti gli strumenti come il Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico che potrebbe rappresentare un serio ostacolo al dispiegarsi di un disegno che considera il territorio ed il paesaggio non come risorse da tutelare e valorizzare ma come elementi utili per realizzare gli interessi della rendita, del cemento selvaggio e degli intrecci politico-affaristico-mafiosi.

Tutto il contrario di quello che oggi serve alla Calabria e che rappresenta un’esigenza ormai insopprimibile.

Il futuro di questa terra è legato fortemente alla tutela ed alla valorizzazione delle sue risorse naturali, del suo patrimonio storico ed archeologico, del suo territorio e del suo paesaggio.

Ma per fare ciò ci vogliono più regole e meno condoni, più pianificazione regionale e locale e meno abusi, meno consumo del suolo e più contrasto alla speculazione, meno mattoni e più recupero e riqualificazione, più interventi e investimenti per la prevenzione dei rischi e meno deregulation. Insomma tutto quello che non sta facendo Scopelliti.

Questa è la strada che occorre perseguire per guardare con fiducia al futuro di un territorio che richiede più cura e più attenzione vista la sua fragilità e precarietà e che non può essere continuamente sottoposto alle più selvagge e devastanti azioni criminali che lo feriscono in maniera irreversibile. A chi oggi in Calabria si fa portatore delle iniziative di saccheggio e di devastazione del territorio vogliamo ricordare una vecchia frase indiana “La Terra non è un’eredità ricevuta dai nostri padri, ma un prestito dei nostri figli” che ci impone di rispettare ambiente e territorio non tanto per noi ma soprattutto per quelli che verranno dopo di noi.

Reggio Calabria, 9.4.2012
IL SEGRETARIO REGIONALE DEL PdCI 
                         MICHELANGELO TRIPODI