Ufficio Stampa PdCI
"Le retribuzioni sono ferme al palo come dimostra il dato Istat relativo all’aumento dei salari su base annuale pari allo 0,1%, il peggiore dal 2000. Il governo fa finta di non vedere in quale drammatica situazione versino milioni di lavoratori in questo Paese; si gira dall’altra parte dinanzi all’evidenza dei numeri della crisi e ignora le conseguenze della drastica diminuzione del potere di acquisto delle retribuzioni. Che è favorita dal sistema di calcolo dell’inflazione basato sul tasso programmato invece che sul dato reale. Dal 1993, infatti, i lavoratori e chi ne difende gli interessi sono costretti a impiegare ogni sforzo nel vano tentativo di recuperare lo scarto tra il tasso di inflazione preventivata e quello reale che falcidia gli stipendi. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: le retribuzioni sono ferme e le condizioni di lavoro peggiorano, visto che ogni sforzo è concentrato a recuperare piccole quote di salario perso per strada. Perciò i comunisti hanno lanciato da oltre un anno la proposta di ripristinare un meccanismo automatico di recupero salariale, una nuova scala mobile per iniziare a ripristinare un minimo di equità sociale". E' quanto afferma Gianni Pagliarini, responsabile Lavoro del PdCI.
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