lunedì 23 agosto 2010

La sensazionale scoperta: il “santo Graal” si trova a Vibo Valentia

il PSC e i cavalieri dell'ordine comunale.
Si pensava non si fosse mai scoperto qual'era il segreto che in molti custodivano così gelosamente. Non si conosceva la vera natura dell'oggetto così segretamente nascosto. Oggi invece sembra che siamo vicini ad una sensazionale scoperta, che farà strabuzzare gli occhi a molti. Il “santo Graal”, quello che tutti cercano, potrebbe essere il “piano strutturale comunale” di Vibo Valentia. In questo modo tutto ci è più chiaro. È questo quindi il motivo, nonostante la legge urbanistica regionale del 2002 obblighi ogni comune a dotarsi di un PSC, del ritardo nell'approvazione del PSC da parte di ogni amministrazione succedutasi dal 2002 in poi a palazzo Luigi Razza. In breve, il PSC, sostituisce il vecchio “piano regolatore”, definisce il futuro dello sviluppo urbanistico del territorio comunale. La sua funzione è descritta in modo dettagliata nella “legge urbanistica regionale 2002” all'articolo 20.  Il lavoro di formulazione del PSC  del comune di Vibo Valentia è in cantiere da parecchi anni ormai, nel marzo 2007 l'architetto Francesco Karrer, incaricato per la formulazione del PSC, ha presentato la relazione per “documento preliminare” del PSC di Vibo Valentia. Da allora poche sono le informazioni, per lo più voci, che circolano sull'effettivo completamento del documento finale. La passata amministrazione aveva detto, probabilmente in un momento di eccitazione in vista della successiva campagna elettorale, che avrebbe approvato il PSC pochi mesi prima di lasciare il palazzo municipale. Giusto una promessa infatti, di quelle che i politici sono soliti non mantenere. Troppi sono gli interessi che girano intorno allo sviluppo urbanistico del territorio. Definire se una zona è edificabile o meno, fa si che quel terreno cambi il suo valore di mercato, nemmeno i professionisti dell'urbanistica credono che la tecnica possa battere la politica. Spesso gli interessi della città e del territorio lasciano spazio agli interessi della classe politica, che vede nel documento di zonizzazione una sorta di mappa del tesoro. È una cosa molto importante quindi, dopo anni d’attesa, ridefinire lo sviluppo del nostro territorio comunale, dove ormai sono state consumate quelle risorse che erano definite nel vecchio Piano regolatore. Soprattutto nelle frazioni, infatti, le zone definite edificabili dal PRG sono state sfruttate con la costruzione di edifici che erano necessari per sopperire all’aumento della popolazione ed alla nascita delle nuove famiglie. Ora, soprattutto noi giovani, stiamo attendendo di conoscere le nuove norme e le opportunità di poter costruire una casa nostra e sognare di dare una mano ai nostri paesi non facendoli scomparire; se i territori delle frazioni fossero esclusi dallo sviluppo urbanistico noi saremmo costretti ad emigrare e spostarci nelle città, sarebbe quindi una condanna a morte per le frazioni. La costruzione di nuovi edifici e delle altre opere invece vorrebbe dire un aumento del lavoro che risolleverebbe anche le sorti economiche del nostro territorio, che da questo punto di vista è molto sofferente; limitare la possibilità d’investimento nelle nostre zone vuol dire chiudere totalmente le porte alle opportunità di ripresa. Prima degli interessi politici però si dovrebbe guardare, soprattutto nel territorio comunale di Vibo Valentia, ai numerosi problemi di dissesto idrogeologico che affliggono il territorio. In effetti a questo tipo di problemi, dopo l'analisi del prof. Pasquale Versace e la redazione del famoso “piano Versace”, si erano già trovate le cause scatenanti e le soluzioni per contenerli. Forse spaventati dalle cifre che servivano per la realizzazione di tali opere, circa 87 milioni di euro, hanno scelto di nominarlo ma di tenerlo nascosto ai cittadini, usarlo come scusa per il blocco urbanistico nel comune di Vibo Valentia, fare di questo documento uno spettro che solo a nominarlo ci si spaventi più dei rischi del territorio stesso. L'applicazione del piano e la realizzazione delle opere necessarie metterebbe a nudo di sicuro l'incompetenza e la totale mancanza di rispetto per la natura che negli anni le varie amministrazioni hanno dimostrato di possedere. Ora forse è il momento che la nostra città abbia quel che si meriti, un PSC che rispetti le leggi dell'urbanistica e non quelle della politica, che serva a tutti i cittadini e non a pochi eletti, che renda il territorio un posto sicuro dettando regole che non permettano la costruzione selvaggia su zone a rischio. Che la politica lasci spazio alla tecnica ed alla competenza. In fondo è facile, basta mettersi una mano sulla coscienza e troveremo il “santo Graal” che porterà fortuna alla nostra città.

Giuseppe Ambrosio
(PdCI – Vibo Valentia)

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