venerdì 6 agosto 2010

COMUNICATO STAMPA SUL PIANO CASA REGIONALE

Il cosiddetto Piano Casa approvato ieri dal Consiglio Regionale della Calabria fa diventare la nostra regione maglia nera di tutte le regioni italiane.

Solo una Giunta ed una maggioranza che non hanno nessuna attenzione ed interesse sui temi dell’ambiente, del paesaggio e del territorio poteva realizzare uno scempio legislativo di questa natura.

D’altronde, quando un provvedimento di questa natura viene affidato a chi presumibilmente ne trarrà i maggiori benefici (cementificatori e palazzinari) è del tutto evidente che il risultato non può che essere un’aggressione sistematica delle nostre risorse naturali, del nostro patrimonio storico ed architettonico, del nostro incomparabile paesaggio.

Nella furia cementificatoria i governanti regionali del centrodestra, memori degli innumerevoli condoni e sanatorie varie che i governi Berlusconi hanno via via regalato agli speculatori nazionali, non si sono fatti pregare. Addirittura hanno stravolto perfino i limiti imposti dall’accordo Stato –Regioni dell’1 aprile 2009.

In Calabria l’ampliamento del 20% di superficie, e in alcuni casi anche del 35%, diventa indiscriminato e generalizzato: cioè può essere fatto dappertutto, in deroga a tutti gli strumenti urbanistici e di governo del territorio.

Nessuno era arrivato a tanto. Insomma la destra speculatrice e palazzinara calabrese assesta un colpo che potrebbe diventare irreversibile ai danni di beni comuni come paesaggio e territorio, valori su cui, invece, si potrebbe costruire un grande progetto di valorizzazione per restituire fiducia e speranza nel futuro.

Tutto questo avviene in una regione come la Calabria, che riassume in sé tutti i peggiori rischi e dissesti (sismico, idrogeologico e di frana) e che ha già subito nei decenni passati una pesantissima devastazione del proprio territorio, specie della fascia costiera, con uno sviluppo edilizio abnorme che non trova alcuna corrispondenza con la popolazione residente che ammonta a circa 2 milioni di abitanti, mentre il volume edilizio costruito potrebbe ospitare dai 6 agli 8 milioni di abitanti.

Dopo gli anni della cementificazione delle coste e del grande saccheggio edilizio nelle città, abbiamo tentato in questi anni in Calabria di sostenere con forza la necessità che si chiudesse questa brutta pagina nella storia calabrese. Abbiamo lavorato sodo scommettendo prioritariamente sul recupero e sulla riqualificazione come strumenti fortemente innovativi per rilanciare anche un’edilizia di qualità. Per questo avevamo coniato lo slogan: meno mattoni e più recupero.

Adesso Scopelliti e la sua Giunta vogliono riportarci indietro. La loro cultura di governo è davvero vecchia e stantia e ripropone ricette e strumenti che hanno già arrecato danni ingenti a questa terra.

Questa Piana Casa rappresenta una gravissima regressione culturale nella politica edilizia, abitativa ed urbanistica della regione.

Non servirà certamente a rilanciare l’economia, come dimostra il fallimento del Piano Casa nelle altre regioni. Non migliorerà la qualità architettonica ed energetica del patrimonio edilizio esistente. Non aumenterà la ricchezza, né l’occupazione e né il reddito procapite della Calabria. Forse si arricchirà la lobby del cemento mentre la ndrangheta potrà riciclare il suo denaro sporco. Ma questo Piano Casa ci lascerà tutti più poveri perché la regione sarà ulteriormente devastata e deturpata e il consumo del suolo, che ha già raggiunto livelli stratosferici, proseguirà impunemente ammantato di legalità in spregio a quelle che sono le reali esigenze e i concreti bisogni dei calabresi.

In questo contesto risulta assai singolare la circostanza di un provvedimento che incide profondamente sulla normativa urbanistica, senza il pieno coinvolgimento dei soggetti titolari di questa competenza. Infatti, il pdl in Giunta è stato presentato con la sola firma dell’Assessore ai Lavori Pubblici Gentile senza il necessario concerto con l’Assessorato all’Urbanistica.

Ma cosa potremmo aspettarci da una Giunta e da una maggioranza che come primo atto hanno bloccato il Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico approvato dalla precedente Giunta e come secondo atto hanno sospeso l’entrata in vigore della legge sismica.

Tutto il contrario di quello che serve alla Calabria: non una nuova micidiale colata di cemento ma una pianificazione moderna del territorio con strumenti avanzati e capaci di aprire la regione al futuro della sostenibilità ambientale e della valorizzazione delle risorse culturali, storiche, ambientali, agricole e paesaggistiche.

Reggio Calabria, 5.8.2010

IL SEGRETARIO REGIONALE DEL PdCI

MICHELANGELO TRIPODI

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