sabato 26 maggio 2012

Risposta alle calunnie di Calabria Ora

Al Direttore di Calabria Ora
Dott. Piero Sansonetti
Con preghiera di pubblicazione



Caro Direttore,
vedo oggi riportata sul giornale da te diretto, addirittura in prima pagina, la notizia (anche se tale non è e   spiegherò il perchè) delle dichiarazioni del pentito Lo Giudice Antonino circa un presunto sostegno elettorale a mio favore.
Infatti, queste stesse dichiarazioni calunniose e diffamatorie, che per quanto mi riguarda sono totalmente false e prive di qualsiasi fondamento, sono state  già oggetto di pubblicazione sul n. 6 del 28 luglio 2011 del Corriere della Calabria in un articolo a firma Lucio Musolino a cui è seguita una replica del sottoscritto pubblicata sullo stesso settimanale nel n. 7 del 4 agosto 2011.
Peraltro, l’articolo firmato da Consolato Minniti su Calabria Ora  del 25.5.2012 risulta particolarmente lacunoso e deficitario relativamente alle dichiarazioni del Lo Giudice che mi riguarderebbero e ciò evidentemente perché si vuole perseguire un intento diffamatorio.
Il giornalista di Calabria Ora  in una paginata di articolo, su di me scrive  “Lo Giudice ha anche riferito “sull’invito, ricevuto da Canzonieri Donatello, Monorchio Antonio, di votare Tripodi Michelangelo alle elezioni comunali: indicazione che i Lo Giudice non avevano seguito”.
Calabria Ora e  il suo giornalista si avventurano in un’operazione spregiudicata e discutibilissima sul piano deontologico e con evidenti finalità mirate a colpire la mia immagine e credibilità, poiché  seguendo quanto scrive Minniti “i Lo Giudice non avevano seguito l’indicazione a votare per me” e quindi, per quanto mi riguarda,  sono falsi il titolo della prima pagina, il titolo di pag. 7 “Ecco chi  aiutammo alle elezioni” e il sottotitolo di pag. 7 “il “nano” fa i nomi dei personaggi per i quali la cosca avrebbe raccolto voti”. Ma quando si deve calunniare tutto fa brodo, tant’è che Minniti omette di riportare per intero le dichiarazioni di Lo Giudice che mi riguardano e che smascherano la chiara macchinazione contro il sottoscritto.
Le dichiarazioni testuali del Lo Giudice estratte dal verbale risultano queste: “….Tripodi Michelangelo, se sbaglio non faccio, questo qui abita dove c’è il bar di Ficara Domenico… sotto il caffè Mauro ex caffè Mauro più avanti sulla destra dovrebbe abitare questo Tripodi Michelangelo…” e ancora “...in quanto Canzonieri, Monorchio Tonino trovandosi per caso sul … dove c’ha il bar mio cognato, Bruno Stilo, si sono fermati e mi hanno detto che stavano, stavano sostenendo a questo Michelangelo Tripodi per portarsi alle elezioni…Mi chiese se era possibile dare un po’ di voti a questo Michelangelo Tripodi”.
Ho avuto già modo di scrivere e in questa sede riconfermo che non solo sono orgoglioso di non conoscere Lo Giudice, ma anche le due persone, del fantomatico dialogo di cui parla Lo Giudice mi risultano totalmente sconosciute. Inoltre, quanto dichiarato dallo stesso Lo Giudice secondo cui avrei la mia abitazione nella zona dell’ex caffè Mauro, vale a dire nel quartiere reggino di Tremulini, risulta davvero incredibile e privo di qualsiasi fondamento.
Fandonia non avrebbe potuto essere più colossale.
In tal senso, a scanso di equivoci o di qualsivoglia ombra devo evidenziare e fare presente che le imbeccate ricevute dal Lo Giudice e di cui lui si fa megafono sono un’enorme, palese ed incontrovertibile bufala.
Infatti, dal lontano 1963, quindi da circa 49 anni, ho sempre avuto la residenza e il domicilio nel quartiere di Sbarre, sia da celibe che da coniugato. Quindi, nella zona opposta della città e a diversi chilometri di distanza. Inoltre, non sono mai stato proprietario, né ho mai affittato alcun immobile nelle adiacenze dell’ex caffè Mauro. Quanto affermo è facilmente verificabile: basta vedere il mio certificato storico di residenza e consultare una visura immobiliare.
Inoltre, solo per evidenziare ancora di più l’inconsistenza delle dichiarazioni del Lo Giudice, aggiungo che non sono stato mai candidato alle elezioni comunali, cosa che lo stesso afferma per come risulta nell’articolo di Minniti, se non nel lontano 1976 nella lista del PCI.
Sfido, pertanto, il calunniatore Antonino Lo Giudice a dimostrare il contrario.
Desta, purtroppo, grandissimo stupore e forte meraviglia che un giornale come Calabria Ora, sia incorso in un simile infortunio e si sia prestato ad amplificare una bufala di queste dimensioni, prodotta col chiaro obiettivo di confondere le acque per creare un polverone.
Infine, voglio ricordare che lo scorso anno a seguito dell’articolo apparso sul Corriere della Calabria non mi sono limitato a inviare al settimanale un’approfondita e documentata replica che sgombrava il campo da qualsiasi tentativo di strumentalizzazione.
Ho chiesto formalmente ed immediatamente gli atti al Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria dott. Giuseppe Pignatone ed ho chiesto ed ottenuto un incontro con lo stesso Procuratore per chiedere conto e spiegazioni di questa vicenda assolutamente incredibile.
Sono stato ricevuto nell’agosto 2011, qualche giorno prima delle ferie estive, dal Dott. Pignatone, insieme all’avv. Lorenzo Fascì, presso la sede della Procura.
In quella sede ho esposto la mia ferma protesta per le vergognose e false dichiarazioni del Lo Giudice, facendo presente che, viste queste circostanze, si stava correndo il rischio concreto di trasformare la vicenda reggina, caratterizzata da una presenza e uno strapotere assoluto ed asfissiante della ‘ndrangheta, in una paradossale situazione di gattopardesca memoria nella quale tutto è mafia e niente è mafia: un grande polverone che rende tutti uguali, senza alcuna distinzione.
Di fronte alle mie rimostranze, supportate da fatti precisi ed incontestabili, il dott. Pignatone ci informava che in vista del medesimo incontro aveva chiesto agli uffici  una verifica riguardo le dichiarazioni del Lo Giudice circa la mia persona e che era in grado di potermi formalmente comunicare, a seguito di un’informativa ricevuta da parte del dott. Renato Cortese, Dirigente della Squadra Mobile di Reggio Calabria,  che nelle dichiarazioni di Lo Giudice c’era stato un “evidente errore e scambio di persona”, che si trattava di uno “schizzo di fango”e che si scusava anche a nome dei colleghi per questa incresciosa  vicenda nella quale ero stato incredibilmente coinvolto senza alcun fondamento, assicurandomi che la vicenda si doveva considerare conclusa.
Ma, evidentemente, nonostante la palese falsità così non è stato e si vuole insistere a rimestare la spazzatura per  cercare di sfregiare una limpida storia politica, personale e familiare incentrata costantemente nella lotta alla ‘ndrangheta. In tutti i ruoli di responsabilità politica ed istituzionale ricoperti ho costantemente avversato, con fatti concreti, le organizzazioni mafiose e, con orgoglio, ho sempre, pubblicamente, dichiarato di rifiutare i voti della ‘ndrangheta.
Queste mie scelte e convinzioni personali mi hanno fatto pagare anche pesanti prezzi personali. Un disprezzo e un ripudio assoluto, senza se e senza ma, che la Procura reggina conosce bene.
A Reggio sono chiare, lampanti ed evidenti le commistioni e le infiltrazioni della ’ndrangheta in ben determinati e, spesso, trasversali settori politici ed istituzionali. Sarebbe sufficiente continuare ad indagare a fondo e a 360 gradi su quanto è accaduto nelle elezioni regionali del marzo 2010. Basterebbe poco, infatti, per verificare, in primis nei quartieri e nelle zone ad altissima densità di presenza e penetrazione delle organizzazioni mafiose (vedi Archi), dove, come e in che misura si sono concentrati gli appoggi e i consensi delle famiglie di ‘ndrangheta.
Ovviamente. mi riservo di valutare tutte le iniziative legali a tutela della mia immagine e dignità così gravemente offese e danneggiate da pubblicazioni false e infondate come quella apparsa su Calabria Ora che si inquadrano in un palese disegno diffamatorio che mi vuole colpire.
Una cosa è certa: non mi faccio intimidire. Questa vicenda, tutta da chiarire e decifrare, non mi farà arretrare di un millimetro nel mio impegno nella lotta contro la ‘ndrangheta e le organizzazioni mafiose che infestano minacciosamente il nostro territorio.

Reggio Calabria, 25 maggio 2012
 MICHELANGELO TRIPODI


martedì 22 maggio 2012

RITROVAMENTO ARCHEOLOGICO LOC."CASALELLO"

Non perdiamo l’ennesima opportunità.

Vivere in una città come Vibo Valentia, che può vantare migliaia di anni di storia, significa camminare, quotidianamente, su un vero e proprio palinsesto stratigrafico, un centro pluristratificato dove si sono susseguite epoche storiche e culture diverse.

Non è un caso eccezionale, quindi, che una semplice opera di manutenzione delle strade si trasformi in una vera e propria “missione archeologica”, alla riscoperta di “tesori” che farebbero certamente la ricchezza di una qualsiasi città a vocazione turistica o aspirante tale.

Proprio dei semplici lavori, in pieno centro, alla superficie stradale, in via M. Tullio Cicerone (vicolo del “Casalello”), hanno riportato alla luce il basamento che, con molto probabilità, sorreggeva un’antica domus romana del I o II sec. d.C.

Detto ciò, siamo pienamente coscienti che la situazione di grave dissesto economico in cui versano gli enti e, ahinoi, la maggior parte delle famiglie italiane e che, quindi, l’attenzione nei confronti del patrimonio archeologico-artistico-culturale ha subito una forte frenata (vedi crolli di Pompei) ma siamo altrettanto coscienti del fatto che, per rilanciare la crescita economica del nostro paese ed in particolare della nostra regione, c’è l’esigenza di dedicare ingenti finanziamenti alla tutela, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio stesso, al fine di differenziare l’offerta turistica individuando, così, sempre nuovi segmenti di mercato.

Con la Modifica del Titolo V della Costituzione (Legge Bassanini) si introduce il principio di sussidiarietà (in particolare art.117-118), dettato dalla comunità europea, si assiste alla decentralizzazione di molti poteri, tra i quali la “valorizzazione dei beni culturali e ambientali”, demandati agli enti territoriali: Regioni, Provincie e comuni che, troppo spesso, se ne lavano le mani.

A tal proposito lanciamo un appello al sindaco D’Agostino, sperando che non faccia orecchie da mercante come con le decine di inviti già rivoltigli.

La zona degli scavi è in una area centralissima della città ed ha la particolarità di godere di molta visibilità da parte dei passanti, dei visitatori e dei cittadini, essendo confinante con il rione terravecchia e con l’arteria di via E. Gagliardi.

la strada, inoltre, ha una lunghezza inferiore ai 100 metri e viene utilizzata, sostanzialmente, come parcheggio, non è una arteria vitale della città,tant’è vero che la sua interruzione non ha creato particolari problemi alla viabilità.

Per tutti questi motivi, le chiediamo di rendere la suddetta via chiusa al traffico, provvedendo ad una immediata riconversione dei fondi stanziati per la messa in sicurezza della strada, destinandoli al recupero dei resti, rendendo la suddetta via dedicata totalmente al traffico pedonale ed alla fruizione dei beni archeologici.

Le chiediamo inoltre di farsi portavoce, verso Provincia-Regione-Stato, di una richiesta di cooperazione economico-gestionale, atta a favorire la riscoperta e la tutela dell’intero patrimonio culturale e archeologico vibonese, partendo proprio dalla “domus romana” di via Cicerone e passando per luoghi come le Mura Greche, il “parco archeologico di S. Aloe” (monumento all’incapacità della classe politica vibonese) e Palazzo Gagliardi - De Riso.

Bisogna avere il coraggio di fare una scelta rivoluzionaria, bisogna avere il coraggio, per una volta, di fare amministrare realmente, altrimenti continuerete a fare quello per cui la gente non vi ha votato, cioè demolire il bene comune.

Partito dei Comunisti Italiani - Vibo Valentia

Federazione Giovanile Comunisti Italiani – Vibo Valentia

sabato 19 maggio 2012

Cominciamo da noi... Ed a Vibu comu sIMU cumbinati?

Continua la nostra campagna “Cominciamo da noi…”, che sabato 19 maggio alle ore 17:30 cercherà di chiarire un tema fortemente spinoso come quello dell’Imu, da cui il titolo: “Ed a Vibu comu sIMU cumbinati?” , l’imposta sui beni immobili che verrà ripartita fra i comuni e lo stato.

Imposta che già il governo Berlusconi aveva reintrodotto ad agosto; per iniziare ad applicarla dal 2014 limitatamente agli immobili diversi dalla prima abitazione; ma rimodellata dalla c.d. “Manovra Salva-Italia” del governo Monti, il quale ha deciso che l’imu partirà già da quest’anno, in via “sperimentale” per poi arrivare a pieno regime nel 2015.

Semplificando, questo governo è riuscito a fare quello che nemmeno il precedente poteva, questo perché doveva rispondere (nel bene o nel male) ad un elettorato, ovvero reintrodurre l’Ici.
Questa imposta va ad inserirsi nel quadro nazionale in una fase di forte crisi economica andando a colpire indiscriminatamente tutti i possessori di un immobile, sia questo la prima casa o meno. In barba a chi, come il nostro partito, chiedeva invece una seria patrimoniale “forte con i ricchi e debole con la povera gente”.

Tornando all’imu, per quanto emanato nel decreto legge, i comuni avranno la facoltà di modificare le aliquote basi nei termini entro i quali applicare questa imposta.
Per esempio sulla prima abitazione, dove l’aliquota è fissata allo 0,4% i consigli comunali potranno modificarla dello 0,2% in negativo o in positivo.
Una percentuale che può apparire irrilevante a prima vista, ma che invece determinerà se la crisi la dovranno pagare i cittadini innocenti o no.

Uno dei nostri ospiti al dibattito sarà Michele Tripodi, Sindaco di Polistena del PdCI, che per primo in Italia ha deciso di fissare l’aliquota al minimo nella sua città. Un provvedimento straordinario che sgraverà il 90% dei cittadini dal pagamento di questa ennesima imposta.
E per rimanere fedeli al titolo di quest’incontro, a Vibo cosa si deciderà?
Si andrà a togliere dalla tasca dei cittadini per cercare di coprire il non trascurabile disavanzo di bilancio dell’amministrazione?

A rispondere a queste domande saranno presenti, l’Ass. al Bilancio Giuseppe Scianò, l’ass. ai Tributi Nicola Manfrida, l’ex primo cittadino Franco Sammarco e il compagno del PdCI, nonché capogruppo dell’opposizione al comune di Filadelfia, il dott. Walter Caglioti.

Il dibattito sarà moderato da Nicola Iozzo, segretario cittadino PdCI Vibo Valentia.

La nostra speranza vorrebbe far sì che oltre ai sopracitati invitati, a parlare saranno i cittadini! Coloro che davvero vivranno questa imposta nel loro già disastrato bilancio economico familiare.

Facciamo queste iniziative come comunisti e con un partito, due parole quasi impronunciabili ai giorni nostri. Ma ci siamo stancati di sentire che tutti i partiti sono uguali e che non danno spazio alle opinioni dei cittadini.
L’appuntamento è quindi per Sabato 19 maggio, ore 17:30, nella piazzetta antistante l’Istituto d’Arte.

mercoledì 16 maggio 2012

Nonostante tutto, Triparni è vivo!

Ce la stanno mettendo tutta gli amministratori Vibonesi, a cominciare da quelli comodamente seduti sulle poltrone di palazzo ex-enel fino a quelli altrettanto comodamente (ed inutilmente) inchiodati sulle poltrone di palazzo Razza. Eppure la popolazione Triparnese dimostrandosi testarda e caparbia, deludendo le aspettative di quegli stessi politici anzidetti che senza dubbio alcuno ormai hanno dimostrato di voler affossare il nostro territorio, non si è arresa a chi vuole vedere spenta e abbandonata da tutti questa piccola frazione.

Triparni è vivo, la gente vuole godersi il proprio paese. Lo hanno dimostrato i cittadini giusto domenica in occasione della festa Patronale di San Nicola di Bari, che sono riusciti a regalarsi una serata che rimarrà negli annali e nei ricordi delle migliaia di persone che erano in piazza per godersi il concerto di “Mimmo Cavallaro, Cosimo Papandrea ed i Taranta Project”.

È vivo, nonostante il paese negli ultimi anni sia stato abbandonato a se stesso dalla politica locale. Un paesaggio deturpato che di certo i Triparnesi non meritano. Sicuramente infatti alla molta gente che è venuta da lontano per seguire il famoso gruppo folkloristico non sarà sfuggita l’immagine di quella piazza all’entrata del paese crollata ormai da diversi anni, uno spazio che era diventato necessario al paese, soprattutto in occasioni come queste.

Qualche mese fa i proclami, da parte dell’assessore Modafferi, che affermava di aver ormai avviato tutto l’iter con l’affidamento della progettazione per il recupero del dissesto idrogeologico del territorio comunale (incluso Triparni). I Triparnesi ancora però non hanno visto niente di concreto, nemmeno un carotaggio o un rilievo che potesse dare la speranza che davvero i lavori sarebbero iniziati a breve. Probabilmente l’amministrazione comunale aspetta solo che la piazza crolli del tutto, tanto di Triparni chi se ne frega?

Senza dubbio tutta quella gente calorosamente accolta dai Triparnesi avrà notato quelle lastre di eternit abbandonate sulla provinciale semplicemente delimitate da un nastro rosso-bianco (tra l’altro ormai strappato) come se quello servisse a limitare il sollevamento della polvere di amianto. Ma non solo quello avranno notato i fans di Cavallaro, sicuramente saranno rimasti colpiti dall’incuria generale a cui viene lasciato Triparni. E di questo possiamo con certezza affermare di chi sono i meriti, l’assessore Pietro Comito infatti merita tutti i complimenti (sarcastici) possibili e immaginabili che Triparni gli dedica!

Di certo non è più il paese che era una volta, quello che era capace di sollevare grandi proteste per l’ottenimento dei propri diritti, quel piccolo leone che riusciva a far sentire la propria voce nella giungla vibonese, ma sicuramente domenica, nonostante le sue ferite è riuscito a ruggire ancora!

Il merito di quest’evento va tutto al comitato festa, un gruppo formato da cittadini Triparnesi devoti al patrono San Nicola, che ha voluto scommettere su Triparni ed ha sicuramente vinto, dimostrando che quando ci si mette con impegno e voglia di fare niente è impossibile. Per tutto quello che hanno fatto, e per il bel week end che ci hanno regalato, Triparni ringrazia questi suoi figli ed anche io esprimendo tutta la mia ammirazione mi accodo ai ringraziamenti.

Ora però tocca agli amministratori, adesso non possono fare a meno di capire che è giunta l’ora di recuperare il tempo perduto e mettersi finalmente a lavorare seriamente per il bene di questa frazione. Certo è difficile credere che l’amministrazione comunale D’Agostino o quella provinciale di De Nisi siano veramente in grado di risolvere i problemi, che sono tanti, della frazione e del territorio che amministrano (male!).

Dopo domenica però consigliamo a quest’ultimi di fare attenzione, perché se è vero che Triparni è un leone, seppur ferito, riesce ancora a graffiare!
Giuseppe Ambrosio –comitato federale provinciale
Partito dei Comunisti Italiani - Vibo Valentia

Parco Lineare Sud - Incontro con il Prefetto

Qualche giorno fa abbiamo riacceso i riflettori sulla vicenda del Parco Lineare Sud. Questo progetto di valore strategico per la città voluto dal compianto sindaco Italo Falcomatà, a causa delle gravissime responsabilità della fallimentare giunta Arena rischia di traformarsi nell’ennesima incompiuta del nostro territorio.

Un nuovo monumento di vergogna sull’altare del modello Reggio.

Com’è noto, la Cooperativa Progresso e Lavoro, impresa appaltatrice dell’opera, si è vista costretta a chiudere il cantiere a causa della fortissima esposizione economica provocata dai ritardi e dalle inadempienze cronicge del Comune di Reggio Calabria che ha un debito di oltre 1.300.000,00 euro nei confronti della Cooperativa da oltre un anno.

A seguito della nostra recente denuncia pubblica abbiamo investito della vicenda il sig. Prefetto, dott. Vittorio Piscitelli, al quale abbiamo formalmente chiesto un incontro ufficiale per affrontare questa situazione che, fra l’altro, può rappresentare una nuova macelleria sociale per il concreto rischio di chiusura della CPL, dopo ben 37 anni di attività c on la conseguente perdita di decine di posti di lavoro.

Desideriamo, in questa sede, ringraziare ufficialmente il Prefetto Piscitelli per l’alta sensibilità e disponibilità dimostrata sulla vicenda.

Infatti, mercoledì 16 maggio alle ore 10.00 una delegazione incontrerà il Prefetto Piscitelli.

Insieme al PdCI, faranno parte della delegazione il presidente dell’Ance, il sindacato e il presidente della Cooperativa Progresso e Lavoro.

Reggio Calabria, 14 maggio 2012


IL SEGRETARIO REGIONALE DEL PdCI
Michelangelo Tripodi


IL PdCI CONDANNA L’ATTENTATO FASCISTA CONTRO IL CENTRO SOCIALE CARTELLA

L’incendio del Centro sociale “Angelina Cartella”, avvenuto questa notte, rappresenta un atto di inaudita violenza che offende la coscienza civile di ogni sincero democratico.

L’attentato di stampo squadrista è tipico dei vigliacchi fascisti che come sempre, secondo il loro stile, agiscono nell’ombra e di nascosto colpiscono alle spalle.

Da diverso tempo si susseguivano episodi piccoli e grandi di intimidazione nei confronti del Centro Sociale, in una sorta di escalation che è giunta alla sua conclusione con l’atto finale dell’incendio della sede.

Ed è davvero singolare la circostanza che, nonostante le diverse denunce fatte pubblicamente per questa grave situazione, non sia stato fatto nulla per fermare la mano fascista, violenta e criminale.

Il PdCI, nell’esprimere la più grande indignazione, condanna fermamente l’attentato fascista contro il Centro Sociale “Cartella” e tutte le azioni che nella città di Reggio si stanno moltiplicando, dall’aggressione omofobica a Claudio Toscano all’ospitalità di CasaPound nel palazzo comunale, nell’inerzia più assoluta di chi avrebbe il compito di reprimere atti di questa natura.

Inoltre, nel ribadire la necessità che da parte degli organi preposti sia fatta chiarezza su tutta la vicenda, il PdCI esprime piena e totale solidarietà ai militanti e ai giovani del Centro sociale “Cartella” invitandoli a proseguire con più determinazione di prima nella loro meritevole attività politica e sociale e chiede con forza che vengano individuati e assicurati alla giustizia i mandanti e i responsabili di questo vile e indegno attentato contro il Cartella e contro la democrazia e la convivenza civile. Il PdCI è pronto a fare la sua parte.

Reggio Calabria, 15.5.2012

IL SEGRETARIO REGIONALE DEL PdCI                                                                                   MICHELANGELO TRIPODI