venerdì 30 marzo 2007

Anche il circolo Lenin di dasà in difesa del Compagno Benedetti

In seguito all’articolo del compagno Benedetti in merito alla politica non sempre tanto trasparente portata avanti dall’amministrazione Bruni con l’apporto e il sostegno del PRC nella persona dell’assessore malerba, non è tardato a giungere la risposta del segretario federale Franco Daniele che con un colpo di mano che rievoca tanto direttive di staliniana memoria, si è subito adoperato per l’epurazione del compagno Benedetti dall’incarico all’interno della segreteria.
Tutto il circolo PRC “V. Lenin” di Dasà condivide le stesse posizioni del compagno Benedetti, e chiede il conto al compagno Malerba e alla dirigenza provinciale sull’andamento e la situazione politica dell’amministrazione provinciale. Il pensiero del compagno forse non rappresenta quello della segreteria, ma rappresenta quello di buona parte del partito, quella che non è fatta di amici e parenti.
Perché ormai i compagni in questa federazione sono costretti a uscire sulla stampa per dire quello che pensano? Facile, perchè in questo partito ogni principio di discussione democratica è pari a zero, non c’è più la libertà di discutere con i compagni e se si prova a fare questo si subito tacciati di provocatori, ed estremisti.
Ormai la maggioranza del PRC ai vari livelli locale e nazionale si tiene dentro le minoranze solo per far apparire all’esterno che è un partito che tiene conto delle voci critiche e discordanti rispetto alle linee assunte dalla maggioranza, ma è poi realmente così?
Cosa significa che il compagno deve farsi carico di tutte le responsabilità conseguenti? Staranno forse minacciando l’espulsione del compagno? Lo manderanno forse davanti al collegio di garanzia così come hanno fatto con altri compagni? (caso Federici)
Non è pensabile che un partito comunista (“una mano con milioni di dita strette in un unico pugno”) tenga in maggiore considerazione la preservazione degli accordi di potere che le preoccupazioni di un suo militante, non è possibile sacrificare i propri ideali, ciò per cui si è lottato per anni, sull’altare delle compatibilità di governo .
Oggi a distanza di tempo abbiamo avuto la certezza che le scelte compiute dai dirigenti del partito a Vibo prima del 2004 (quando il prc a vibo nella sua interezza faceva riferimento all’AMR di Ferrando, area di opposizione alla deriva governista del partito e alle alleanze con forze non comuniste e democristiane come nel caso della provincia), più che da un effettivo sentimento e coscienza di classe avessero come fine quello di acquisire, qualche posizione di prestigio e visibilità nel Prc e nella sua Direzione nazionale, crearsi uno spazio di visibilità e di potere che altrimenti sarebbe stato loro difficilmente assicurato .
Non riusciamo infatti a trovare altre spiegazioni a tutti questi continui capovolgimenti che stanno caratterizzando la politica del PRC a vibo negli ultimi anni
Contestiamo l’allontanamento del compagno Benedetti dalla segreteria.
Ed evidenziamo come all’interno del PRC a vibo il rispetto delle norme statutarie gode di libertà di interpretazione di beneficio di inventario.
Lo statuto infatti prevede che sia il cpf (comitato politico federale) a votare l’allontanamento di un compagno dall’incarico dirigenziale che riveste, non la segreteria,che ha si il “potere” di prendere decisioni di urgenza, ma è altrettanto vero che ha bisogno della successiva ratifica del cpf stesso in quanto organo decisionale supremo nel nostro partito a livello provinciale..,
Quindi inviteremmo i “compagni dirigenti-duri e puri” a leggere lo statuto del partito una volta per tutte, memorizzarlo e capire che il rispetto delle regole di cui tanto si vantano, non è mai stato realmente applicato.
Diversi sono gli esempi che potremmo fare, tra gli ultimi ricordiamo il teatrino che è andato in scena nei mesi scorsi in occasione della crisi che si era aperta nel consiglio comunale della città capoluogo e che aveva riguardato anche il ricambio dell’assessore di rifondazione Federici, ricambio che è avvenuto mediante l’esautoramento del CPF, organo che secondo le norme maturate dall’ultimo congresso, è deputato alla scelta e al ricambio degli eletti.
L’articolo 45 dello statuto prevede che:
« vada evitata la concentrazione di più incarichi di partito e istituzionali su singoli compagni. Le segreterie ad ogni grado devono essere di norma costituite in maggioranza da compagni non impegnati a livello istituzionale di pari livello. Sono incompatibili gli incarichi istituzionali di carattere esecutivo con i compiti esecutivi a livello di partito ».
Nella federazione di Vibo invece non esistono conflitti di interesse, un compagno nello stesso tempo può assumere il ruolo di controllore e controllato
Ciò è evidente con il caso Malerba, assessore provinciale, e con l’incarico nella segreteria all’organizzazione (gestione del partito !!!) o il caso Giannini assessore al comune di vibo e segretario dello spartacus.
Chi potrà mai obiettare giudicare e criticare il loro operato?
E potrà mai un compagno andare contro la linea della maggioranza se poi si viene tacciati di essere provocatori e incorrere in misure disciplinari e magari nell’espulsione?
Ma cosa lede di più l’immagine del partito? Le parole di un compagno che finalmente denuncia quello che accade o l’assordante silenzio di un partito comunista che chiude gli occhi?
Perché si parla di cervellotiche farneticazioni e puntuali inesattezze tendenziose, false e infondate relative ai vari concorsi fasulli? Se il segretario Daniele è tanto sicuro di questo perché non ha replicato con i relativi argomenti?

Il circolo Lenin di Dasà si stringe intorno al compagno Benedetti, ed esprime tutta la propria solidarietà.
Noi non contestiamo tanto il fatto che il compagno Filippo sia stato allontanato dalla dirigenza del partito, non è nello stile di noi giovani comunisti svendere i propri ideali solo per conservare integri i pochi incarichi dirigenziali a noi concessi, la nostra critica va al metodo di gestione del partito, e ciò che più dispiace è essere costretti al silenzio, non poterci esprimere, non poter esporre le nostre considerazioni politiche.
Come comunisti ci dichiariamo estranei alla politica portata avanti dal nostro gruppo dirigente , politica che snatura l’identità comunista che ancora sentiamo nostra, continueremo a militare all’interno del PRC fin quando esisteranno le condizioni politiche per farlo o “fin quando ci sarà permesso”.

Nessun commento: