martedì 10 giugno 2008

Arriva Bush: chi protesta va a Regina Coeli!

Il garante Angiolo Marroni denuncia gli spostamenti coatti negli istituti penitenziari di tutta Italia dei carcerati in attesa di giudizio che si trovano in via della Lungara. Un'operazione costosa, per fare posto a chi protesterà contro il presidente Usa
In queste ore quasi 220 detenuti nel carcere giudiziario di Regina Coeli stanno subendo un trasferimento penitenziario in tutti gli istituti d'Italia per ragioni precauzionali. L'esodo dei carcerati, in attesa di giudizio, è stato predisposto per lasciare spazio ad eventuali fermi eseguiti durante le manifestazioni politiche e di protesta nei confronti del presidente degli Stati Uniti, Gorge Bush, atteso in città la prossima settimana. Una decisione che non ha nulla a che vedere con le singole posizioni di ogni carcerato trasferito e dettata da misure di sicurezza.

Il carcere di Regina Coeli si trova in centro ed è il più facile da raggiungere durante le manifestazioni. Si tratta di un carcere giudiziario, dove i detenuti restano il tempo che basta a subire una condanna o ad essere assolti. Un luogo infernale, secondo il Garante dei Detenuti Angiolo Marroni, che ieri ha duramente condannato la disumanità dell'esodo forzato: «una porta girevole, dove si entra e si esce, superaffollato e con una capienza massima di 850 persone». Per il Garante il trasferimento in atto è «costoso in termini economici, ma soprattutto ha un peso umano. Un'operazione assurda, che non tiene conto di processi, famiglie e affetti. Un'operazione per fronteggiare manifestazioni antiamericane che forse nemmeno si faranno. In previsione di incidenti, si va a ledere la dignità dei detenuti».

Il trasferimento in ogni regione d'Italia è l'aspetto più dolente sul piano umano secondo il Garante, che ha puntato il dito contro il vero problema del carcere romano della Lungara.

«Da tempo andiamo dicendo che il carcere di Regina Coeli è sovraffollato, basterebbe che un capo di Stato venisse a Roma una volta al mese e ogni problema sarebbe risolto ».

La scorsa settimana era già previsto il trasferimento di 40 detenuti, a cui se sono aggiunti una sessantina in attesa di autorizzazione dal Provveditorato regionale dell'Amministrazione Penitenziaria e destinati in altri Istituti sempre nel Lazio. Per altri 63 domiciliati transitoriamente nel carcere cittadino, è in arrivo in via libera del Dipartimento Nazionale per essere trasferiti questa volta in tutti gli Istituti penitenziari d’Italia. Dai calcoli forniti dal Garante sono 220 le unità coinvolte nell'esodo.

La sezione che verrà destinata ad eventuali fermi, frutto di disordini e contestazioni antiamericane legate alla visita ufficiale di Gorge Bush, è la settima, dove due piani della sezione verranno “evacuati”.

«Siamo sempre favorevoli a misure che possano ridurre il sovraffollamento - ha precisato il Garante - ma non a questi trasferimenti di massa improvvisati che non tengono in nessun conto li affetti dei detenuti».

Salute, rapporti con la famiglia e fasi processuali, sono i momenti più sofferti per ogni detenuto. In questo periodo la sensazione di insicurezza per tanti che stanno “dentro” è forte e avvertita da immigrati e non. Il provvedimento amministrativo che trasferisce altrove 220 unità del Regina Coeli, senza aver avuto molto tempo di preavviso, non fa che aumentare l'incertezza all'interno degli Istituti.

«Vedo che c'è un grande timore», ha concluso Marroni.

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