venerdì 27 aprile 2007

NO AD UN NUOVO PARTITO E AD UNA “RIFONDAZIONE SOCIALISTA”

FOSCO GIANNINI, SENATORE PRC
GIANLUIGI PEGOLO, DEPUTATO PRC


Su “Liberazione” di oggi, giovedì 26 aprile, il segretario del Prc, Franco Giordano, fa sua la proposta avanzata ieri da Giovanni Berlinguer relativa alla costituzione ( “in tempi brevi”) di un nuovo partito di sinistra, frutto – sembra di capire - dell’unione tra Rifondazione Comunista, l’area Mussi e altri soggetti di sinistra. Una sorta di Rifondazione socialista.
Per due motivi fondamentali dichiariamo la nostra contrarietà a tale progetto.
Il primo motivo è di metodo : una scelta di tale portata ( costituire un altro partito, che superi l’autonomia di Rifondazione Comunista) non può essere certo elaborata e deliberata in ambiti così ristretti e solo all’interno dei massimi gruppi dirigenti. Rifondazione rappresenta una comunità vasta e il punto di riferimento politico e ideale per 80 mila iscritti, milioni di elettori e una parte importante dell’intero popolo di sinistra, dei lavoratori e dei movimenti. La decisione del suo superamento non è delegabile a pochi dirigenti.
Il secondo motivo è di merito: la fase che viviamo è segnata sia da uno stato di “guerra infinita e permanente” che da un attacco deciso contro il mondo del lavoro. Il partito comunista, la sua autonomia politica, culturale e organizzativa è,oggi più che mai, una necessità sociale e il rischio di una sua cancellazione costituirebbe un indebolimento per l’intera sinistra.
Concordiamo con l’esigenza dell’unità a sinistra e siamo per la costituzione sul campo, nelle lotte e attraverso forme diverse di convergenza per la costituzione di una vasta sinistra di alternativa, volta ad un cambiamento che passi soprattutto attraverso il conflitto sociale e non culturalmente ripiegata su di un “governismo” pregiudiziale. Siamo invece critici sia verso le precipitazioni organizzativistiche che le improvvise sommatorie politiche e culturali, che spegnerebbero le autonomie dei soggetti senza garantire né la loro unità né un disegno di trasformazione sociale.

Nessun commento: