mercoledì 10 dicembre 2008

APPELLO A TUTTE LE REALTÀ STUDENTESCHE IN LOTTA

riceviamo e pubblichiamo....

RILANCIAMO LA LOTTA AD OLTRANZA FINO AL RITIRO
DI TUTTI I PROVVEDIMENTI SULLA SCUOLA!

INTERVENIAMO IN TUTTE LE MOBILITAZIONI
E ASSEMBLEE STUDENTESCHE
CON QUESTE PAROLE D'ORDINE,
PER COSTRUIRE
UN COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE LOTTE!

SOLO LA LOTTA PAGA, ORGANIZZIAMOCI!


APPELLO
A TUTTE LE REALTÀ STUDENTESCHE IN LOTTA

Costruiamo un coordinamento nazionale delle lotte studentesche


In tutta Italia sono sorti, in questi mesi, importanti momenti di lotta contro il massacro dell'istruzione pubblica: da decenni il nostro Paese non conosceva un'ondata di lotta di tali dimensioni. La maggioranza delle università italiane è in stato di agitazione: occupazioni, autogestioni, assemblee permanenti. Sono centinaia gli istituti superiori occupati o in mobilitazione. Ogni giorno nelle varie città d'Italia ci sono cortei, manifestazioni studentesche, momenti di protesta, lezioni all'aperto. E' evidente che il governo non intende, nella sostanza, arretrare e prosegue nella stessa direzione di marcia: drastico taglio (8 miliardi) dei finanziamenti all'istruzione pubblica; privatizzazione dell'università (gli atenei diventeranno fondazioni di diritto privato, con il conseguente rincaro delle tasse senza tetti limite: si potrà arrivare a tasse annuali di decine di migliaia di euro); taglio di più di 130 mila posti di lavoro nella scuola (che vanno ad aggiungersi ai 47 mila del precedente governo) con conseguente scadimento della qualità della scuola pubblica, a tutto vantaggio delle scuole private per i figli dei ricchi; introduzione del maestro unico alle elementari e cancellazione del tempo pieno; chiusura/accorpamento degli istituti con meno di 300/500 iscritti. Per vincere, è necessario organizzarsi e coordinarsi, come insegna la vittoria degli studenti francesi che, nella primavera del 2006, riuscirono a mettere in ginocchio il governo e imporre il ritiro delle leggi che aggravavano il lavoro precario (Cpe). In Francia gli studenti vinsero anche perché si diedero un coordinamento di lotta nazionale, costruito attraverso un percorso democratico che prevedeva l'elezione di delegati delle varie realtà di lotta. Dobbiamo seguire lo stesso esempio: ogni scuola o facoltà in mobilitazione elegga, attraverso assemblea, un numero di delegati proporzionale al numero dei partecipanti (un delegato ogni 50 studenti riuniti in assemblea). I delegati si faranno portavoce delle proposte emerse in assemblea e decideranno con gli altri delegati i momenti successivi della lotta. Solo con l'organizzazione e la democrazia si vince.


Continuiamo la lotta ad oltranza fino al ritiro
di tutti i provvedimenti su scuola e università

Ma l'esempio degli studenti francesi ci dà un'altra indicazione importante: solo la lotta ad oltranza paga. Gli studenti riuscirono a far arretrare il governo solo perché accanto a loro scesero in campo i lavoratori - prima i precari, poi tutti gli altri - e bloccarono il Paese fino a costringere il governo alla resa. Giudichiamo negativamente la proposta di un referendum che ha solo lo scopo di smorzare le lotte in corso. Il referendum potrebbe svolgersi solo nel 2010, cioè a massacro concluso. Non solo: non potrebbe, per legge, mettere in discussione il punto centrale, cioè i tagli ai finanziamenti alla scuola pubblica (il referendum non può riguardare "questioni che attengono al bilancio dello Stato"). Soprattutto, rischierebbe di tradursi in un boomerang: nessun referendum avviene in un regime di reale discussione democratica delle posizioni in campo: chi controlla i mezzi di comunicazione e ha risorse per fare campagne miliardarie potrà conquistare consenso con grande facilità. L'unica strada che ci resta da percorrere è quella della lotta ad oltranza fino al ritiro di tutti i provvedimenti sulla scuola e l'università. Questo vuol dire, sul terreno studentesco, che dovremo rilanciare sia nuovi scioperi e manifestazioni nazionali, sia occupazioni e manifestazioni locali. Ma non dobbiamo procedere in ordine sparso: occorre organizzarci nazionalmente, anche per far fronte a provocazioni e attacchi polizieschi (si pensi alle manganellate nei confronti di manifestanti inermi e alle provocazioni dei gruppi fascisti). Anche per questo è urgente la costituzione di un coordinamento nazionale di lotta.

Uniamo le nostre lotte a quelle dei lavoratori!

Il motivo per cui stanno massacrando la scuola pubblica è una ragione di risparmio, sulla pelle degli studenti e dei lavoratori. Intendono farci pagare la crisi dei banchieri e mirano a risparmiare sui servizi per tutti, scuola e sanità in primis, mentre le spese militari continuano ad aumentare. Quello che stiamo subendo nella scuola rientra in un progetto più complessivo che intende scaricare sulle spalle dei lavoratori e delle famiglie dei lavoratori i costi della crisi. Se nella scuola è previsto il taglio di centinaia di posti di lavoro (che penalizzeranno i precari, ma non solo), similmente sono sempre di più le aziende che licenziano e mandano a casa centinaia di lavoratori. Non possiamo accettare che a pagare la crisi siano i lavoratori e i figli dei lavoratori! La crisi la paghino i banchieri! E' per questo che è necessario unire le lotte. Nelle prossime settimane scenderanno in sciopero e manifesteranno i lavoratori del pubblico impiego, dell'università, gli operai (a partire dallo sciopero del 12 dicembre). E' necessario che studenti e lavoratori procedano di pari passo, fino a un grande sciopero nazionale di tutto il mondo del lavoro che blocchi l'Italia e imponga al governo le ragioni dei lavoratori, cioè della maggioranza della popolazione. Anche per questo occorre darci da subito una strutturazione nazionale. L'esperienza francese ci insegna che studenti e lavoratori uniti non temono rivali.



Nella tua scuola non esiste ancora
un collettivo di Studenti in lotta?
Costruiscilo tu!
Scrivi a nazionale@studentinlotta.org
e ti invieremo tutto il materiale necessario,
mettendoti in contatto coi collettivi più vicini

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