domenica 24 ottobre 2010

"Il territorio Vibonese e le frazioni sconvolte dal rischio idrogeologico nell’attesa che qualcuno prenda provvedimenti“

“Serve un urgente recupero del dissesto idrogeologico per il nostro territorio”. Uno slogan ormai ripetuto come un mantra da tutti dopo gli avvenimenti che l’anno scorso hanno sconvolto il nostro territorio. Dal governo nazionale, fino alle amministrazioni locali.
Ma cosa è successo nel frattempo? Quali sono stati i provvedimenti presi e le opere eseguite per evitare il ripetersi, anche quest’anno, degli stessi disastri? Niente! Sono rimaste solo belle parole.
Abbiamo assistito a vere e proprie sfilate degli amministratori con i loro bei vestiti e con le scarpe immacolate, ben lontani dall'immagine che danno gli sfollati che spesso si trovano a dover recuperare le loro cose nel fango. Bei discorsi, fatti ai giornalisti e ai tanti portaborse che seguivano le “autorità”. Visite nei luoghi interessati come fosse un evento da festeggiare con tanto di corteo in cui tutti sono pronti a fare a gara a chi per primo indica al vip del momento quali sono i danni. A questo punto ci dovremmo tutti chiedere, come possa questa gente, che da anni amministra e che ruota attorno al mondo della politica, essa stessa responsabile di qualsivoglia finanziamento e di lavoro non fatto in passato per il recupero del territorio, presentarsi davanti ai luoghi colpiti dalla forza della natura mostrandosi sorpresi da queste tragedie spesso già annunciate. Vogliamo almeno sperare che tutto questo sia dovuto all'ignoranza degli stessi, che spesso non avendo l'istruzione specifica, si trovano ad essere mal consigliati e sottovalutano i problemi che sono presenti sul territorio. Nemmeno questa però è una scusa che possiamo tollerare, non quando poi dobbiamo pagare a caro prezzo gli errori di questa gente.
Un esempio di cattivo investimento si può vedere oggi nella piccola frazione di Triparni del comune di Vibo Valentia, paese evidentemente figlio di un dio minore. Non risale nemmeno a 10 anni fa il lavoro di “recupero di dissesto idrogeologico” realizzato all'entrata del paese, lavoro più comunemente chiamato con soddisfazione “piazza” da tutti quelli che la guardavano pensando di avere davanti l'opera più bella mai realizzata nel piccolo paesino. Consultandosi con la gente si viene a conoscenza che quella zona è stata sempre soggetta a scivolamenti di parte del terreno verso valle, un'opera di recupero della zona era quindi necessaria ed indispensabile. Sembra però che la mentalità che accomuna molti, sia che il lavoro venga fatto, anche con pochi soldi anche in maniera poco adeguata ma che venga realizzato, in modo da avere qualcosa che attenda di esser migliorata nel futuro. “L'appetito vien mangiando”, è forse questa la frase più azzeccata per definire il modo con cui vengono studiate e finanziate la realizzazione di certe opere.
Ma di nuovo dovremmo domandarci, non fa più male alle tasche dello stato e quindi a noi cittadini l'esecuzione “alla carlona” di certi lavori? Tornando alla piazza di cui sopra possiamo ricordare che già dai primi scavi, il sospetto che l'opera non fosse stata studiata come si deve era già venuta a molti. Appena all'inizio dei lavori infatti il paese era stato messo in subbuglio dal cedimento verificatosi che aveva costretto al monitoraggio dell'area da parte dei vigili del fuoco, per non rischiare di trovarsi davanti a danni che interessassero le abitazioni nella zona circostante. Nonostante questo, i lavori sono poi continuati seguendo le specifiche iniziali. La natura però non ha tardato nel farsi sentire, ricordando di nuovo che il lavoro di “recupero” non era stato evidentemente ben studiato e realizzato. Tempo dopo infatti, quando ormai la “piazza” era stata già realizzata, si poteva assistere ad un nuovo cedimento della stessa. Nemmeno questo ha fatto venire il sospetto a chi di dovere che qualcosa di sbagliato in tutto quello che si era fatto ci doveva essere. Si è provveduto infatti ad un ripristino frettoloso, curando a questo punto, dato che erano stati stanziati soldi per il ripristino dell'opera, l'aspetto estetico più che quello funzionale. Un marciapiede completo di pavimentazione, panchine, bacheca per gli avvisi alla cittadinanza e tutto ciò con quattro alberelli messi per abbellire il tutto, forse anche con la speranza, da parte dei soliti esperti che se ne infischiano di qualsiasi legge di ingegneria, che questi avrebbero potuto opporsi ad eventuali cedimenti futuri della piazza. Ed invece tutto come previsto, oggi la piazza si può dire che non ci sia più, o più ottimisticamente che si sta “spostando” velocemente sotto il livello della strada, portando con se l'arredo urbano. Al danno poi si è aggiunta anche la beffa, durante la notte ignoti hanno portato via la maggior parte di quello che c’era, dalle panchine alle ringhiere di recinzioni fino alle piastrelle dei marciapiedi! Il cedimento continua ormai dall’anno scorso ed è continuato anche nel periodo estivo.
Ma non è solo quest’area a preoccupare gli abitanti della frazione di Triparni. Negli stessi giorni in cui a Maierato veniva giù una montagna intera, infatti, un’altra area nel territorio della frazione stava allarmando i cittadini che preoccupati hanno informato le autorità. Lungo la strada per Porto Salvo, verso Mantineo (frazione Di Cessaniti) la zona è interessata da un preoccupante movimento franoso. Uno “scivolamento” verso valle del terreno (come si intuisce dalla conformazione del corpo di frana). Nelle vicinanze molte sono le abitazioni che evidentemente sono a rischio, con famiglie che soprattutto quando ci sono forti precipitazioni, vivono nella paura immaginando uno scenario come quello di Maierato appunto.
Risalgono a luglio gli ultimi aggiornamenti per i cittadini Triparnesi dal mondo dalla politica, che ha accennato un interessamento al problema sollecitati da un comitato civico costituitosi per l’occasione (comitato di cui poi si sono perse le tracce!). Da fine luglio ad oggi però nessun segno di vita e nessun intervento. A cosa servono allora questi dibattiti (con tavoli lunghissimi!) se poi non portano nessun risultato concreto o comunque non continuano ad informare i cittadini sullo stato delle cose? È solo un altro modo per farsi pubblicità e portare avanti dispute personali tra rappresentati di diverse parti politiche (o presunte tali dato che poi nei fatti sembrano ragionare allo stesso modo!).
Le uniche opere di recupero a cui abbiamo insistito nel passato (vedi piazza su citata) hanno evidenziato solo l’incompetenza di chi pretende di poter amministrare e gestire le risorse pubbliche senza conoscere la materia su cui si cimenta. Stiamo sperimentando sempre più spesso che “l'esperienza” di cui tanto si vantano i nostri politici non serve a niente, ma d'altronde non è una sorpresa dato che anche Oscar Wilde diceva che “l'esperienza non ha nessun valore etico, è solo il nome che gli uomini danno ai propri errori”. Le priorità di intervento, come invece diceva qualcuno proprio nella riunione di luglio, non possono essere valutate dagli amministratori; sono i tecnici che basandosi su risultati di specifiche analisi decidono i provvedimenti da prendere e dove agire con celerità, in modo imparziale, che siano territori delle frazioni o della città.
Amministrare e gestire le risorse per il nostro territorio che purtroppo è soggetto a molteplici fattori di rischio è una grossa responsabilità. Con l’arrivo della stagione autunnale e le piogge incessanti di questi giorni, possiamo solo sperare che la situazione non precipiti ulteriormente. Noi del PdCI ed io in quanto abitante di Triparni, chiediamo al Sindaco Nicola D’Agostino ed al Presidente della provincia Francesco De Nisi (entrambi presenti al dibattito organizzato a Triparni) ed anche al Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, come si sta pensando di risolvere (in modo concreto, con fatti e non parole) tutte queste problematiche che affliggono e portano ansia nel cuore dei cittadini. Sappiamo bene che non esiste una bacchetta magica con cui risolvere i problemi tutti d’un botto, ma vorremmo almeno essere informati e sapere se possiamo dormire sonni tranquilli o continuare a pensare al peggio che può venire da un momento all’altro.
Giuseppe Ambrosio (PdCI Vibo Valentia)

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