venerdì 14 maggio 2010

Nucleare - Polcaro e De Nardis: "La Federazione della sinistra e il nucleare: si apra un ampio dibattito"

"Molti anni fa, quando su un importante problema si riscontravano posizioni assai diverse tra compagni, si usava il termine di “contraddizioni in seno al popolo” e si sosteneva che l’unico modo di risolvere la situazione fosse quello di discuterne in modo “franco ed aperto” fino a trovare un punto di sintesi.

Oggi, evidentemente, questo sistema non va più di moda. Così, di fronte ad un problema assai serio, come quello del nucleare, vediamo un appello firmato anche da alcune/i illustri ed amatissime/i compagne/i, sulla cui adesione ai principi che guidano anche noi non ci possano essere dubbi, che sostiene, con l’unica richiesta di garanzie sul gravissimo problema delle scorie, la necessità di un ritorno immediato all’energia da fissione.

Dall’altra parte, vediamo compagne/i anche queste/i illustri, amatissime/i e che senza dubbio condividono i nostri ideali, sostenere, “senza se e senza ma” una posizione totalmente opposta ed i due gruppi, chiaramente in perfetta buona fede, non sembrano intenzionati a confrontare tra loro le reciproche convinzioni.

Proprio per stimolare un dibattito franco ed aperto che possa portare ad una sintesi, ci permettiamo, pur riconoscendo di non essere specialisti in questo campo, di esporre il nostro punto di vista: 1) Tutti i metodi di produzione di grandi quantità di energia presentano rischi intrinseci ed anche molto elevati: il Vajont, Chernobil, l’incidente della piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico, il treno di Viareggio, solo per ricordare i primi che ci vengono alla memoria, e lo stesso dibattito sull’impatto ambientale dei parchi eolici lo dimostrano. Non esiste quindi forma di produzione di grandi quantità di energia che possa essere considerata “intrinsecamente sicura” e quindi gestibile solo sotto il controllo del “libero mercato” o di pochi “specialisti”;
2) Anche se una riduzione del consumo energetico pro-capite e l’aumentare della quota di energia prodotta in modo diffuso è possibile ed auspicabile, non è ragionevole pensare che si possa sopperire al bisogno energetico dell’umanità solo in questo modo;
3) E’ quindi inevitabile che si debba ancora, e per lungo tempo, ricorrere in parallelo al risparmio energetico ed alla diffusione di piccoli impianti, anche alla produzione di energia tramite centrali di grandi dimensioni e quindi che si debba concentrare ogni sforzo sulla ricerca e sviluppo tecnologico che garantiscano la maggior sicurezza possibile di tali impianti e contemporaneamente riducano al minimo il relativo impatto ambientale ed il consumo delle materie prime e delle risorse naturali non rinnovabili utilizzate per questa produzione;
4) Dato quanto abbiamo detto in precedenza, riteniamo però altrettanto importante che questi impianti debbano essere tenuti sotto uno stretto controllo politico da parte delle popolazioni delle aree interessate: non ci dà quindi alcuna garanzia uno sviluppo della produzione energetica (con qualsiasi tecnologia) che dovesse avvenire solo sotto il controllo di imprese private, inevitabilmente interessate solo al proprio profitto, e/o di governi che siano attenti solo agli interessi di queste imprese;
5) E’ ben noto che la produzione di energia da fissione nucleare, anche con la tecnologia più recente, utilizza solo in una minima parte l’energia potenzialmente ottenibile dal materiale fissile utilizzato: ciò porta alla produzione di scorie ancora altamente radioattive, potenzialmente utilizzabili a fini bellici e comunque difficilmente gestibili, ed ad un consumo dei minerali di partenza che, agli attuali ritmi, esaurirà le scorte disponibili forse anche prima di quanto possa avvenire per quelle di combustibili fossili.

Se quindi riteniamo che studi scientifici e sviluppi tecnologici tendenti alla progettazione di nuovi tipi di centrali energetiche, anche a fissione, più sicure ed a consumi ed impatto ambientale più basso, debba essere continuato ed incrementato, riteniamo invece che un “ritorno al nucleare” quale quello deciso dal governo delle destre, basato sulle tecnologie esistenti e sull’acquisto all’estero di centrali “chiavi in mano”, sia in questo momento improponibile in quanto antieconomico e dannoso, sia perché rischia di sperperare ingentissime quantità di risorse economiche e materiali per la costruzione di centrali che saranno pronte solo quando i materiali fissili saranno esauriti o talmente scarsi da avere costi inaccessibili, sia perché imposte con una militarizzazione del territorio che le sottrarrà a qualsiasi controllo delle popolazioni e degli stessi tecnici, esponendo a rischio vaste aree solo per miseri interessi politici ed economici. Lo stesso discorso sarebbe però valido anche se il “piano” avesse riguardato centrali termiche o idroelettriche.

Su questi temi, quindi, la Federazione della Sinistra intende aprire un ampio dibattito, nella speranza di contribuire a portare ad una posizione di sintesi condivisa da compagne e compagni". E' quanto scrivono Vito Francesco Polcaro e Fabio de Nardis, rispettivamente responsabile Università e Ricerca del PdCI e del PRC.

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