domenica 11 novembre 2007

Contro la repressione. Per il diritto al dissenso. Solidarietà ai compagni di Spoleto arrestati

L’Associazione marxista “Unità Comunista”, aderente al Coordinamento per l’Unità dei Comunisti, esprime sdegno e costernazione per l’ennesimo episodio intimidatorio messo in atto dalle forze della repressione al soldo del governo imperialista italiano, teso a colpire per l’ennesima volta quanti lottano e si oppongono alle politiche guerrafondaie, antisociali ed antipopolari perpetrate dai vari governi di centro destra e centro sinistra. Con un blitz notturno in stile film poliziesco hollywoodiano con tanto di elicotteri e ROS in passamontagna, cinque compagni di Spoleto sono stati prelevati dalle loro case ed arrestati con la solita accusa di associazione sovversiva. Sulla base di un teorema ridicolo, e servendosi dell’articolo 270 bis ereditato dal Codice Rocco promulgato in era fascista, le forze repressive, con l’appoggio della stampa e dei mass media ad esse asserviti, hanno etichettato i compagni spoletini come “pericolosi anarchici insurrezionalisti pronti a passare dalla fase del proselitismo e diffusione delle proprie idee, a quella della lotta armata”. In realtà Michele, Fabrizio e gli altri compagni di Spoleto sono colpevoli semplicemente di opporsi, con la loro attività quotidiana e alla luce del sole, alle logiche di speculazione e di maltrattamento ambientale, colpevoli di combattere, al fianco dei movimenti e delle popolazioni locali, ogni tentativo portato avanti dai governi nazionali e locali di consegnare beni pubblici fondamentali nelle mani di affaristi senza scrupoli, colpevoli di lottare per una società libera dal profitto e dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sulla natura. Contro questi compagni si è levato il plauso bipartisan da parte di esponenti di centrosinistra, nazionali e locali, con in testa il Presidente della Regione Umbria Lorenzatti, i quali si sono congratulati con le forze dell’ordine per l’efficacia dell’operazione“antiterrorismo”: l’ipocrisia e la sfacciataggine di questi mestieranti della politica sono davvero senza limiti! Tutto ciò in un contesto caratterizzato negli ultimi mesi da un’ondata repressiva indiscriminata e a trecentosessanta gradi: prima gli arresti nel nord-est, finalizzati a depotenziare l’ondata di mobilitazioni contro la base NATO Dal Molin di Vicenza; poi la repressione dei compagni dei centri sociali, Gramigna e Askatasuma; quindi gli sgomberi di case e centri sociali a Roma e Milano; infine, negli ultimi giorni, prima l’ondata di licenziamenti e di intimidazioni nei confronti di operai e compagni del sindacalismo di base a Milano, Melfi e Taranto, e infine l’ignobile sentenza con cui la magistratura borghese decreta, per i compagni indagati per i fatti di Genova, pene per oltre due secoli di galera. Sembra essere tornati indietro di 50anni all’epoca del maccartismo, quando sotto l’accusa di essere comunisti o anarchici, centinaia di persone venivano arrestate senza neppur disporre delleforme più elementari di tutela legale. Questo è il nuovo modello disocietà che ci prospetta il nuovo Partito Democratico: legge, ordine e repressione per i proletari e per chiunque lotti per i diritti sociali, profitti, favori e protezioni di ogni tipo per padroni, affaristi e politicicorrotti. Oggi centrodestra e centrosinistra e i loro lacchè dei massmedia di regime, per coprire agli occhi del popolo le loro vergogne, si inventano una nuova categoria sociologica: la categoria del terrorista. Non più quindi il tradizionale dualismo tra proletariato e borghesia, tra lavoratori e padronato, tra sfruttati e sfruttatori, ma la sostituzione della prima con una nuova classe: quella dei terroristi. Terroristi sono coloro che lottano contro le politiche di distruzione ambientale; terrorista viene definito chi si oppone alle politiche che vanno contro gli interessi dei lavoratori; terroristi sono quelli che lottano per veder riconosciuti i propri diritti, che lottano per il diritto allo studio, al lavoro, alla casa, all’assistenza; terrorista è chi si oppone all’occupazione della propria terra; in poche parole terrorista è chi non si assoggetta alle politiche delle elité borghesi e che ha ancora la forza, la volontà di lottare per un mondo diverso. Un’etichetta, quella di terrorismo, utilizzata dai governi borghesi per legittimare la repressione delle avanguardie delle lotte, e della quale abusano i mass-media borghesi per incutere tra l’opinione pubblica un clima di paura e di costante tensione e apprensione, e per scoraggiare i settori della popolazione che manifestano una certa sensibilità alle problematiche sociali. In realtà, pensiamo che questa escalation repressiva sia sintomo di debolezza e nervosismo da parte del governo Prodi e del centrosinistra nazionale e locale, i quali evidentemente iniziano a rendersi conto del malcontento montante nel paese e della loro impotenza di fronte alla ripresa delle lotte sociali e delle mobilitazioni popolari contro le loro politiche di guerra e precarietà, e, non riuscendo a contenere il dissenso, usano la repressione come unica arma che gli resta adisposizione. Non è un caso se questo ed altri atti intimidatori avvengano proprio alla vigilia dello sciopero generale del sindacalismo di base del 9 novembre contro l’ignobile accordo tra governo-Confindustria e Cgil-Cisl-Uil, teso ad aumentare l’età pensionabile e ad introdurre norme ancor più schiavistiche e precarizzanti nei rapporti lavorativi. Come compagni e compagne dell’Associazione Unità Comunista, ci stringiamo attorno al nostro compagno Aurelio Fabiani, padre di Michele e lui stesso vittima di un intollerabile atto intimidatorio attraverso il sequestro del computer e del materiale politico da esso prodotto, nonché alle famiglie degli altri quattro compagni arrestati.Certi che tale operazione, dalla connotazione più politica e mass-mediatica che giuridica, si sgonfierà nei prossimi giorni e restituirà i compagni colpiti ai loro quotidiani compiti di lotta e mobilitazione, cogliamo l’occasione per ribadire con forza la nostra ferma volontà di opporci a qualsiasi forma di repressione delle lotte.
LIBERTA’IMMEDIATA PER I COMPAGNI ARRESTATI

CONTRO LA REPRESSIONE E LA VIOLENZA BORGHESE

SOLO LA LOTTA DI CLASSE PAGA

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