giovedì 23 ottobre 2008

No alla discarica, No alla repressione

La determinazione con cui il potere totalitario costituito da Berlusconi e Bassolino vogliono aprire a megadiscarica di 700.000 tonnellate di rifiuti a Chiaiano è il segno di una crisi, senza vie di uscita, di un sistema economico e politico alla deriva.

La catastrofe ambientale provocata dai rifiuti è la conseguenza naturale della cessione di un servizio pubblico essenziale nelle mani di imprese private prive di scrupoli espressione di poteri ed interessi illegali e criminali.

Le risorse pubbliche destinate al servizio dello smaltimento dei rifiuti in Campania sono state impiegate per foraggiare una rete immensa di poteri clientelari e parassitari che hanno fatto della nostra regione la capitale della illegalità e lo sversatoio di rifiuti tossici di tutta l’Europa.
La selva di Chiaiano che si vorrebbe trasformare in discarica è una delle ultime aree verdi della città di Napoli, ormai quasi completamente cementificata da una speculazione edilizia selvaggia, si trova in un’area densamente popolata, a poche centinaia di metri dalla zona ospedaliera più importante del Meridione.

Fare una discarica in questa zona sarebbe un colpo mortale inferto alla città di Napoli, una umiliazione per popolazioni ormai completamente abbandonate al loro destino.

L’ Italia è un paese totalitario, dove un governo reazionario, in combutta con una finta opposizione, si tenta di governare con il pugno di ferro, dove gli unici interessi da difendere sono costituiti da ristretti gruppi di potere politici e finanziari e dove anche gli interessi e i bisogni di centinaia di migliaia di cittadini non contano nulla. La popolazione di Chiaiano e Marano ha espresso in tantissime occasioni la sua volontà contro la discarica e sta lottando con tutte le armi a sua disposizione questa lotta.

E’ necessario vincere questa battaglia, bisogna resistere un minuto in più del nemico, perdere significherebbe l’annullamento di ogni prospettiva di progresso e di civiltà, non solo per Napoli, e aprirebbe la strada a una politica di devastazione ambientale e sociale dell’ Italia intera.

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