sabato 27 gennaio 2007

NOI NON VOGLIAMO MORIRE DI ‘NDRANGHETA

Noi c’eravamo alla manifestazione di sabato 16 dicembre, a dire il nostro NO alla mafia. Con noi c’erano tanti ragazzi, studenti di alcune scuole superiori di Vibo e provincia, qualche dirigente sindacale, pochi dirigenti di partito (pochi anche del nostro!) e qualche esponente delle organizzazioni giovanili, uno solo tra i consiglieri e assessori comunali e ZERO tra i provinciali (!!!), il “Movimento per la Giustizia” e solo “La Gerbera Gialla” e “Libera” fra le decine di prestigiose associazioni presenti sul territorio che a parole si occupano dei problemi sociali.
Il corteo, sebbene non oceanico, è stato scortato dalle forze dell’ordine, Carabinieri e Polizia (grazie!), e “controscortato” dagli scagnozzi mafiosi, grazie alla cui presenza la partecipazione si è mantenuta nell’ordine delle poche centinaia e si sono così evitate le solite noie dovute alla confusione che senz’altro si sarebbe avuta se i manifestanti fossero stati di più!!!
Le polemiche strumentali architettate da qualcuno sono cadute ancor prima che il corteo partisse: la manifestazione si è svolta senza che nessuno esibisse bandiere di partito ed era organizzata dal “COMITATO PROMOTORE DEL MOVIMENTO STUDENTESCO VIBONESE”, che abbiamo sì creato noi Giovani Comunistie, ma cercando la collaborazione di altre organizzazioni politiche giovanili, proprio perché volevamo che il Movimento fosse apartitico e indipendente; ebbene, nonostante i tanti bastoni fra le ruote e i pochi soldi che avevamo in cassa, ci siamo riusciti, con la presenza dei giovani de “I Socialisti” e del “Partito Comunista dei Lavoratori” che, come noi, hanno accettato di sfilare senza un ritorno pubblicitario.
Gli interventi finali, molto incisivi, si sono svolti 1) tra le auto parcheggiate in Piazza Martiri d’Ungheria, che il Comune non ha provveduto a far spostare, 2) grazie ad un allaccio di fortuna della corrente elettrica e all’amplificazione pagata da noi, che il Comune non ha provveduto a fornire, e 3) su un palco – questo sì, concessoci dal Comune – che abbiamo provveduto per tempo a far spostare dalla posizione originaria, nascosto com’era dietro l’enorme albero di Natale.
Certo: un corteo di studenti non sarà importante, né risolutivo della lotta contro la mafia, come un convegno tra accademici, una tavola rotonda di politici, un simposio di soloni, un conclave di porporati, ma un po’ più di rispetto, i figli di questa città, secondo noi, lo meritano. Anzi, se proprio dobbiamo dirla tutta, l’indignazione che nasce dalla base, dalla gente comune e dai giovani, è molto più pericolosa per la mafia e per il potere politico-mafioso, perché non è controllabile.
Nonostante tutto ciò – e altro che dir sarebbe noioso – la manifestazione è stata un successo: lo è stata perché ha dato fastidio a chi di dovere. Ne sono prova gli atti vandalici compiuti nella notte di venerdì all’Istituto Magistrale e i volantini (quasi una rivendicazione) che, nel più classico stile mafioso, screditavano un testimone di giustizia e “sconsigliavano” la partecipazione all’iniziativa che lo aveva ospite. E siamo davvero senza parole davanti alla lettura dell’episodio data da qualcuno: non si tratta di un gesto politico compiuto contro noi comunisti, è semplicemente un avvertimento mafioso, tutto qua!
Quali sono le nostre conclusioni? Che anche se i mafiosi a Vibo sono in maggioranza – forti non tanto dei veri e propri “militanti”, quanto dei tanti che li temono o fanno affari con loro, che hanno ceduto alla paura e alla rassegnazione, che hanno smesso di credere nel futuro e nella giustizia e si genuflettono davanti a padrini e padroni – noi abbiamo iniziato e continueremo ad essere la loro spina nel fianco: perché ci crediamo. Non abbiamo paura di loro! E saremo sempre di più fino a quando non riusciremo a scacciarli dalla nostra terra.

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