mercoledì 22 luglio 2009

Rapporto Svimez: cresce il divario nord-sud del paese con la colpevole responsabilità del Governo

“Un’Italia spaccata spaventosamente in due. Cresce sempre più il divario tra Centro-nord e Sud del paese con la colpevole responsabilità del Governo Berlusconi che non ha mantenuto nessuno degli impegni sbandierati in campagna elettorale”. A sostenerlo, in una nota, Michelangelo Tripodi, assessore regionale e segretario regionale del PdCI, commentando i dati relativi al rapporto Svimez 2009 sull’economia nel Mezzogiorno. “Dati allarmanti – spiega Tripodi – che indicano come la politica portata avanti dal Governo centrale sia completamente miope rispetto alle esigenze del Sud e proprio in questo periodo di grave crisi economica che, secondo quanto hanno riferito a più riprese esperti economisti, va fronteggiata investendo proprio sullo sviluppo del Mezzogiorno”. In base al rapporto Svimez – prosegue il segretario regionale del PdCI - il Pil delle regioni meridionali ha avuto un crollo del 1,1%, ma i dati più preoccupanti riguardano l'emigrazione. Negli ultimi 10 anni, infatti, le persone che hanno abbandonato il sud ammontano a 700.000 e bene ha fatto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a ribadire che deve crescere nelle istituzioni, così come nella società, la coscienza che il divario tra Nord e Sud deve essere corretto”. “I paesi del sud e della Calabria in particolare – afferma ancora Tripodi – si spopolano. Giovani e meno giovani, come successo nel dopoguerra, valige in mano, cercano fortuna al Centro-nord che attira e smista flussi al suo interno. Meno posti di lavoro dunque al Sud e soprattutto una carenza di domanda di figure professionali di livello medio-alto, con i laureati meridionali che, scartabellando il dati del rapporto Svimez, se scelgono di rimanere nei loro luoghi di origine non arrivano a 1.000 euro al mese, mentre il 63% di chi è partito dopo la laurea guadagna tra 1.000 e 1.500 euro e oltre il 16% più di 1.500 euro”. “Ci troviamo alle prese con uno squilibrio allarmante, senza precedenti – sottolinea il segretario regionale del PdCI – ad un divario pauroso in termini di dotazione di infrastrutture, di investimento in capitale umano, di rendimento delle amministrazioni pubbliche e di qualità dei servizi. Di fronte all’ennesima conferma della politica antimeridionalista del Governo frutto dei numerosi scippi perpetrati soprattutto in Calabria, iniziando dal biglietto da visita relativo alla cancellazione dei fondi ex Fintecna per coprire gli ammanchi derivanti dall’abolizione dell’Ici ai Comuni e a favore delle classi sociali con un elevato reddito personale e proseguendo poi con i Fondi per le aree sottoutilizzate (Fas) e il Fondo sociale europeo (Fse) dirottate in buona parte delle regioni economicamente più forti del paese”. “E’ un dato ormai appurato che per la prima volta nella storia della Repubblica – conclude Michelangelo Tripodi – un Governo viene e mette le mani in tasca al Mezzogiorno a beneficio delle aree più ricche del Paese, invece di programmare e di avviare investimenti con le disastrose conseguenze che il rapporto Svimez ha messo drammaticamente a nudo”.

(Ufficio Stampa PdCI Calabria)

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