lunedì 28 aprile 2008

1° MAGGIO a Cosenza

Tutti a casa, l’imbroglio è finito

PER UN BILANCIO FRANCO E TRASPARENTE DELLA SCONFITTA
PER UNA VERA COSTITUENTE COMUNISTA

Col tracollo elettorale e la scomparsa dal parlamento della Sinistra Arcobaleno si chiude definitivamente l’era dei compromessi al ribasso, dei governi “amici”, del riformismo senza riforme e dei tradimenti di un ceto politico che per 15 anni ha saputo tutelare solo le sue poltrone. Ora stà ai lavoratori, e in primis a quelle avanguardie comuniste che in questi anni, contro tutto e tutti, hanno faticosamente mantenuto in piedi un opzione di alternativa di sistema, prendere in mano il proprio destino dando vita ad un vero soggetto politico comunista, alternativo non solo al duopolio padronale PD-PDL, ma anche ai rottami politicisti del PRC e PdCI, artefici di dieci anni di disfatte.
Per far fronte al disorientamento e allo scoramento di ampi settori è necessaria una proposta di ricomposizione dei comunisti su basi politiche e programmatiche chiare, che evitino la riproposizione di modelli dimostratisi falliti e puntino senza mezzi termini al rilancio di una nuova stagione di lotte contro il governo più a destra dal dopoguerra ad oggi. Senza più mediazioni parlamentari e deleghe in bianco a nessuno.

Chiamarlo terremoto politico è forse un eufemismo: la tornata elettorale del 13 e 14 Aprile, accanto alla prevedibile affermazione del Popolo delle libertà berlusconiano e all’altrettanto prevedibile consolidamento del PD di Veltroni quale blocco di potere al servizio di Confindustria e della grande finanza, vede la completa estinzione della sinistra istituzionale.

Il crollo di consensi della Sinistra Arcobaleno, passata in soli due anni da più del 10% (cifra arrotondata per difetto sommando solo i voti di Prc, Pdci e Verdi e non tenendo conto della SD di Mussi) a un misero ed insignificante 3,1%, con più di tre milioni di voti in meno, ha superato ogni previsione, configurandosi come la più netta debacle mai verificatasi nella storia elettorale repubblicana.

Così ecco che, all’indomani della mazzata ricevuta dalle urne, i capi della Sinistra Arcobaleno, fanno a gara a chi si arrampica meglio sugli specchi.
Da un lato Giordano ricollega la disfatta al “voto utile” a favore del PD, additando come responsabile proprio quel partito veltroniano di cui il Prc è fedele alleato in tutta Italia; dall’altro Diliberto che sbraita contro l’eliminazione della falce e martello dal simbolo, compiendo un clamoroso autogol politico, in quanto il segretario del PdCI dimostra ancora una volta di essere interessato ai simboli storici dell’emancipazione del lavoro solo nella misura in cui gli permettono di lucrare qualche voto e qualche scranno parlamentare in più!

Come se non bastasse, ai due generali senza più esercito né poltrone si aggiunge poi lo stuolo di commentatori della sinistra radical-chic stile-“Manifesto”, i quali si affannano a voler dimostrare che il soggetto unico sarebbe nato troppo tardi, e che magari andava coinvolta di più la cosiddetta società civile (ovvero qualche altro intellettuale in cerca di fortuna, come se non ce ne fossero già abbastanza in circolazione…).

Come recita un vecchio adagio, non c’è peggior stolto di chi non vuol capire.

Lasciamo dunque perdere pennivendoli e mestieranti della politica che cercano di nascondersi dietro la foglia di fico, e proviamo a ricostruire le ragioni reali di quanto accaduto.
E’ evidente che una tale fuga di massa dagli apparati della sinistra arcobaleno trova le sue radici in una molteplicità di fattori.

1. E’indubbio che ci sia stata un travaso di voti dalla sinistra istituzionale al PD di Veltroni. Bisognerebbe però chiedersi perché ciò sia stato possibile. La verità è che da 15 anni a questa parte l’elettorato genericamente di sinistra è stato ad ogni elezione l’oggetto di una martellante propaganda mediatica, orchestrata proprio da Rifondazione Comunista e dalla cosiddetta “sinistra radicale”, ispirata alla logica del meno peggio, del voto utile, dell’unità con chiunque e a tutti i costi contro Berlusconi, dall’assillante retorica del “battere le destre”.
E’ dunque chiaro come oggi quest’arma propagandistica, che per anni è servita ad assicurare una comoda rendita di posizione agli apparati della sinistra istituzionale, oggi si sia rivoltata contro coloro che l’hanno usata finora. La scelta di Veltroni di correre da solo, da questo punto di vista è stata un’abile ed astuta mossa, che ha permesso al PD di accaparrarsi in un sol colpo quel vasto arcipelago “antiberlusconiano”, composto da milioni di elettori oramai allenati da anni a votare “contro qualcuno” e non “per qualcosa”.

2. L’abbandono dei simboli della falce e martello ha di sicuro inciso, ma in misura decisamente inferiore a quanto si possa pensare. Se così non fosse, le liste di Sinistra Critica e del PCL di Ferrando, le quali hanno affidato gran parte delle loro fortune elettorali proprio sull’uso esclusivo del simbolo, sarebbero andate ampiamente al di là dei modesti risultati ottenuti (rispettivamente 0,4 e 0,5%, che sommate fanno meno di quattrocentomila voti).
Questa argomentazione viene in realtà, come dicevamo prima, usata surrettiziamente da chi, come Diliberto, vuol nascondere il reale nodo della questione. La falce e il martello sono state in realtà archiviate dai valori e dai programmi di PRC e PdCI prima ancora di sparire dalle schede elettorali. L’allontanamento dai luoghi di lavoro, il frenetico tentativo di derubricare la lotta di classe dall’agenda politica di questi due partiti, la totale assenza di operai e lavoratori nei loro gruppi dirigenti, sono tutti elementi di sostanza, dei dati di fatto che hanno svuotato da diversi anni a questa parte di ogni profilo classista sia la struttura di Rifondazione che quella dei Comunisti Italiani. Evocare la falce e martello senza fare i conti con questa cruda realtà si riduce a mero feticismo, privo della benché minima corrispondenza tra forma e sostanza, ed utile solo a chi, come Diliberto, vuol trovare un facile escamotage per nascondere i suoi fallimenti e quelli del suo partito.

3. Ciò che i diretti interessati cercano invece di nascondere in tutti i modi è proprio il dato più massiccio e significativo di questa tornata elettorale: l’astensionismo di massa da parte di ampi settori della sinistra di classe.
E’ infatti fuori discussione che quel 3,1% in più di astensionismo (pari a circa un milione e mezzo di elettori) sia composto in larghissima parte da quel popolo di sinistra e da quei lavoratori e proletari disillusi da due anni di governo Prodi e stanco di sostenere ad ogni tornata elettorale partiti e coalizioni che, siano esse di centrodestra o di centrosinistra, una volta al potere sfruttano, affamano, fanno guerre e cancellano i diritti al pari di quelle che l’hanno precedute.
Il vero dato degno d’attenzione per i comunisti è proprio questo: dopo più di un decennio di bipolarismo coatto, di false contrapposizioni tutte interne alle compatibilità capitalistiche, di truffe ai danni dei lavoratori, costretti ad appoggiare Prodi, Dini, Padoa Schioppa e De Benedetti in nome dell’antiberlusconismo, oggi questa tiritera per milioni di operai, studenti, precari e disoccupati non attacca più.

La crisi economica e sociale in atto da qualche anno, e che rischia di aggravarsi con la crisi finanziaria internazionale, vede il PD e il PDL uniti nell’intenzione di far fronte all’emergenza con nuovi tagli e nuove politiche di massacro sociale per milioni di famiglie.
Di fronte a tutto ciò, le vacue promesse di riforme “progressiste” e di politiche redistributive sbandierate in questi anni dalla sinistra arcobaleno si sciolgono come neve al sole, e lasciano questo cartello elettorale totalmente a corto di proposte su come uscire da una crisi che è sistemica e non certo congiunturale.

L’aumento vertiginoso del costo della vita e l’impennata dei prezzi dei generi di consumo cui stiamo assistendo in questi mesi, e che almeno a breve non appare destinata a fermarsi, porterà inevitabilmente ad una crescita del malcontento e quindi del conflitto sociale.

Ad essere incerte sono invece gli esiti di questa crisi e la direzione che prenderanno questi conflitti. L’avanzata esponenziale di organizzazioni razziste e reazionarie come la Lega Nord è un sintomo di come nel nostro paese ampi strati popolari, nel tentativo di evitare gli effetti più perversi della barbarie in atto, cerchino un facile quanto illusorio rifugio nel populismo e nei proclami securitari laciati da un manipolo di mediocri fascistoidi.

Di fronte a questo stato di cose, e alla luce dell’impressionante vuoto di rappresentanza politica e sociale dei lavoratori, delle vere e proprie rovine lasciate dalla sinistra istituzionale dopo anni di tradimenti e compromessi al ribasso, diviene non più prorogabile la ricostruzione di uno spazio politico autonomo ed alternativo alle compatibilità capitalistiche. Uno spazio politico che eviti la riproposizione di sterili assemblaggi di ceto politico, e punti invece a rappresentare le migliaia di giovani e di lavoratori che in questi anni sono scesi in piazza per la difesa dei propri diritti, contro la guerra, la precarietà, e i licenziamenti, in difesa dell’ambiente e contro gli scempi e le speculazioni affaristiche (TAV, grandi opere, inceneritori, ecc.), al fine di riunificare quelle forze fino ad oggi disperse e frammentate.

Uno spazio politico che, nel 2008, all’indomani di vent’anni di truffe, di abiure e prese in giro, non possiamo non chiamare comunista, laddove la parola comunista non è un simulacro formale, ne tantomeno un mero richiamo simbolico-nostalgico da sfruttare a fini elettorali, quanto piuttosto un ritorno a quelle radici autenticamente rivoluzionarie e classiste che, esse sole, hanno saputo garantire a milioni di lavoratori più di un secolo di conquiste e di successi.

Senza aver bisogno di nessun governo amico.


Associazione Unità Comunista

Presentazione del libro di Ines Arciuolo a Pisa



Lunedì 28 Aprile 2008, ore 21:15
Biblioteca Comunale - Lungarno Galilei 42, Pisa

Tra disastri elettorali e disfatte politiche...
Ripartiamo dalle lotte sociali e nel mondo del lavoro

Presentazione del libro di Ines Arciuolo:
" A CASA NON CI TORNO- AUTOBIOGRAFIA DI UNA COMUNISTA ERETICA"

Interverrà l'autrice

Seguiranno gli interventi di:
Angela Recce, Rete28Aprile-FIOM
Antonio Piro, Cobas Pubblico

Su la testa, riprendiamoci il 1 Maggio!

Il disastro elettorale della sinistra è stato provocato da quei gruppi dirigenti che hanno anteposto la propria sete di potere alla rappresentazione degli interessi e dei bisogni di milioni di lavoratori, donne, giovani, immigrati, che si trovano ora a fare i conti con il governo più di destra che abbia mai visto la luce nel nostro Paese. Molto prima di sparire dalle urne elettorali, la “sinistra” è sparita dai suoi naturali insediamenti sociali ed ha voluto cancellare persino i suoi stessi simboli, a partire dalla falce e martello.

E’ necessario mettere in campo da subito una risposta unitaria e determinata, una risposta di resistenza e di lotta, per il rilancio del conflitto capitale - lavoro, della democrazia sindacale e di una nuova scala mobile, per il riconoscimento dei pieni diritti per i lavoratori immigrati.

Proponiamo un primo momento di mobilitazione per lanciare ai lavoratori, ai giovani, agli immigrati, a tutti gli sfruttati un nuovo messaggio di unità e di protagonismo.

GIOVEDI’ 1° MAGGIO, ALLE 17.30, ASSEMBLEA POPOLARE PRESSO IL FESTIVAL DELLA COMUNITA’ BENGALESE, AL PARCO CENTOCELLE, VIA CASILINA 706

LUNEDI’ 5 MAGGIO, CORTEO. APPUNTAMENTO ALLE 17.00 A PIAZZA DELLA REPUBBLICA

Coordinamento romano per l’Unità dei Comunisti, Autoconvocati del PRC di Roma, Comitato Popolare di lotta per la Casa, Comitato Immigrati in Italia

Costituente Comunista: 25 Aprile - 1 Maggio in Umbria


LIBERI TUTTI!

Trovare parole appropriate per commentare l'intera vicenda, non è cosa facile. Perchè sono tanti gli aspetti farseschi e tali le assurdità delle accuse, che rischieremmo sicuramente di dimenticare qualcuna delle illuminanti considerazioni formulate dal PM Fiordalisi.

Chi in questi anni si è trovato a dover costruire solidarietà rispetto alla vicenda, ha dovuto soprattutto difendersi da quella parte di città che, parliamoci chiaro, ci avrebbe voluto vedere in galera. Probabilmente, parte degli stessi che hanno contribuito a montare questo teorema. Ebbene, possiamo finalmente dire che costoro rimangono in un angolo a rosicare. L'assoluzione di oggi è una pesante sconfitta per gli organi inquirenti che hanno confezionato questa inchiesta. Gli stessi che hanno sperperato oltre tre milioni di euro, sbandierando all'intero paese, una formidabile operazione antiterrorismo, curata nei minimi dettagli e pronta a smantellare la pericolosa nascente cellula sovversiva. Tutto questo, mentre in città si consumavano ben altri misfatti.

Ma ora, sentenza in mano, abbiamo il diritto di sapere: perchè questa inchiesta, sebbene scartata da svariate procure, è stata accettata proprio a Cosenza? Quali oscure trame hanno tessuto questo canovaccio? Quali loschi interessi da coprire? Ma soprattutto, abbiamo ragione di pretendere le dimissioni dei vertici inquirenti che hanno guidato questa inchiesta?

Che questo "castello" non stava in piedi, la città lo aveva capito da subito e lo aveva ampiamente affermato con calorosa partecipazione alle diverse mobilitazioni costruite nel corso di questi lunghi sette anni, assolvendo di fatto tutti gli imputati e bocciando l'operato della Fiordalisi&Co.

Agli interrogativi sulle reali motivazioni che hanno portato all'apertura di questa inchiesta, ognuno si sarà dato delle risposte, rimane sicuramente il tentativo di criminalizzare un intero movimento con accuse infondate e infamanti, volte a coprire le vere vergogne di Genova: la morte di Carlo Giuliani, i pestaggi e le torture delle forze dell'ordine comandate dai vertici militari e politici. E ancora, di deviare l'attenzione generale dai veri allarmi sociali di cui questa città soffre.

Questa assoluzione giunge a riprova del fatto che la storia di chi rifiuta le logiche neoliberiste e produce conflitto sociale non può essere scritta dentro un'aula di tribunale. E se ce ne fosse ancora bisogno, ribadisce che la libertà di espressione e di opinione devono essere garantite in nome di quelle libertà conquistate il 25 aprile del 1945 e che ancora dobbiamo difendere.

Coordinamento Liberitutti
Cosenza, 24 aprile 2008

martedì 22 aprile 2008

APPELLO PER Lanciare incontro Pubblico Nazionale per la COSTITUENTE COMUNISTA

Per una vera Costituente Comunista.

Il risultato elettorale delle politiche del 2008 ha confermato quanto da tempo sostenuto da innumerevoli compagni ovvero che i Partiti contenitori (Sinistra Arcobaleno) o i Partiti dallo 0,5% PCL, Sinistra Critica, non sono i Partiti che possono capitalizzare quel patrimonio comunista che è proprio del nostro Paese.
Perché anche se per la prima volta nella Storia della Repubblica Italiana non ci sarà nessun rappresentante in Parlamento della Sinistra Radicale , nonostante tale prevedibile sconfitta, l’ attaccamento al potere persiste .
A parte il capro espiatorio Bertinotti( ma che da tempo aveva fatto intendere che avrebbe lasciato la guida spirituale della Sinistra Arlecchino…) tutti gli altri leader…sia locali che nazionali sono rimasti ai loro posti.
Occorre azzerare tutte le segreterie di tutti i partiti, lanciare un'unica grande e vera Costituente Comunista, poiché leggendo i vari proclami sembra che nascerà più di una pseudo -Costituente, e dare luogo ad una grande assemblea Nazionale dove tutti i Compagni a prescindere dall’appartenenza a Rifondazione , Pcl ecc, devono riunirsi per discutere e capire il che fare.
Tutti i partiti esistenti, o quello che ne è rimasto, devono sciogliersi perché sono frivoli e non rispecchiano la vera realtà sociale Italiana; devono sciogliersi perché il Partito comunista non si costruisce in pochi mesi o anni, ma in un arco di tempo molto più lungo.
E’ arrivato il momento di dire Basta ai Liderismi., Basta alle Divisioni, lanciano un grande appuntamento che riguardi tutti i compagni che per anni hanno aderito a vari Partiti Comunisti o di Tendenza, Azzeriamo tutte le segreterie esistenti, sia locali che Nazionali o Centrali, dei Vari Partiti di Sinistra Radicale e Comunista e lavoriamo tutti insieme, lanciando la formazione di comitati spontanei territoriali, per una Grande Costituente Comunista .
La vera tragedia non è la fine della rappresentanza politica in Parlamento, perché un vero comunista non è per il concetto della delega o della rappresentanza , ma disconosce questo sistema .
La vera tragedia è la frammentazione , la fioritura di mille partiti comunisti, il liderismo politico che ha comportato l’allontanamento di molti compagni dalle lotte sociali, la prevaricazione di forze di destra ed estrema destra, ed in particolare la più grande crisi che in Occidente abbia mai avuto la Sinistra Radicale e Comunista.
Siamo tutti responsabili, ma nessuno potrà accettare che tale Costituente venga lanciata dagli attuali Leader della Sinistra Radicale, la vera Costituente dovrà essere lanciata da tutti i compagni che rifiutano il partitino di sinistra senza alcuna prospettiva reale di radicamento nella società, o peggio ancora un partito contenitore-elettoralista, e che credono veramente, che la vera competizione non è quella elettorale,appunto, ma quella presente ogni giorno nelle piazze, sui luoghi di lavoro ecc, luoghi ove la Sinistra tutta vuoi per carenza organizzativa, vuoi per speculazione vuoi per mancanza di interesse ha tratto solo ciò che poteva tornare utile per fini lideristici o di tendenza, ma non per lottare veramente per un radicale cambiamento della società.
E’ giunto il momento di aggregarci tutti , di sciogliere tutti i partiti esistenti e di lavorare per la Vera Costituente Comunista.

Basta con i falsi e opportunistici e tardivi mea culpa!!!
E’ arrivato il momento di voltare definitivamente pagina!!!

Lanciamo un grande appuntamento Nazionale-Centrale per la Grande Costituente Comunista.

Per sottoscrive l’appello unitacomcalabria@yahoo.it
oppure sotto forma di commento sul sito http://unitacomunistavibovalentia.blogspot.com

giovedì 17 aprile 2008

Solidarietà e vicinanza di UC – Vibo a Pino Masciari

In questi giorni la vicenda di Pino Masciari è tornata alla ribalta delle cronache regionali e non solo, mettendo in evidenza per l’ennesima volta la totale inefficienza degli apparati, burocratici e politici, dello stato italiano. La storia di Pino Masciari la conosciamo quasi tutti e non ha bisogno di essere ricordata a chi, in maniera furbesca, ha fatto e continua a far finta di niente stendendo un velo di silenzio frutto della grande indifferenza di questa regione.
La storia di Pino, prima di essere quella di un imprenditore, è quella di un calabrese coraggioso e onesto che ha deciso di denunciare quel sistema politico-mafioso che contraddistingue, gestisce e distrugge questa terra. Dalla sua denuncia sono ormai passati 11 lunghi anni di silenzio, che i partiti interrompevano solamente nei periodi elettorali e che tornavano inesorabilmente dopo le elezioni, che hanno completamente cambiato la sua vita creando una situazione anomala che vede il “giusto” dietro le sbarre dell’esilio forzato.
Se in questo paese tutti avessero il senso dello Stato, della legalità e della giustizia che ha Pino forse non saremmo messi così male ma è vera una cosa e cioè che lo Stato siamo noi e chi ci dirige è li per rappresentarci e non per pensare ad “altro”.
Ma vogliamo sottolineare ancora una volta che la mafia (intesa in maniera generale comprendendo ‘ndrangheta, camorra, etc) non è l'antistato. Al contrario di quanto cercano di farci credere, la mafia è un’organizzazione complementare e strettamente intrecciata con parti decisive degli apparati statali.
Complementare perché, attraverso la propria presenza in aree particolarmente degradate, assicura nel suo complesso un controllo sociale difficilmente raggiungibile con l'ordinaria amministrazione.
Intrecciata perché cerca di creare le proprie lobbie all'interno dello stato per tutelare i propri interessi economici.
Non è da questo Stato, con mafiosi che al suo interno occupano posti di comando, che ci si può aspettare una lotta decisiva contro la mafia!
Non è la mancanza di leggi adeguate o l’insufficiente numero di magistrati e poliziotti che impedisce di sconfiggere la mafia. È all'interno dello stato che vanno ricercati i principali alleati della mafia e le sue rappresentanze politiche. La lotta alla mafia deve partire dalla maturazione di una nuova mentalità che vada contro l’attuale stato di cose.
Tutte queste cose Pino Masciari le ha vissute e le vive sulla sua pelle e continua a denunciarle.
Inquietante si dimostra oggi l’assordante silenzio di partiti e istituzioni che presi dalla voglia di spartirsi lo “spartibile” si sono dimenticati di chi, senza paura, ha denunciato il marcio e la fogna che scorre sotto i palazzi del potere.
L'associazione Unità Comunista intende esprimere a Pino, e a tutti quelli che si stanno prodigando affinché vi sia una svolta definitiva per il suo caso, la piena solidarietà e vicinanza sperando che il suo gesto sia di esempio per tanti altri che preferiscono stare in silenzio.

mercoledì 16 aprile 2008

Gli operai votano ancora una volta a destra

Numeri alla mano, è una conferma, vuoi come voto di protesta vuoi come cambiamento nelle logiche di concepimento della società, vedi per esempio il referedum sul pacchetto welfare, gli operai votano ancora una volta a destra.
E' da tempo che viene sostenuto ciò da più fronti, ma sino a quando non si arriva al tracollo, cosa che è puntalmente avvenuta, non si riesce a contrastare a comprendere questo fenomeno.
Anzi, la divisione tra i compagni che ha visto proliferare partitini dallo 0, 5% non ha fatto altro che favorire ed incentivare questa fuga verso destra.
Il motivo?
La necessità di dover prevalere su altre forze politiche di sinistra, la necessità di voler primeggiare,il liderismo, la frammentazione , la necessità di dover a tutti i costi voler divenire la guida spirituale del nuovo comunismo non ha fatto altro che agevolare i veltronismo, il berlusconismo e le forze di estrema destra.
Vedere in alcune circoscrizioni competere la Destra con la sinistra arlecchino, ops arcobaleno, avrebbe fatto sicuramente rabbrividire qualsiasi compagno con un pò di cervello.Eppure è successo , come è successo che forze come quella di Forza nuova sono vicine in termini di consenso a forze politiche come il Pcl o sinitra Critica.
Certo il fatto che la sinistra radicale sia scomparsa dal parlamento da un certo punto di vista è un male ma bisogna vedere anche gli aspetti positivi di ciò.
La sinitra radicale capeggiata da Bertinotti, Giordano, Rizzo, Cento, era lontano anni luce dalle esigenze della piazza e dal contesto sociale esistente. Il fatto che con le sue politiche ,si sia venduta ai Prodiani pur di salvaguardare le poltrone alla fine non ha fatto altro che alimentare la propria fine...
Ma questo è un bene perchè era ora che andassero a casa questi finti rappresentanti della sinistra radicale.
Ma è anche vero che un comunista rifiutA il concetto di delega e rappresentanza, e che solo con la opposizione sociale vera si può arrivare a conquistare il Parlamento e non solo....
Il male però di tutta questa situazione è che non essendoci più un controllo" istituzionale" verso i movimenti di piazza potrebbero sorgere periodi difficili per le lotte di piazza, e non solo...
Ma daltronde è anche vero che la coerenza paga!
Questo è il momento di una vera Costituente Comunista. Tutti i partiti esistenti si devono sciogliere, nessuno può e ha il diritto di rivendicare di essere l'unica realtà esistente che può capitalzzare questo patrimonio esistente. un minimo di dignità sarebbe auspicabile.
Ma dai primi comunicati stampa si legge il Pcl che valuta il suo 0.5% come un risultato positivo, idem Sinitra Critica...
Credo che al buon senso c'è un limite ed ora siamo proprio oltre ogni limite immaginabile.
Il miglior modo di uscire puliti da questa competizione elettorale era quella di non presentarsi proprio e lavorare invece dall'esterno per costituire un grande movimento che poi naturalmente divenga il grande Partito Comunista.
Anche perchè il Partito non si costruisce in due anni, o con due impresentabili parlamentari, ma in tutt'altra maniera...
Cosa che ancora una volta è stata rimossa.
Questa batosta elettorale, per gli elettoralisti,,, spero abbia insegnato qualcosa ovvero:
che il comunismo è l'unica realtà praticabile;
che la coerenza è vitale;
che la frammentazione della sinistra favorisce solo i poteri forti del capitalismo;
che entrare nelle logiche istituzionali comporta uno svilimento delle lotte sociali;
che la concertazione ed i compromessi sono principi proprio della società capitalistica;
che solo la lotta sociale paga...
Concludo riportando un pensiero di Cossiga ovvero che sussiste il rischio della proliferazione di forme terroristiche simili a quelle del periodo del grande compromesso storico Dc-Pci.
Compagni, rifiutiamo qualsiasi strumentalizzazione , stiamo ben attenti perchè se continuiamo a dividerci ed a pretendere di essere fautori di partitini che possono capitalizzare il comunismo in Italia siamo alla frutta, ci massacreranno in tutti i sensi.
Lavoriamo tutti insieme per una vera costituente, e soprattutto facciamo in modo che tutte le segreterie esistenti dei vari partiti comunisti o di tendenza si sciolgano e nascano invece vari comitati spontanei che vogliano contribuire alla costituente.
Anche perchè sono vari i proclami che si susseguono caratterizzati dal fatto che ognuno vuole lanciare una propria costituente...La storia sino ad ora non ha insegnato nulla? Dobbiamo ancora fare il gioco della Borghesia?
Credo che ora sia giunto il momento di mandare tutti i leader...a casa e lavorare umilmente dal basso per arrivare alla formazione di un grande movimento che lentamente , si concretizzi nel Partito Comunista, Partito che è necessario per una società come questa vigente, dove il Capitalismo cresce, si rimodula e acquisisce sempre più forza.
Barone Marco

Bertinotti, bye bye. Costituente subito!

E’ così, Bertinotti, cala il sipario anche sulla tua sciagurata, disastrosa e mortificante stagione politica, che rapì per troppi anni la forza, l’entusiasmo e la passione di milioni di uomini e donne, genuinamente comunisti. Oggi quelle compagne e quei compagni, da te affossati nelle coscienze e nelle speranze, sono di nuovo liberi. Finisce l’amministrazione controllata di un Partito ritagliato su misura per la tua erre moscia. Finisce in polvere di voti tutta la tua grande operazione di mutazione genetica, strenuamente voluta da te, che negli anni sei stato un despota, un accentratore, un millantatore, un affabulatore da salotto, un manipolatore di cammelli, un architetto di frasi senza senso, un fascinoso ammaliatore capace di incantare con la parola vuota intere generazioni di freakkettoni. Per tutto questo, ed ancora di più, non ti daremo l’onore delle armi. Cos’altro dire quando, con candore, interpreti la batosta: “l’exploit della Lega è l’altra faccia della medaglia della nostra sconfitta”. I voti che tu, Bertinotti, interpreti transitati da Rifondazione alla Lega, sono la dimostrazione del tuo fallimento, tutto lo strazio della tua impostazione: per cui andavi crescendo un pugno di giovani sbandati, senza radici nel marxismo-leninismo (ma tu, del resto ,come potevi badare alla formazione: comunista non lo sei mai stato, lombardiano sempre!), pronti all’adulazione dei tuoi gioviali passaggi televisivi ma ugualmente preparati a saltare in groppa ai fucilieri padani. In quel limpido tuo commento, la lucida ammissione di aver costruito sull’argilla la base di Rifondazione Comunista. Il futuro, quello che per te, a chiacchiere, fu sempre caro, ora ci viene restituito almeno a livello di 'passaggio sgombro' dalla tua presenza politica. Vedi Bertinotti, noi non sappiamo quale forma prenderà da qui a qualche anno l’avanguardia di un partito operaio di massa, come quello che fu di Antonio Gramsci. E’ cosa talmente complicata ed incerta, oltre al fatto che di personalità come quella di Gramsci, qui, non se ne vede manco l'ombra. Di certo sappiamo che non sarà un Partito di buffoni. Con te finisce pure il tempo politico a disposizione di quelli che uscirono oltre la misura del danno e proclamarono Partiti di cartapesta che, per la fretta, non raccolsero che le virgole, il nulla. Il tempo è importante. Così finisce con i decimali il tempo politico delle sette, dei raggruppamenti autoreferenziali, dei circoletti retorici e decontestualizzati. Inizia una fase nuova, “costituente”. Che non sarà quella “Arcobaleno” auspicata da te, per cui: “morto il Re, viva il Re” ( e chiediamo a Vendola, a Russo Spena “parlamentare cronico”, a Migliore, se sia ancora una volta proponibile l’immagine del carnefice che si fa salvatore; e ci chiediamo quanti, di noi ed ancora, saranno disposti a farsi curare le ferite da chi li ha continuamente pugnalati alle spalle). Sarà una fase dove ogni “costituente” passata, presente e futura dovrà giocare il ruolo di componente a sintesi, e non ergersi a polo superiore. Una fase dove il discrimine tra chi ci sta e chi non ci sta, non sia sui pregiudizi morali, sulle antipatie o simpatie, sulle più o meno incoerenti coerenze di questo o quello, ma sui principi da difendere: mai più collaborazionismo, ad ogni livello, con la borghesia ; mai più nei movimenti di lotta senza una marcata identità comunista; centralismo democratico nelle decisioni interne. E pensare che forse un vincitore, tra la disastrata ciurmaglia rifondarola, lo si trova comunque: sono i “raddrizzatori”, quelli che credevano di poter raddrizzare la barra di Rifondazione da dentro, e ci sono rimasti. Sono loro, i cosiddetti “entristi”, i grandi protagonisti della battaglia epica che è sotto gli occhi di tutti. Siete giunti, ora che sono andati via quasi tutti, alla guida della vostra bella macchina. Peccato che sia tutta sfasciata. Il tempo è importante. Appunto, così come togliersi il cappello a cotanta lungimiranza: chapeau!

Francesco Fumarola - Coordinamento per l'Unità dei Comunisti - verso il movimento per la Costituente Comunista
15 Aprile 2008

martedì 8 aprile 2008

volantino degli amici di Beppe Grillo di Vibo per Pino Masciari

Basta alle promesse elettorali: ora parlano i fatti.

Supponiamo di vivere in un paese in cui un problema fondamentale della libertà e del benessere dei suoi cittadini sia la presenza delle mafie.
Supponiamo di accendere il televisore e vedere nel più importante TG nazionale un
servizio su un imprenditore che denuncia la mancanza di risposte concrete da parte delle Istituzioni dopo aver denunciato la 'ndrangheta e parte delle Istituzioni colluse. E di ricordarsi di lui dopo una puntata di Report di circa un anno fa, da cui nulla è cambiato. Scoprire poi con un click dal suo blog, in internet, che la sua lotta dura da oltre 11 anni.

Poniamo poi di vivere in un paese dove, nel 2008, fa molto rumore che Confindustria dichiari l'espulsione di coloro che pagano il pizzo. E immaginiamo di essere un imprenditore che viene a conoscenza delle vicende dei Masciari e deve decidere se denunciare o meno sulla base dei fatti, non delle parole.

Mettiamo che in questo paese solo qualche settimana fa molti politici di rilievo
commemoravano a Bari i morti ammazzati dalle mafie. E ci sorga il dubbio se non
varrebbe la pena in primis impegnarsi concretamente per fermare quella lista, e
sostenere chi oggi da vivo sta lottando.

Supponiamo che si venga a sapere la cosa più pazzesca e dolorosa: che esiste
la soluzione, oggi. Una firma su un documento della Commissione per i Testimoni
di Giustizia, e Pino Masciari, sua moglie e i suoi figli, potranno ricevere sicurezza
e tornare all'attività precedente la denuncia. Ripristinando e garantendo così Giustizia e Libertà a chi non si piega alle mafie. Semplicemente come la Legge prevede.

Supponiamo di scoprire che questo posto esiste, si chiama Italia ed è in piena campagna elettorale.

Se così fosse, allora non potremmo far finta di niente. Senza più alcuna supposizione, allora la domanda sarebbe: quale migliore testimonianza del gesto di risolvere questa tragica situazione per dimostrare, oltre le parole, un reale cambiamento?

Dopo oltre 11 anni di attesa, Pino Masciari è sceso in Calabria senza l'appoggio
della scorta, rischiando la vita , per chiedere conto alle Istituzioni delle promesse
e degli impegni presi, ma non rispettati. La sua sicurezza, la sua vita, e quella
dei suoi familiari, dipendono dall'attenzione nei suoi confronti, non lasciamolo solo.

Invitiamo tutti le persone che sentono loro questo appello, a testimoniare in ogni forma il sostegno a Pino Masciari (lenzuola dai balconi, telefonate e fax ai mezzi di informazione, alle Istituzioni, alle Segreterie dei Partiti, con messaggi nella rete, manifestando davanti a tali luoghi e dinanzi le Prefetture, in ogni modo).

E tu, da che parte stai?

venerdì 4 aprile 2008

Mozione approvata dall’assemblea operaia del 29 marzo 2008 a Sesto san Giovanni (MI)

Avendo preso coscienza che in questa società, gli operai servono solo per produrre
profitti per i padroni che li sfruttano e che di conseguenza, ciclicamente i loro salari
vengono schiacciati ai minimi di sussistenza, i morti sul lavoro aumentano senza
limiti e il rapporto di lavoro diventa sempre più ricattatorio ed opprimente, gli operai
riuniti a Milano il 29 marzo 2008 dichiarano di riconoscersi come componenti di una
classe sociale sottomessa che deve ancora lottare per la propria liberazione.
Avendo sperimentato sulla nostra pelle e imparato dalla storia che nessuna delle
promesse di un miglioramento duraturo della condizione operaia si è mai realizzato,
che tutti i propositi di diversa distribuzione della ricchezza, di intervento dello Stato
a favore degli operai sono sempre e solo rimaste chiacchiere elettorali.
Siamo convinti che la condizione sociale degli operai cambierà solo quando finirà lo
sfruttamento, quando il sistema fondato su operai che vendono le loro braccia e
padroni che li usano per arricchirsi sarà rovesciato.
Torna prepotente il problema del potere politico degli operai. Allo stesso modo che
per i padroni grandi e piccoli è di fondamentale importanza avere il potere nelle
mani, anche per noi operai è diventata una questione essenziale.
Nessuno dei Partiti politici esistenti può dare risposte credibili alle nostre
aspirazioni, non per altro sono Partiti di altre classi, padroni, liberi professionisti,
piccola borghesia impiegatizia…
Riteniamo sia maturo il tempo di costituirci come operai in un organizzazione
politica indipendente, decidiamo di formare un esecutivo di lavoro per costituire
questa organizzazione, per definire programma e movimento.
Ogni operaio è chiamato a dare un contributo a questa che è un’opera di portata
storica.

Sesto San Giovanni 29 marzo 2008

Voti sulla mozione
OPERAI: 33 SI 2 NO 1 AST
Non OPERAI: 18 SI 0 NO

(i voti sono riferiti ai presenti alla fine dell'assemblea)

Gli operai che non hanno potuto partecipare e quelli che ne verranno a conoscenza e sono d'accordo
con la mozione possono prendere contatti al seguente indirizzo:
solidarietaoperaia@gmail.com

manifesto iniziativa Università di Pisa

iniziativa alla facoltà di scienze politiche dell'Università di Pisa

IL 17 APRILE SARà OSPITE A SCIENZE POLITICHE (UNIVERSITà DI PISA)

LUIGI IZZO (ASSOCIAZIONE UNITà COMUNISTA-
per il MOVIMENTO COSTITUENTE COMUNISTA)

CHE PARLERà DELLA LOTTA DEI CANTIERI NAVALI PARTENOPEI
E PRESENTERà IL DOCUMENTARIO ' UN MINUTO IN PIù ... PER NON DIMENTICARE'

ALL'INTERNO DEL CICLO DI CINEFORUM DAL TITOLO

DALL'OPERAIO MASSA...ALLA MASSA DI PRECARI

ORGANIZZATO DAL CAR COLLETTIVO AULA R DI SCIENZE POLITICHE PISA