mercoledì 30 marzo 2011

Meridionalismo a Tavola


Pasqua è alle porte, ed è concorrenza spietata nel settore alimentare. I marchi più importanti invadono le catene di distribuzione e si rendono protagonisti di una feroce guerra dei prezzi. 
E' consueto, dunque, che nelle imprese i dipendenti vengano salutati dal datore di lavoro con colombe pasquali, così come accade con il panettone e il pandoro per le festività natalizie. Accade anche che questi prodotti siano i regali da visita più gettonati tra amici e parenti: il costo non è eccessivo, e del resto, vale il pensiero.
Si ricordi come, secondo uno studio della Confederazione Italiana Agricoltura riferito al 2008, nel periodo natalizio si vendono circa 120 milioni di pandori e panettoni, per un giro d’affari di quasi 650 milioni di euro.
In tempi di crisi per le aziende, in particolare per quelle del Sud, e di federalismo non sarebbe il caso di favorire le imprese meridionali?
Al posto della colomba pasquale, del pandoro e del panettone, allora, è meglio regalare un prodotto tipico calabrese: potrebbe essere un modo alternativo per dare gli auguri ad un amico e, allo stesso tempo, una mano alle imprese del Meridione. 
Ad esempio i quazunìelli, letteralmente calzoncini, una delle ricette più antiche; i turdilli, dolci tipici natalizi calabresi alla cannella, fritti e ricoperti di miele; le scalille (scaliddre, scaliddri, scalilli), fritti al miele; i chinunilli, fagottini di pasta ripieni di mostarda, miele e noci. Onnipresenti sulle tavole sono anche degli gnocchetti fritti, passati nel vino (o nel mosto) cotto, farciti con noci e canditi e quindi ricoperti di miele di fichi o di castagne: i cannaricoli.
Molto apprezzata dai turisti delle aree montane è anche la Pitta ‘nchiusa (Pitta Impigliata), un panetto di pasta frolla al miele arrotolato su se stesso e farcito con canditi, noci e uva passa. Senza dimenticare i biscotti, tra cui ricordiamo quelli più vicino a noi, i Ciciriati del Vibonese e del Reggino, il cui impasto contiene ceci (da cui il nome), caffé, noci e cacao, e le susumelle con la caratteristica forma ovale, ottenute da un’equilibrata mistura di cacao e spezie, specie la cannella.
Chi invece ama i biscotti morbidi deve assolutamente assaggiare i mostaccioli, dolci al miele di fichi (o di castagne) farciti con noci e mandorle ed aromatizzati con scorza di limone. E come non menzionare la famosa Pignolata, dolce preparato ormai in più occasioni durante le varie festività annuali: si tratta di pallini di pasta fritti (detti appunto “pigne”) ricoperti per metà da glassa bianca al limone (o bergamotto) e per la restante metà da glassa di cioccolato vanigliato.
Con questa nota non si vuole sancire per l'ennesima volta la contrapposizione (spesso improduttiva) tra il Meridione ed il Nord, ma si vogliono introdurre solo elementi di riflessione riguardo l'economia del Mezzogiorno che, per vari motivi, vive una preoccupante fase di stallo. Del resto, se alla base del federalismo c’è il principio che le ricchezze prodotte in una determinata regione devono restare in loco, è bene attrezzarsi per tempo, favorendo – quando possibile – imprese del proprio territorio.
In questo modo aiutiamo l’economia locale, ma anche l’ambiente (i prodotti a chilometro zero abbattono l’inquinamento dovuto al trasporto).
IO NON ACCATTU ‘A COLOMBA (E MANCU U PANETTONI)!

di Brunella Chiarello

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