martedì 20 novembre 2007

L'UOMO CHE VISSE DUE VOLTE

«Il nostro ruolo è nella capacità del movimento operaio di esercitare appieno la propria egemonia su quei settori dei giovani delusi dall’esperienza estremista. È necessario quindi per il movimento operaio ed il suo partito d’avanguardia rendere più esplicito il rapporto tra lotta quotidiana e prospettiva di trasformazione dello stato, far comprendere alle giovani generazioni il proprio patrimonio teorico ed esplicare alcune questioni centro della elaborazione del marxismo italiano [...] Solo così sarà possibile recuperare alla milizia rivoluzionaria i giovani delusi dall’estremismo».
(Walter Veltroni, “Una vita da cambiare: la droga”, articolo pubblicato su “Roma Giovani”, periodico della FGCI del novembre 1974)

«Ogni volta che tra i partiti politici si parla di socialismo alcuni di essi, in primo luogo la DC, partono in voli pindarici descrivendo a tinte fosche, come in un libro di Carolina Invernizio, il carattere dittatoriale e le soppressioni della libertà che a parere loro vigerebbero nei paesi socialisti. Non abbiamo mai esitato a far sentire alta la nostra voce quando abbiamo ritenuto che in questo o quel paese un intervento esterno comprimesse la libertà di quel popolo, così come non abbiamo mai mancato di sviluppare un dibattito serrato sulle questioni della democrazia socialista. Ma sempre in questi dibattiti si è affermato il carattere franco e aperto che caratterizza le discussioni tra partiti fratelli».
(Walter Veltroni, “I giovani, la libertà, il socialismo”, su Roma Giovani n. 4/5, maggio 1975)

«Si esalta nell’originale elaborazione italiana l’affermazione di Lenin secondo la quale la democrazia e il socialismo si saldano fortemente e la rivoluzione democratica apre la strada a quelle socialiste, mentre la soluzione socialista porta a compimento quella democratica».
(W. Veltroni, ibidem)

«I compagni vietnamiti ci hanno detto: “La nostra lotta è giusta, uniti vinceremo”. Ed hanno sconfitto la grande potenza americana e sono entrati a Saigon dove lavorano per costruire un Vietnam pacifico e indipendente. [...] Sui muri di Saigon i soldati del GRP hanno scritto le parole che Ho Ci Min pronunciò nel ’68 prima dell’offensiva del TET: “Questa primavera sarà migliore di ogni altra; la notizia delle vittorie riempie di gioia tutto il paese, Nord e Sud, gareggiando in coraggio sconfiggono lo Yankee. Avanti, la vittoria è nelle nostre mani”. L’Indocina, l’Africa, l’America latina, la Cina, Cuba Socialista, il Portogallo, la Grecia, i paesi socialisti dell’Est europeo, tutto il mondo si colloca sulla strada della libertà e del progresso. Libertà, progresso, giustizia sociale, valori che si affermano in dimensioni sempre più ampie tra i giovani e che vanno tutte nella direzione del socialismo. Esso, lo sappiamo, non è dietro l’angolo. Coscienti di questo nel chiedere ai giovani il voto al PCI sentiamo di dover proporre qualcosa di più: un impegno coerente di coscienza e di lotta. Questa è la linea che prospettiamo ma non ne esistono, ne siamo convinti, altre».
(W. Veltroni, ibidem)

«Occorrerebbe, per svolgere un’opera di reale rinnovamento, che la DC condannasse sé stessa per il suo passato, per l’espulsione dei comunisti dal governo dopo la guerra, per aver venduto agli americani il proprio partito, e il nostro paese, per aver giocato la carta della legge truffa. [...] La domanda di una società nuova si è fatta “senso comune” nell’animo della gioventù, spetta a noi tradurla nella lotta conseguente per la rivoluzione italiana».
(W. Veltroni, articolo su “Roma Giovani”, 1976)

«Per trent’anni siamo stati dipendenti economicamente e politicamente dagli Stati Uniti, la DC è stata connivente con la guerra nel Vietnam. Kissinger può indisturbato rivolgere apprezzamenti sulla situazione politica italiana, i ministri DC e chissà chi altro prendono i soldi dalle fabbriche di aerei americane. Alla faccia dell’indipendenza e dell’autonomia! Diceva Togliatti, parlando alla Federazione Romana nel ’44: “A coloro, agenti di questa politica antinazionale, che dicono: la nostra rovina sono i comunisti, sono i socialisti; cacciamo i socialisti e i comunisti dal potere, poi vedrete tutto quello che riceveremo, gli Stati Uniti ci manderanno i dollari, l’Inghilterra ci darà chissà quanti chilometri di sabbia nell’Africa sui quali potremmo ricostruire ancora una volta un nuovo e bellissimo impero… a costoro diciamo: voi siete dei nemici per l’Italia”».
(W. Veltroni, ibidem)

«Occorre comprendere come oggi stesso “fare politica” significa edificare mattone per mattone una società nuova, significa partecipare al progetto ambizioso della vittoria della rivoluzione proletaria in occidente, di quella rivoluzione che noi portiamo avanti e che tutti i giovani debbono vivere e far vivere da oggi».
(W. Veltroni, ibidem)

"Il Kennedismo è stato, con la socialdemocrazia svedese, la più alta forma di governo sperimentata dai democratici in società occidentali avanzate [...]. A questa specie non appartengono, per me, i governi socialisti che si sono succeduti negli anni 80 in Europa".
(W. Veltroni, prefazione al suo libro “Il sogno spezzato” su Robert Kennedy, fratello di John sotto la cui presidenza iniziò l’aggressione statunitense al Vietnam che provocò quasi cinque milioni di morti, 1999)

"Quelle foto sono agghiaccianti [riferito alle foto dei campi di concentramento in Cambogia pubblicate sul libro “L’illusione del bene” di Cristina Comencini, NdR] e non sono diverse da quelle che fra dieci giorni vedrò andando ad Auschwitz. Sono diversi i colori delle bandiere, sono diverse le motivazioni, ma le vite degli esseri umani sono le stesse. [...] Quel che bisogna dichiarare per essere creduti rispetto a ciò che è stata la storia del comunismo si trova nella vita concreta di milioni di persone. La vita non merita di essere archiviata sotto diverse specie in ragione delle motivazioni che hanno spinto a fare l'una o l'altra cosa, perché il significato di entrambe è lo stesso e cioè la riduzione della libertà, la soppressione della possibilità di vivere la propria vita manifestando le proprie idee e avendo la propria religione".
(W. Veltroni, dichiarazione del 29 ottobre 2007 alla presentazione del libro della Comencini)

«Comunismo e libertà sono stati incompatibili. Io ero un ragazzo, allora, ma consideravo Breznev un avversario, la sua dittatura un nemico da abbattere ».
(W. Veltroni, altra dichiarazione recente)

Alla direzione del neonato Partito Democratico:
ci congratuliamo con tutti voi per la scelta di Walter Veltroni come segretario della nuova formazione politica, alla quale daremo sicuramente il voto alle prossime elezioni. In un momento in cui la denigrazione gratuita del comunismo sta prendendo sempre più piede nella vulgata comune, la scelta di un personaggio che sappia difendere con tanto coraggio la lotta proletaria e l’avversione all’imperialismo americano suscita la nostra gioia più profonda. Grazie per aver restituito forza all’orgoglio di tanti comunisti.

P.S.: Il Walter Veltroni che avete scelto alla guida del PD è quello del 1975-76, vero?

Nessun commento: