sabato 7 marzo 2009

Giù le mani dal diritto di sciopero!

Il "diritto di sciopero" è un´arma legittima ed inviolabile del movimento dei lavoratori per difendersi dall´arroganza dello sfruttamento capitalistico ed è stato sancito dopo anni di lotte costate la vita e la prigione a migliaia di operai. Tale strumento è sancito anche nel dettato Costituzionale ed il suo utilizzo ha segnato la strada degli unici cambiamenti reali che nel nostro paese che hanno inciso sulla vita di milioni di persone (conquiste salariali e normative, Statuto dei lavoratori, ecc...).

Oggi lo si vuole cancellare partendo dal trasporto con il cavallo di Troia, che magari possiede le sembianze di un tram, rappresentato da un decreto che impone di fatto il divieto di sciopero in quel settore strategico.

Nel trasporto si vuole completare il saccheggio ai diritti dei lavoratori e di fatto rendere nullo il principale strumento vertenziale e di visibilità concreta delle lotte giuste. Un attacco questo che fa il paio con il parallelo tentativo, a colpi di "accordi separati", di cancellare la contrattazione nazionale e i diritti a lottare per un lavoro ed un salario dignitosi.

Inoltre, si procede tramite il tentativo schizofrenico di separare i cosidetti interessi degli utenti da quelli dei "dannati del lavoro" precari o stabili che siano.

La realtà è che alla Confindustria, a "lorsignori" ed al loro attuale "governo amico", al di là delle roboanti e spettacolari dichiarazioni, non importa nulla dell´utenza e dei cosidetti cittadini. Il loro unico interesse reale è riprendere ad accumulare profitti abbattendo il costo del lavoro e annichilendo ogni resistenza dei lavoratori: vogliono le mani libere sul bottino!

Per far questo hanno bisogno di scatenare una guerra tra poveri, speculare sui loro interessi immediati: è la stessa "guerra tra poveri" che fomentano nei quartieri popolari delle metropoli tra sfruttati immigrati e residenti dietro il paravento della "sicurezza", mentre l´unica sicurezza che realmente stiamo tutti perdendo è quella di un lavoro ed un salario per vivere dignitosamente.

Per questo scioperare è giusto e opporsi a questo decreto liberticida è necessario. E se dovesse essere approvato in via definitiva bisognerà sostenere in maniera solidale l´esempio dei lavoratori dell´ATM di Milano e dell´Alitalia dello sciopero a qualunque costo.

Non è un caso che, in un clima di crisi ed egemonia reazionaria, gli unici sussulti reali di consenso del governo Berlusconi si sono registrati dopo il grande successo dello sciopero generale del 17 ottobre scorso del sindacalismo di base, dopo quelli del 12 dicembre di CGIL e sindacati di base, dopo le imponenti agitazioni studentesche e dopo l´ultimo riuscitissimo sciopero con manifestazione nazionale dei metalmeccanici e della funziona pubblica proclamati da FIOM e FP. E´ proprio per questo che qualche ministro ha pensato bene di "reprimere preventivamente" un grande movimento di opposizione sociale alle sue politiche reazionarie e filopadronali.

Come comunisti il nostro posto è in prima linea nelle lotte di massa e nel costruire un´opposizione di classe ai governi capitalistici, non solo nella sacrosanta difesa dello strumento dello sciopero, ma anche e soprattutto per contrattaccare per i diritti di tutti i lavoratori e delle classi subalterne.

Per questi motivi sosteniamo e aderiamo alla giornata nazionale di lotta venerdì 6 di marzo che vedrà manifestazioni in tutta Italia a difesa del diritto di sciopero.

A Roma l´appuntamento è alle 16.30 in Largo Ponchielli,
per manifestare davanti alla sede della Commissione di Garanzia.
Comunisti Uniti Lazio

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