domenica 4 novembre 2007

Sciopero generalizzato contro il governo Prodi e le sue politiche antipopolari

Con la firma degli accordi del 23 Luglio, governo Prodi e Cgil-Cisl-Uil hanno gettato definitivamente la maschera, confermandosi ancora una volta i principali avversari del movimento dei lavoratori, dopo aver messo in atto lo scorso anno la scandalosa operazione di furto del TFR.
All’indomani di un primo anno di centrosinistra tutto all’insegna di tagli, finanziarie lacrime e sangue, aumenti alle spese militari e regali di ogni tipo ai padroni amici di Confindustria, ora è la volta delle pensioni. L’obiettivo del padronato era quello di alzare l’età pensionabile. Detto…fatto… Al posto del famigerato “scalone”, previsto dalla Legge Maroni (che dal 1/1/2008 prevedeva il passaggio da 57 a 60 anni per accedere alla pensione di anzianità), si introduce un accordo addirittura peggiore con 4 “scalini” che innalzano l’età pensionabile fino a 61 anni con 36 anni di contributi o 62 anni con 35 anni di contributi fino al 2013: dunque addio pensione di anzianità!
Al danno si aggiunge la beffa del taglio delle pensioni attraverso una riduzione automatica dei coefficienti a partire dal 2010, che penalizzerà fortemente chi andrà in pensione col metodo contributivo.
Non solo: ben lungi dal cancellarla, questo “Protocollo d’intesa” riconferma gran parte delle figure contrattuali precarie della Legge 30 (apprendistato, contratti a termine, lavoro a tempo parziale, a progetto, occasionale…), prevedendo addirittura la possibilità per il padrone di reiterare oltre i tre anni i contratti a tempo determinato.
Con lo stesso accordo, ancora una volta, si regalano i soldi dei lavoratori ai padroni utilizzando la cassa dell’INPS per “gli sgravi del costo del lavoro” e si regala a Confindustria la detassazione degli straordinari, che provocherà una diminuzione delle entrate all’INPS, una riduzione delle assunzioni e forti aumenti di profitto per i padroni! Anche la riduzione della spesa pubblica passerà attraverso l’accorpamento degli enti previdenziali (INPS-INAIL) che produrrà tagli di posti di lavoro e un probabile aumento dei contributi che gravano sulle busta paga.
Questo è il governo della repressione e dei licenziamenti delle avanguardie.
I padroni, quando non possono gestire o corrompere gli attivisti sindacali, li licenziano!
Chiunque si è opposto ai piani di ristrutturazione dell’azienda o si è impegnato in prima fila nel difendere gli interessi e i diritti dei propri compagni di lavoro, è stato licenziato, e nel caso dei sindacati confederali, espulso dall’organizzazione. E’ il caso di moltissimi operai e delegati dal Nord al Sud, da Pomigliano a Termoli, da Vibo Valentia a Milano. Eppure, le contestazioni ad Epifani, Pezzotta, Angeletti e ai loro soci nel corso delle assemblee sindacali nelle principali fabbriche, sono la dimostrazione di un malcontento diffuso a cui abbiamo l’obbligo di dare voce e rappresentanza, a livello sia sindacale che politico.

In primo luogo, va resa esplicita la nostra opposizione a questo governo. Da che mondo è mondo, le grandi mobilitazioni si rivolgono non solo contro i singoli provvedimenti di un governo, ma contro il governo stesso in quanto artefice di quelle leggi, dunque controparte per definizione di chi scende in piazza.
Noi dobbiamo dire con chiarezza che scendiamo in piazza contro questo governo, poichè esso si è dimostrato per i lavoratori non molto diverso dal governo Berlusconi, in quanto è riuscito a portare avanti con la complicità dei sindacati di regime e della cosiddetta “sinistra radicale” quelle politiche di macelleria sociale che a Berlusconi erano state impedite con le mobilitazioni di piazza, e che gli sarebbero impedite comunque se tornasse al potere.

Chi ha sottoscritto e sostenuto l’accordo (Prc, PdCI, Verdi e SD erano e sono al governo), ipocritamente, vorrebbe farci credere che l’ennesima truffa perpetrata ai danni dei lavoratori possa essere emendata e resa quindi accettabile, barattando magari qualche lavoro usurante in più o qualche mese di proroga per i tempi determinati in meno.
Al di là delle evidenti stonature fra le dichiarazioni dei manifestanti e quelle dei politicanti, il vero scopo della manifestazione del 20 ottobre è stato quello di ridar fiato ad una sinistra sempre più di governo e sempre meno “radicale”, di far recuperare credibilità ai vari Bertinotti, Giordano, Diliberto, Mussi, ecc., oramai screditati anche presso la base dei loro stessi partiti.

In occasione del referendum-farsa indetto da Cgil-Cisl-Uil, le organizzazioni politiche e sindacali di base si sono presentate in ordine sparso (talune lavorando a rafforzare il fronte del NO, altre praticando il boicottaggio della consultazione), ma ora siamo tutti chiamati a proseguire le mobilitazioni sui territori e nei singoli luoghi di lavoro, affinché la giornata del 9 novembre non rappresenti un appuntamento isolato, ma sia il punto di approdo e di convergenza di una campagna di massa, che attraversi i rinnovi del contratto dei metalmeccanici e di altri importanti settori e le iniziative di opposizione alla guerra e allo scempio dei nostri territori, come quella di Vicenza a metà dicembre.
Per questa ragione invitiamo a costruire dal basso, in ogni luogo di lavoro e su ogni territorio, comitati di lotta unitari contro il governo Prodi e tutte le sue politiche, del lavoro, sociali e di guerra.


- NO ALL’ACCORDO TRUFFA DEL 23 LUGLIO;
- CONTRO TUTTI I LICENZIAMENTI;
- CONTRO IL CARO VITA, RIVENDICHIAMO FORTI AUMENTI SALARIALI;

- NO ALLA PRECARIETA’: PER LA CANCELLAZIONE DELLA LEGGE 30, DEL
PACCHETTO TREU E DI TUTTE LE NORME PRECARIZZANTI;
- RIPRISTINO DELLA SCALA MOBILE;
- SALARIO GARANTITO A DISOCCUPATI E PRECARI;
- RIDUZIONE GENERALIZZATA DELL’ORARIO DI LAVORO A PARITÀ DI

SALARIO E SENZA CONTROPARTITE DI FLESSIBILITÀ;
- NO ALLE GRANDI OPERE (TAV, INCENERITORI, ECC.) CHE INQUINANO E

UCCIDONO PER SODDISFARE LA FAME DI PROFITTI;
- CONTRO IL GOVERNO PRODI E LE SUE POLITICHE ANTIPOPOLARI;
- CONTRO OGNI GUERRA IMPERIALISTA: FUORI LA NATO DALL’EUROPA;
- RITIRO DELLE TRUPPE ITALIANE DA TUTTI I FRONTI DI GUERRA;

FUORI E CONTRO IL BIPOLARISMO
PER UNA NUOVA ORGANIZZAZIONE POLITICA COMUNISTA


Coordinamento per l’Unità dei Comunisti - CUC CALABRIA
Cosenza 9 Novembre 2007
Partenza corteo P.zza Fera ore 9.30
SCIOPERO GENERALE E GENERALIZZATO

Contro il governo del capitale e dei padroni


Nessun commento: