giovedì 27 agosto 2009

1° festa provinciale de "La Rinascita"

il 4 e 5 settembre si terrà a piazza municipio a Vibo Valentia la prima festa provinciale de "La Rinascita".
numerosi saranno i dibattiti in soli 2 giorni di festa e numerosi saranno gli argomenti toccati nel corso delle varie discussioni politiche.
ma non ci sarà solamente la discussione, ad animare la serata ci saranno anche diversi gruppi giovanili locali che con la loro musica allieteranno le serate e dove saranno piazzati numerosi stand di gastronia, cultura e svago.
per motivi di riservatezza, visti precedenti pericolosi da parte di qualcuno che tra l'altro dice di essere comunista e che ha cercato di boicottare questa piccola festa di provincia, possiamo dire solamente che sabato 5 settembre sarà presente il segretario nazionale del PdCI Oliviero Diliberto.
nei prossimi giorni potremo finalmente svelare il nostro programma senza la paura che i nostri ospiti ricevano telefonate inopportune condite di falsità.
vogliamo rassicurare queste persone che la verità viene sempre a galla e non perderemo occasione per dire a tutti le cose come stanno così come abbiamo sempre fatto.

lunedì 3 agosto 2009

Provincia di Cosenza: una scelta incomprensibile

“Una scelta inconcepibile. Un’esclusione, quella del PdCI dalla nuova giunta provinciale di Cosenza, che non potrà non avere conseguenze sul piano politico”. A sostenerlo, in una nota, Michelangelo Tripodi, segretario regionale del PdCI. “ E' davvero incomprensibile la scelta compiuta dal Presidente della Provincia di Cosenza Oliverio che non ha avuto nemmeno la buona educazione di informare il nostro partito della gravissima decisione, che abbiamo appreso dalla stampa, di escludere il PdCI dalla Giunta Provinciale di Cosenza”.
“Vogliamo ricordare ad Oliverio che l’impegno e i voti dei Comunisti Italiani sono stati determinanti, assieme a quello delle altre liste escluse dalla giunta, per la vittoria del centrosinistra al ballottaggio. Il PD, partito a cui appartiene Oliverio, ha infatti ottenuto solo il 24% delle preferenze e senza il nostro determinante contributo la coalizione non avrebbe certo avuto un’affermazione così netta nei confronti del centrodestra”. “Un’esclusione che stona – aggiunge il segretario regionale del PdCI – considerando, inoltre, l’impegno profuso e il prezioso lavoro svolto dal nostro partito all’interno della precedente Giunta di centrosinistra di cui lo stesso Oliverio era presidente”. “E' bene ricordare come il Presidente Oliverio, prima e durante la campagna elettorale, abbia sempre sottolineato il valore della coalizione e delle alleanze, salvo poi dimenticarsi di tutto questo nella fase di composizione della giunta provinciale laddove ad un partito in chiaro declino e fortemente litigioso al proprio interno come il PD si decide di affidare incredibilmente la quasi totalità della rappresentanza della giunta provinciale di Cosenza”.
“Quella di Oliverio – continua il segretario regionale del PdCI - è quindi una scelta grave, ingiustificata, scorretta, che mortifica il nostro impegno e nei confronti della quale esprimiamo un giudizio totalmente negativo. E' davvero incredibile, sottolinea Tripodi, che il Presidente Oliverio abbia ritenuto di fare carte false per dare il posto di Presidente del Consiglio Provinciale ad un esponente del Movimento per le Autonomie mentre contestualmente ritiene di scaricare una parte della coalizione escludendo i Comunisti Italiani dalla Giunta”. “Certo i posti e gli incarichi non mancano per gli esponenti del PD che fa ne fa incetta nell'ambito della giunta provinciale dove siedono 9 esponenti del Partito Democratico su 11 (Presidente, vice-Presidente e 7 assessori)”.
“Se questa è la logica politica che i bersaniani in salsa calabrese del PD intendono perseguire, conclude Tripodi, certamente tutto ciò rischia di avere un effetto dirompente sugli equilibri politici calabresi con il bel risultato ottenuto da Oliverio di rompere il centrosinistra alla vigilia delle elezioni regionali”.

3 agosto 2009

Ufficio Stampa PdCI Calabria

sabato 1 agosto 2009

L’8 agosto per dire no all’ennesima “mucca da mungere”. NOI CI SAREMO COME SEMPRE


Stanno costruendo il loro “Ponte” fatto di colate di cemento, speculazione, disprezzo per la democrazia. L`8 agosto i cittadini manifesteranno contro la devastazione ambientale e le "mucche da mungere" che trasferiscono denaro dai poveri ai ricchi. Chiederanno infrastrutture di prossimità ed il ri-orientamento della spesa pubblica. Diranno "no" al loro Ponte, sì ad un nuovo modello di Welfare.
Stanno andando avanti, stanno costruendo il loro “Ponte” fatto di colate di cemento, speculazione, disprezzo per la democrazia. I cittadini che scenderanno in piazza l’8 agosto a Messina non si opporranno semplicemente ad una singola opera, ma ad una concezione sbagliata, ad un modello perverso. La manifestazione organizzata dalla “Rete No Ponte” è il frutto di un lungo percorso costruito negli anni che ora si arricchisce di una precisa richiesta, ri-orientare la spesa pubblica allontanandola da grandi opere inutili, dannose e non volute verso la riqualificazione del territorio, a cominciare dalla messa in sicurezza anti-sismica, ed infrastrutture di prossimità, come il traghettamento pubblico dello Stretto.
Le adesioni di associazioni ambientaliste (WWF, Italia Nostra, Legambiente), quelle di partiti e soggetti politici (Sinistra e Libertà, Rifondazione comunista, Pdci, Plc, Bene Comune, Federazione anarchica siciliana, Unità Comunista), sindacati (Rdb, Cub, Cobas, Orsanavigazione), centri sociali (Cartella, Zetalab, ExKarcere, Ask, Auro), reti territoriali (Coordinamento catanese No G8, Cordinamento ibleo per la difesa dalle nocività), comitati cittadini (Giovani e Messina, Energia messinese), un’infinità di piccole e grandi realtà, tantissimi cittadini e non da ultimo le numerose presentazioni sul territorio del libro “Ponte sullo Stretto e mucche da mungere” sono i segnali inequivocabili di una consapevolezza che non si è mai sopita. Numerosi pullman arriveranno da Palermo, Ragusa, Siracusa, Catania, Reggio Calabria e Cosenza.

Nel corso degli anni si è passati senza pudore dall’esaltazione del mercato e dell’iniziativa privata ad un interventismo statale degno dell’IRI, finalizzato però al trasferimento di denaro dalle tasche dei cittadini (quella parte di cittadinanza che paga le tasse) ad un ristretto circolo di contractors ben legati alla politica. Il Ponte come i rifiuti, l’acqua privatizzata come l’economia di guerra sono le “mucche da mungere” che arricchiscono pochi speculatori ed aumentano la distanza tra ricchi e poveri, spesso con metodi autoritari.
Pietro Ciucci ha da pochi giorni aggiunto alla carica di presidente dell’Anas e della Società Stretto di Messina (di cui Anas è azionista con l’82%) l’incarico barocco di “Commissario Straordinario per il riavvio delle attività”, con il compito specifico di “rimuovere gli ostacoli” frapposti al Ponte. La formula è inquietante, anche perché più volte il governo ha minacciato “l’uso dell’esercito” contro quelle “minoranze” che oseranno opporsi all’avvio dei cantieri. Ma c’è anche l’aspetto economico, non meno preoccupante. In sessanta giorni, Ciucci dovrà “adeguare” i contratti stipulati con Impregilo (vincitrice di una gara dai contorni mai chiariti) e con “le società affidatarie dei servizi di controllo e verifica della progettazione definitiva ed esecutiva”.
Pur non essendoci ancora un progetto definitivo, la società Stretto di Messina potrà contare su un contributo di 1,3 miliardi di euro “in conto impianti”, ovvero soldi destinati all’acquisto di fattori produttivi “a lungo ciclo di utilizzo”. Soldi da spendere subito, e male. Secondo i ministri Matteoli e Tremonti, già alla fine dell’anno potranno essere avviati i “cantieri a terra”, cioè tutte quelle che opere pensate in vista del Ponte, ma altrettanto inutili e forse ancora più dannose del “mostro sullo Stretto”.
Un delirio di svincoli, raddoppi, gallerie, varianti e viadotti che dovranno collegare il casello del Ponte alle strade ed alla ferrovia della città, e raddoppiare le corsie in previsione di un aumento del traffico che non ci sarà. Già da sole, le opere correlate trasformeranno l’area dello Stretto in un immenso cantiere per un tempo indefinito. Nessuno crede ai sette anni promessi da Ciucci, basta vedere l’esempio dell’ammodernamento della Salerno – Reggio Calabria, gestito da Anas ed in parte da Impregilo, avviato nel 1990, costato 17 volte di più, perennemente “infiltrato” da tutti i clan di camorra e ‘ndrangheta presenti lungo il tracciato.
Intanto prosegue il “sacco edilizio” della città di Messina. E’ stato approvato il progetto per il Tirone, unico quartiere storico sopravvissuto al cataclisma del 1908. Un parcheggio sotterraneo da 1400 posti su 6 piani, l’ennesimo centro commerciale e tanti nuovi palazzi potrebbero eliminare l’ultimo residuo di centro storico. Le mura che hanno resistito alle scosse del grande terremoto rischiano cento anni dopo di crollare di fronte alla furia dei palazzinari e del partito del cemento.