mercoledì 5 dicembre 2007

VISITA DI KATIA BELILLO AI DUE COMPAGNI ANCORA IN CARCERE

SPOLETO - Dei cinue ragazzi spoletini arrestati con l’accusa di terrorismo, due sono ancora in carcere. E oggi, Michele Fabiani e Andrea Di Nucci riceveranno la visita dell’ex ministro Katia Belillo, accompagnata dal capogruppo dei Comunisti italiani nel Consiglio comunale di Perugia Fabio Faina. Sono 40 giorni che i due ragazzi sono rinchiusi nel carcere perugino di Capanne con l'accusa di associazione terroristica e di avere inviato alla presedente della Regione quella lettera di minacce contenente i famosi proiettili. Intanto ieri Michele Fabiani ha avuto la visita dei suoi difensori Vittorio Trupiano e Carmelo Parente. Trupiano ha ribadito che la carcerazione di Michele e Andrea è oltre ogni limite di accettabilità.
L'isolamento a cui sono costretti i due ventenni -ha detto- misura un accanimento che non può in alcun modo continuare. E' solo una misura punitiva contro chi non si è dimostrato disponibile in alcun modo a rinnegare le proprie idee, che legittimamente ha diritto di affermare e che nulla hanno a che vedere con i fatti contestati. Secondo i due difensori, nulla giustifica a 40 giorni dall’arresto, l’isolamento in cui vengono tenuti, quando anche i più pericolosi capimafia usufruiscono del diritto all’ora d’aria insieme ad altri otto detenuti. Nulla giustifica -hanno aggiunto- la loro carcerazione a fronte della mancanza di prove per tutti i capi di accusa più gravi.
A Spoleto è attivo da settimane un Comitato che chiede insistentemente la libertà per i due ragazzi e che, dopo due manifestazioni pubbliche, sostiene che «non è più sufficiente riaffermare la generica richiesta di una rapida azione della magistratura in una rinnovata fiducia in essa: occorre un atto di coraggio; occorre guardare i documenti processuali e prendere posizione contro questo stato di carcerazione che non trova alcuna giustificazione se non nel pregiudizio politico e in una volontà punitiva indipendente da qualsiasi ragione di colpa». In questo senso l'avvocato Trupiano invita quanti si muovono su un terreno di garanzia democratica e rivestono un ruolo istituzionale o rappresentano associazioni unanimemente riconosciute, a fare la propria parte. Subito, dice.
Infine, dalla lettura della sentenza del riesame, l’avvocato sostiene che emergono fatti nuovi, che non si trovano negli atti del Pubblico ministro e del Giudice per le indagini preliminari; fatti che tolgono ulteriormente credibilità alle accuse, e che a dir poco stranamente, non sono presenti negli atti che hanno portato agli arresti.

Nessun commento: