lunedì 8 marzo 2010

8 marzo 2010

8 Marzo 2010:
100 Anni di Lotte per la Parità di Genere


La celebrazione a livello internazionale del “Giorno della Donna” è stata stabilita in occasione della seconda Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste a Copenhagen nel 1910. Fu proposta dalla compagna Clara Zetkin.
Le donne decisero di condurre lotte comuni per i diritti delle donne lavoratrici, per la protezione della maternità e dell’infanzia, per il diritto al voto, contro i prezzi elevati a causa dell’avidità dei monopoli in cerca di profitti e contro la corsa agli armamenti.
In questi cent’anni la parità sessuale è stata riconosciuta come diritto fondamentale dell’umanità. La Convenzione delle Nazioni Unite per l’Eliminazione delle Discriminazioni contro le Donne (CEDAW) ne costituisce una solida base a livello internazionale.

Una buona legislazione europea e internazionale è stata creata come risultato di lunghe e dure lotte delle donne e dei movimenti femministi. Naturalmente, è rimasto un gap tra l’eguaglianza giuridica e quella sostanziale.
Oggi, il modello neoliberista che ha causato crisi economiche, sociali e culturali, rischia di eliminare non solo le conquiste delle donne, ma anche i principi su cui tali conquiste si fondano.
Il lavoro delle donne è diventato schiavo di miseri salari e mancanza di sicurezza, spesso è reso difficile dalla violenza, da minacce e molestie sessuali; le donne, inoltre, vengono spesso licenziate in caso di gravidanza, e a volte troviamo condizioni di lavoro che ci costano la vita.
Lo Stato sociale è stato disintegrato mediante la privatizzazione anche di quei settori che costituiscono le basi di una parità effettiva. Questo è l’intero complesso: sanità. Istruzione, sicurezza sociale, cura per i bambini e per gli anziani. Gli obblighi dello Stato sociale sono stati caricati sulle spalle delle donne.
L’età pensionabile è stata assimilata a quella degli uomini spostandola in avanti e tutte le misure positive per le donne sono state eliminate.
La violenza contro le donne è aumentata e spesso assume la forma dell’omicidio. Il diritto all’aborto inoltre è in discussione o è stato eliminato. Il diritto di famiglia è cambiato in una direzione conservatrice.
La politica è sempre dominata dagli uomini.
L’attacco dei neoliberisti contro i diritti sociali e politici delle donne trova la sua espressione anche in una sfera ideologica. C’è una propaganda sistematica per imporre il lavoro part-time, soprattutto per le donne, come unico tipo di lavoro possibile.
I circoli politici consevatori e la Chiesa attaccano i diritti delle donne. La sessualità delle donne, l’autodeterminazione delle loro funzioni riproduttive e l’orientamento sessuale sono sottoposti a un sistemantico attaccato.
Noi, donne della Sinistra europea, non possiamo accettare che le persone paghino le conseguenze della crisi del capitalismo. Noi difendiamo decisamente i nostri diritti acquisiti, e pretendiamo una soluzione alle crisi non a spese del popolo ma a spese dei monopoli, delle imprese e delle banche.
Noi vogliamo la parità di genere nel mercato del lavoro, la parità di retribuzione a parità di lavoro e le stesse opportunità lavorative per donne e uomini.
Vogliamo la possibilità di conciliare lavoro e vita familiare attraverso la riduzione delle ore di lavoro e la creazione di servizi pubblici per la cura di bambini, malati e anziani.
Vogliamo parità di partecipazione e di rappresentanza delle donne in politica e in tutte le istituzioni, compreso il 50% dei seggi.
Chiediamo che i diritti sessuali e riproduttivi delle donne siano garantiti.
Siamo a favore di una legge europea che legalizzi l’aborto.
Chiediamo una legge europea contro la violenza maschile.
Chiediamo gli stessi diritti e le stesse opportunità per le migranti e le donne rifugiate.
Non vogliamo diventare lavoratrici povere.
Il movimento femminista unito al movimento dei lavoratori e al movimento dei diritti civili sta lottando contro i monopoli, le grandi imprese e le banche.
Lo slogan di Dolore Ibarruri “No pasaran!” è ancora il nostro slogan!


Dalla Rete delle donne di Sinistra europea per l'8 marzo

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