giovedì 13 gennaio 2011

Comunicato sulla situazione universitaria

Da settembre fino al periodo pre natalizio abbiamo assistito a livello nazionale ad un meraviglioso e crescente movimento studentesco che ha urlato a gran voce il suo dissenso al ddl Gelmini , scendendo in piazza con cortei che nella penisola mancavano tra troppi anni.

Ma ora che il ddl è diventato legge con le votazioni previste dal nostro sistema bi-camerale perfetto e grazie alla firma del Presidente Napolitano, le cui vane promesse fatte alla delegazione di studenti ricevuta a palazzo avevano fatto ben sperare, urge una riflessione politica su quanto è successo e su quanto succederà, specie nel nostro territorio reggino.

Innanzitutto definire tale ddl legge è un errore in quanto esso è in realtà un decreto legge ovvero, spiegato in parole povere, per diventare realtà avrà bisogno i 139 decreti attuativi. Solo 36 di questi spetteranno al governo. E qui ci sorgono dubbi molto concreti sulla sua attuazione. Cosa che ci fà ben sperare in flop di un ddl che se attuato distruggerebbe l’intero sistema universitario pubblico , dando così spazio a quello privato. E sembra quasi superfluo dire e spiegare come quello privato consentirà l’accesso , ai più alti livelli d’istruzione, solo alle classi sociali più agiate.

E Reggio Calabria non è da meno. Anzi. Se gli atenei di tutta Italia sono sconvolti da questo ddl , quello della Mediterranea deve fare i conti anche con le inadeguatezze del rettore.
Massimo Giovannini infatti nel corso del suo mandato ha dimostrato ampiamente di non essere all’altezza dell’incarico al quale è stato eletto.

Nel nostro ateneo accadono recidivamente gravi nefandezze. La prima , ma non per gravità, è la risposta negativa alla domanda studentesca di visionare i bilanci d’ateno nonostante essi siano atti pubblici. E quindi per definizione giuridica visionabile da qualsivoglia interessato.La seconda, è costituita dalle borse di studio.La seconda rata dello scorso anno accademico ancora non è stata liquidata agli spettanti studenti nonostante i soldi siano stati finanziati dalla regione. La terza, riguarda i tre contributi fissi di facoltà che gli organi competenti avevano pensato d’imporre agli studenti fino a quando essi , giunti in corteo sotto il rettorato mentre se ne discuteva l’approvazione, non ne hanno ottenuto il ritiro. Tutto ciò non perchè gli studenti non vogliano pagare le tasse o siano evasori fiscali ma perchè questi contributi fissi più che delle tasse sembravano delle imposte.Gli studenti quindi, dimostrando un grandissimo affetto verso il proprio ateneo, hanno detto chiaramente che  se tali soldi servivano a mantenere aperta l’università essi li avrebbero messi volentieri , ma in queste condizioni , ovvero senza un progetto serio dietro questa richiesta di liquidi non c’è motivo di regalare soldi così.Ancor di più in momento di crisi come quello in cui versa il nostro paese.
Tutto questo ci fà sorgere 3 domande molto importanti.
-Per quale motivo l’università si ostina a negare i bilanci agli studenti ?Cosa nascondono?
-Dove sono i soldi finanziati dalla regione per le borse di studio? Se sono in mano all’università per quale motivo gli studenti , che con questi soldi ci vivono, non gli hanno ancora ricevuti?
-Vista la disponibilità degli studenti a mantenere la propria università , coscienti dei gravissimi disagi che comporterebbe la sua chiusura ( dal punto di vista economico e sociale), perchè il rettore e gli organi competenti non si mettono a parlare con gli studenti  dimostrando la reale necessità di tali fondi,in un puro esempio di cogestione come stabilito nell’art. 46 della nostra meravigliosa costituzione, anche se tale articolo riguarda le aziende e i lavoratori?
Noi e in particolar modo gli studenti sentiamo l’esigenza di risposte certe e concrete a tali domande.
Ci sentiamo inoltre di sottolineare il grande lavoro svolto fin’ora dal Collettivo Unirc che queste nefandezze le stà combattendo da 3 anni e sentiamo di dover esprimere la nostra massima solidarietà a tutti gli studenti che durante questi mesi sono scesi in piazza e hanno occupato gli atenei in nome dei loro diritti. A loro và la richiesta di non arrendersi mai e continuare la lotta.

Francesco Masè
Coordinamento Nazionale FGCI 

Partito dei Comunisti Italiani - Reggio Calabria
Federazione Giovanile Comunisti Italiani - Reggio Calabria

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