sabato 4 dicembre 2010

Università: il vento torna a fischiare.

“Anche l’operaio vuole il figlio dottore” così cantava Paolo Pietrangeli nella sua “Contessa” ed insieme a lui un’intera generazione di studenti e studentesse che lottarono per il diritto all’università pubblica, per tutti.
Ad oltre quarant’anni di distanza, nuovi fermenti scuotono le università italiane. L’università pubblica italiana è minacciata dalle visioni neoliberiste del governo Berlusconi che oltre ad aver tagliato drasticamente i fondi in finanziaria (per mano del ministro Tremonti, intento nell’opera di distruggere lo stato sociale per far quadrare i conti), riforma, con il ddl Gelmini, la struttura stessa degli atenei in una prospettiva aziendalistica, con la conseguenza di sottoporre la ricerca e la formazione del sapere al pareggio di bilancio ed alla logica del profitto.
Tra i tanti atenei che si oppongono con la lotta a questo disegno criminoso c’è anche l’Università della Calabria, con sede ad Arcavacata di Rende (CS). In una terra soggetta al potere clientelare della malapolitica, alla ‘ndrangheta, l’ateneo risulta essere la più grande occasione di riscatto per la Calabria, il luogo in cui sviluppare saperi e coscienze critiche che permettano alla regione meridionale di uscire da una condizione di arretratezza e sottosviluppo.
In concomitanza con le proteste in tutta Italia, all’interno dell’ateneo vengono occupate dal movimento studentesco l’Aula Magna, da subito utilizzata come luogo di discussione e confronto, ed il Rettorato, sede del potere decisionale.
Nell’Aula Magna, in particolare, si svolgono assemblee molto partecipate, che vedono presenti anche ricercatori, studenti medi e docenti. E’ il luogo ideale per inserire la protesta studentesca in un contesto più ampio, per coordinare le lotte con soggetti esterni al mondo universitario come lavoratori precari, movimenti per l’acqua pubblica ecc.
In occasione dell’approdo alla Camera del ddl Gelmini, il 30 novembre, viene indetta dal movimento studentesco una giornata di mobilitazione nazionale. In particolare gli studenti dell’Unical organizzano una manifestazione che vede la partecipazione di oltre cinquemila tra studenti, ricercatori,docenti e personale amministrativo. Il corteo parte dall’Aula Magna occupata e si dirige verso l’autostrada A3, bloccando il traffico.
“Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città!!” cantano i manifestanti, insieme all’ormai famoso slogan “Noi la crisi non la paghiamo!!!” Un tripudio di striscioni colora il corteo.
Un grandissimo risultato per un movimento spontaneo, che nasce dal basso. Una bellissima pagina di partecipazione politica in Calabria.
Nonostante il ddl sia stato approvato dalla Camera, le lotte degli studenti in tutta Italia hanno sortito un piccolo ma sostanziale effetto: lo slittamento del passaggio della riforma al Senato a dopo il 14 dicembre, giorno in cui verrà votata la mozione di sfiducia al governo e in cui si pronuncerà la Consulta sulla costituzionalità del legittimo impedimento. Il ddl potrebbe finire su un binario morto a causa della caduta del governo e potrebbero ripartire i processi nei quali Berlusconi è imputato.
La dimostrazione del fatto che lottare per i propri diritti non è mai inutile.

Salvatore Schinello.

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