venerdì 7 marzo 2008

Resoconto della II assemblea nazionale dell’Associazione Marxista Unità Comunista

Al lavoro per l’unità dei comunisti rivoluzionari


Lo scorso 1 marzo si è svolta, presso la coop. Cantieri Navali Megaride a Napoli, la seconda assemblea nazionale di UC.

Un passaggio necessario alla luce della importanza della fase politica e del difficile lavoro di unificazione delle forze comuniste cui la nostra associazione ha dato vita negli ultimi mesi insieme ad altre soggettività comuniste organizzate in diverse regioni d’Italia.

Un lavoro che può già vantare un primo ed importante traguardo: la nascita, nello scorso giugno 2007, del Coordinamento nazionale per l’Unità dei Comunisti (CUC).

In questi mesi abbiamo dato il nostro contributo, modesto quanto prezioso, e per lo più in quadro politico generale tutt’altro che in discesa, all’articolazione di alcune tra le più significative scadenze dell’opposizione sociale al governo di centrosinistra: dalla battaglia contro l’accordo-bidone del 23 luglio stipulato da Governo-Confindustria-Cgil-Cisl-Uil culminata nello sciopero generale del 9 novembre, all’opposizione alle guerre imperialiste, dal No alla base Dal Molin fino ad arrivare alle lotte contro l’emergenza rifiuti in Campania e alla denuncia degli omicidi bianchi e della repressione messa in atto dallo stato e dai padroni contro singoli compagni (vedi il caso di Michele Fabiani) o avanguardie operaie (come nel caso dei lavoratori Fiat a Melfi e Pomigliano d’Arco).

Nei prossimi mesi ci aspetta un compito di gran lunga più arduo: dar vita a un movimento politico che si proponga di costituire una nuova costituente comunista sul piano nazionale: questa per noi è la prima, necessaria tappa verso la ricostruzione di un nuovo Partito Comunista in Italia.

Come associazione Unità Comunista saremo fieri di mettere in piedi, col CUC e con altri (singoli, gruppi, associazioni, organizzazioni) quest’impresa tutt’altro che agevole, ma al tempo stesso di urgente e stringente necessità.

Dunque tutti i nostri sforzi saranno orientati nella direzione della ricomposizione delle forze migliori e più combattive all’interno del variegato panorama della sinistra di classe e comunista: senza questo sforzo, infatti, il nostro tentativo andrebbe ad aggiungersi al già sterminato elenco di micro-partitini comunisti autonominatisi tali per decreto, ma privi della benché minima rappresentatività all’interno della classe.

Ma UC non si scioglie, tuttaltro: continuiamo a mantenere la nostra identità, frutto di una storia quasi decennale, e con la nostra identità, le nostre idee e le nostre proposte contribuiremo alla costruzione della casa comune dei comunisti.

Ciò nella consapevolezza che l’identità rappresenta un valore aggiunto solo se è capace di dialettizzarsi con la complessità della classe e, dunque, di fare i conti con le diversità presenti nelle sue avanguardie; in caso contrario, i richiami identitari finiscono per ridursi ad un’inutile feticcio, uno sterile ed infantile esercizio di purezza “rivoluzionaria”, che lasciamo volentieri ad altri.

L’associazione a tutt’oggi risulta presente, seppur “a macchia di leopardo”, nelle province di Napoli, Vibo Valentia, Salerno, Pisa, Roma, Potenza, Ferrara, Trieste. In diverse altre località vi sono nuclei o gruppi di simpatizzanti.

E’ evidente che una UC più forte e organizzata è garanzia di una maggiore forza e organizzazione del CUC prima, del movimento poi.
D’altra parte, è altrettanto evidente come la fase attuale, caratterizzata da grande confusione e disorientamento in settori larghissimi di militanti comunisti, ivi compresi centinaia di militanti provenienti dalle fila della sinistra istituzionale, rende UC uno strumento insufficiente a soddisfare appieno la domanda di partecipazione e costruzione di iniziativa politica dal basso.

Per questa ragione abbiamo già nei fatti più volte in questi mesi operato una “cessione parziale di sovranità” a favore del CUC, e lo stesso faremo a favore del futuro movimento.
Il soggetto comune è infatti lo strumento prioritario per sviluppare l’iniziativa politica con immediata ricaduta di massa (campagne, assemblee pubbliche di movimento, appuntamenti di piazza, ecc.), lasciando ad UC invece il compito di continuare a sviluppare il versante maggiormente teorico, culturale e programmatico dell’iniziativa comunista: in primis la ripresa del lavoro di formazione seminariale lasciato incompiuto lo scorso anno per cause di forza maggiore.

Nel frattempo, individuiamo alcune priorità tematiche nell’iniziativa locale dei prossimi mesi:
• Presentazione all’esterno del nuovo movimento (Maggio-Giugno)
• Promozione della campagna contro la repressione nei luoghi di lavoro (primavera)
• Prosieguo della campagna a sostegno della scarcerazione di Michele Fabiani (Marzo-Aprile, e comunque da concordare con i compagni di Spoleto)
• Preparazione di una iniziativa sui temi del lavoro, del salario e del carovita (maggio-giugno, eventualmente anche in coincidenza con la presentazione del movimento).
• Organizzazione di seminari interni di carattere teorico-programmatico (in date e luoghi da definire).

Questione elettorale

Le prossime elezioni politiche vedono di fatto in campo due partiti-fotocopia (PD e PdL) e attorno una schiera di satelliti di destra, centro e “sinistra”. Particolarmente nefasto il ruolo giocato dalla sedicente sinistra arcobaleno, la quale, dopo essere stata la più convinta sostenitrice di Prodi, e dopo aver tentato fino allo sfinimento di elemosinare un accordo elettorale con Veltroni, ora tenta l’acrobazia di tornare ad accreditarsi come voce dell’alternativa. In realtà, e al di la dei tentativi bislacchi di Bertinotti di rispolverare una fraseologia “di sinistra”, questi avanzi veltroniani, nel mettere in soffitta anche il simbolo della falce e martello, compiono l’ultimo, estremo e solenne atto di genuflessione nei confronti della borghesia e delle compatibilità di sistema.

Alla sinistra dell’Arcobaleno, stiamo assistendo in queste settimane ad una proliferazione di liste comuniste ed anticapitaliste: PCL, Sinistra Critica, PdAC, CARC, ecc. Ciò riconferma come la strada verso la ricomposizione della sinistra di classe e comunista è ancora lunga e tortuosa: essa potrà avanzare solo attraverso la creazione di fronti unici dal basso, che partano dalle lotte e dalla materialità dello scontro di classe. Si tratta quindi di un impresa estremamente complessa, da costruire mattone dopo mattone.
Da almeno due anni assistiamo invece alla nascita di partiti per decreto, su iniziativa di qualche avanguardia, o peggio ancora partoriti ad hoc in prossimità di qualche scadenza elettorale.
Come associazione Unità Comunista, riteniamo questi tentativi errati, oltre che velleitari.

Alla luce di ciò, l’assemblea si è espressa all’unanimità per la non partecipazione al voto, seppur con sfumature diverse rispetto all’approccio da tenere in sede pubblica.
Mentre i compagni di Napoli evidenziano come nel capoluogo partenopeo vi siano le condizioni per una campagna astensionista di massa, i compagni delle altre città sottolineavano come nei loro territori l’operazione fosse decisamente più ostica.

Si è dunque deciso, ferma restando la comune cornice del non voto, di muoversi “cum grano salis”, ossia accentuando o temperando la campagna astensionista a seconda del contesto in cui ci troviamo ad operare.


Organizzazione

L’assemblea ha confermato il compagno Salvatore Ferraro presidente di UC. Si è inoltre eletto un direttivo di sette compagni con compiti di natura “operativa”:
Luigi Izzo, Peppe D’Alesio, Peppe Raiola (Emilia), Dario Parisi, Antonio Vitale (Lazio-Basilicata),Erwin Dorigo (Toscana), Nicola Iozzo (Calabria).
A norma di statuto, è stata anche nominata una commissione di garanzia, composta da Antonio Pellilli, Peppe Beni e Peppe Iannaccone.



Tesseramento

Il referente per la campagna di tesseramento è il compagno Izzo. L’assemblea ha stabilito di determinare l’importo delle quote-tessera in 20 euro (10 euro per disoccupati e studenti); per quanto concerne le realtà locali, ad esse andrà il 50% del ricavato delle quote-tessera.
L’orientamento dell’assemblea è quello di dar vita ad una campagna di tesseramento operata allo stesso tempo con apertura e discrezione: evitando dunque sia forme di selezione estrema (tipica dei gruppetti m-l), sia pratiche di tesseramento selvaggio ed indiscriminato “in stile-Rifondazione”.


Giornale

Si è stabilito di dar vita, entro la fine di marzo, a un foglio di 4 pagine con i seguenti articoli:
• Elezioni
• Caos rifiuti in Campania
• Questioni lavoro e contratti
• Articolo sulla vicenda di Michele Fabiani
• Varie ed eventuali su proposta delle singole realtà locali


I compagni sono dunque invitatati a far pervenire i loro eventuali contributi entro e non oltre il 28 marzo.



Napoli, 1 marzo 2008

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