venerdì 26 novembre 2010

CONTRO IL PATTO SOCIALE, SCIOPERO GENERALE!

Per anni i padroni delle aziende, gli amministratori e gli speculatori di ogni risma si sono ingrassati con i frutti del nostro lavoro precario, nocivo e malpagato. Con le cosiddette “misure anticrisi” del Governo Berlusconi degli ultimi due anni ci troviamo oggi con un tasso reale di disoccupazione che supera il 10%, centinaia di migliaia di posti di lavoro precari scomparsi e più di 600.000 cassintegrati a zero ore che non sanno se alla fine ritroveranno un posto al lavoro e un salario dignitoso per campare.
Fermiamo questa macelleria sociale ai danni dei lavoratori e delle lavoratrici!
Dopo anni di arretramenti in materia di diritti per colpa della “concertazione”, ora ci vogliono costringere ad accettare l’ennesimo ricatto di Confindustria che vuole imporre la scelta tra un “lavoro senza diritti” oppure “miseria e disoccupazione”. Le tutele residue dei lavoratori sono ora minacciate da provvedimenti recenti come il “Collegato Lavoro”, le deroghe ai contratti, la Legge 133 Tremonti, la disdetta del CCNL dei metalmeccanici, i tagli della Gelmini per Scuole e Università. Ed è già in discussione la cancellazione di articolo 18 e Statuto dei Lavoratori sostituiti dal vergognoso “Statuto dei Lavori” promosso dal governo e sostenuto anche da noti esponenti del PD.
Gli unici che non stanno pagando questa crisi sono i padroni!
Per ottenere questi obiettivi hanno bisogno però di una “pace sociale” e di mantenere le mobilitazioni dei lavoratori divise tra di loro. Il tentativo di risucchiare la CGIL, dopo il fallimento della concertazione, in un nuovo patto che li vincoli alle richieste dei padroni, insieme alle già asservite CISL-UIL e UGL, serve per sostenere l’azzeramento finale dei diritti conquistati dalla classe operaia in decenni di lotte. Ecco il senso del nuovo Patto Sociale promosso da Confindustria e del Libro Bianco di Sacconi.
Contrastiamo il patto sociale con Confindustria!
In Grecia, Portogallo, Francia, Spagna, Inghilterra e un po’ in tutta Europa si stanno moltiplicando gli scioperi generali prolungati contro i tentativi dei governi nazionali e della UE di imporci pesantissimi costi per tentare di rilanciare l’economia capitalista e i profitti delle imprese.
In Italia, invece, la linea della segreteria nazionale della CGIL, accettando il Patto Sociale, si dimostra sorda alla richiesta di sciopero generale che si è levata il 16 ottobre dalla FIOM, dalla sinistra sindacale e dai movimenti. Una risposta a questo pesantissimo attacco alle condizioni di vita di milioni di persone ritenuta necessaria anche dal sindacalismo di base.
Marciando divisi non siamo in grado di imporre dal basso uno sciopero generale vero!
Per andare “oltre” il 16 ottobre, dobbiamo rilanciare l’opposizione e la mobilitazione, cercando di collegare i 3 grandi temi di questa battaglia generale (lavoro-reddito-welfare) e in questo modo di collegare tutti quei settori (dal mondo del lavoro a quello del precariato, dell’immigrazione, delle donne, fino a quello studentesco), con la consapevolezza e la volontà di andare anche oltre le sigle sindacali che legittimamente ciascun lavoratore si è scelto per difendersi meglio.

Lottiamo per un vero sciopero generale che fermi il Paese e che rispedisca al mittente
i provvedimenti del governo Berlusconi, dell’asse Marcegaglia-Marchionne-Montezemolo,
con la colpevole complicità di Cisl e Uil con l’assenso silenzioso di tutta l’opposizione parlamentare.


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