giovedì 22 maggio 2008

LIBERTA’ PER IL GIOVANE FILOSOFO ANARCHICO SPOLETINO, MICHELE FABIANI. LIBERTA’ PER TUTTI GLI INQUISITI DELL’OPERAZIONE BRUSHWOOD

Un paese che imprigiona le idee non è degno di essere considerato civile.
La vicenda Brushwood parla di questo.
Parla di cinque giovani arrestati, accusati di essere terroristi.
Ragazzi ventenni di Spoleto, a cui non hanno trovato un’arma, un covo, una lira, che non si conoscevano.
Nonostante ciò vengono arrestati come terroristi, accusati di tale reato con il famigerato e liberticida, di origine fascista, articolo 270 bis.
Questo perché nell’agosto del 2007 viene spedita una lettera di minacce contenente due proiettili alla Presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti. Accusati di altri reati, si scopre in realtà che hanno fatto alcune scritte sui muri della città e hanno danneggiato una ruspa.
Per il resto niente, niente per ogni persona di buon senso ed equilibrio.
Per i ROS dei Carabinieri e per i Magistrati invece, tre dei ragazzi sono colpevoli di avere inviato le minacce alla Lorenzetti e di un altro episodio vandalico rivendicato con una sigla anarchica COOP-FAI.
Come diventano colpevoli di queste azioni? attraverso sillogismi, ragionamenti apodittici, alterazioni semantiche arbitrarie, asserite affinità terminologiche tra i fogli di rivendicazione degli episodi incriminati e volantini ambientalisti delle associazioni di cui alcuni fanno parte.
Non sono neanche indizi ma tanto basta per accusare i 5 ragazzi di terrorismo.
Dopo 6 mesi rimangono le accuse per tutti, diversa però è stata la loro sorte fino ad oggi. Uno di loro è stato lasciato a piede libero dopo tre settimane, due sono stati confinati ai domiciliari, uno dei quali tutt’ora vive questa sorte ( nonostante abbia la sola accusa specifica di aver fatto scritte sui muri !!!! ), mentre il secondo è in semilibertà
Gli altri due, tenuti 100 giorni in isolamento, sono stati poi destinati a diversa sorte, agli arresti domiciliari Andrea, nel supercarcere di Sulmona in regime di EIV ( Alto Indice di Vigilanza ), Michele.
Per 100 giorni la “madre di tutte le accuse”, le minacce alla Lorenzetti ha preso il sopravvento e Michele e Andrea sono stati in isolamento a Perugia, anche se non erano i soli ad avere quella imputazione.
Poi i destini dei due ragazzi sono stati divisi e Michele, considerato il capo del gruppo, ma in verità solo un ragazzo, il più giovane degli arrestati, che fin dal momento dell’arresto ha deciso di non barattare la sua dignità di uomo inventandosi diverso da ciò che è, ha pagato per il suo coraggio e per le sue idee con il trasferimento in un supercarcere.
Fin troppo chiari sono i magistrati a questo proposito: “In forza del suo “carisma” personale e del suo costante attivismo- sia da considerare il vero e proprio centro propulsore del gruppo…… di cui appare contemporaneamente il fondatore e l’ideologo”.
Per l’accusa Michele ha troppa personalità, ha fatto letture sbagliate, ha scritto cose non gradite, ha rapporti politici pericolosi, nonché famigliari complici.
Il teorema terrorista cucito addosso ai ragazzi di Spoleto può e deve essere smontato.
Facciamo appello a quanti intendono contribuire a questa battaglia di libertà a schierarsi apertamente, aderendo al Comitato 23 ottobre, per la liberazione dei ragazzi arrestati con l’operazione Brushwood, e al contempo impegnandosi in una battaglia di civiltà contro la legge di origine fascista, 270 bis e contro la barbarie della carcerazione preventiva.

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