martedì 5 maggio 2009

Il riscatto mancato

Per l’ennesima volta la classe politica non riesce a riscattarsi, a “niente” è valsa la catastrofe del 3/7/06 che ha aggravato una situazione già grave di suo. Abusivismo su abusivismo, indifferenza su indifferenza, malgoverno su malgoverno.

Cosi succede che un ordinanza del 05/04/07, redatta ad hoc dal consiglio dei ministri per l’alluvione, nella quale si chiedeva all’amministrazione comunale di attrezzarsi affinchè si potessero arrestare i rischi idrogeologici sul territorio, ed invitando le stesse amministrazioni a mantenere bassi coefficienti urbanistici, coefficienti che regolano la volumetria degli edifici in base alla posizione ed alle condizioni del territorio.
Il maxisequestro che ha interessato alcuni edifici in uno stato avanzato di costruzione tra Bivona e Vibo Marina - proprio in quest’ultima 2 edifici a 5 piani costruiti con concessione edilizia data dalla sezione urbanistica nel rispetto della Variante Karrer - è l’ennesima dimostrazione del riscatto mancato verso tutta la popolazione; ma anche se il Piano Versace è entrato in vigore sulla gazzetta ufficiale il 01/08/2007, l’Amministrazione poteva imporsi a monte del problema, accelerando, come promesso più volte in campagna elettorale, quando la popolazione aveva creduto che un’altra Vibo poteva davvero essere possibile, il varo del Piano Strutturale Comunale (PSC).
Proprio dopo quell’alluvione e dopo quell’ordinanza il PSC, ovviamente rivisto alla luce dell’alluvione, doveva diventare il fulcro della vita amministrativa comunale e fare in modo che, per es., non si potessero costruire edifici a 5 piani (che in ogni caso cozzano con l’intorno urbano) su una zona a rischio idrogeologico R3 e completamente allagata dopo l’alluvione.
Il PDCI non vuole trovare colpevoli – a quelli ci penserà la Magistratura – ma ripropone con forza l’attuazione di un nuovo PSC, ampliandolo ed arricchendolo con piani particolareggiati per la zona delle marinate, che ovviamente non potranno conservare i vecchi indici urbanistici anche alla luce della normativa citata sopra, e si appella all’etica politica di cui tanto si vantano i rappresentanti della giunta. A quest’ultima e al Sindaco Sammarco chiediamo non di indagare sulle colpe o di puntare il dito contro questo o quell’altro dirigente, ma nemmeno di giocare a scaricabarile… E’ passato quasi un mese dalla vicenda “Golden House”, e l’amministrazione comunale ancora tentenna sul dare risposte politiche, anzi ha ben pensato di sviare la discussione nell’ultimo consiglio comunale, portando in seno all’ordine nel giorno tre punti di carattere prettamente urbanistico, poi “fortunatamente” ritirati.
Nella speranza che la magistratura faccia il suo corso, proponiamo all’amministrazione comunale di ritornare sul nuovo PSC, che andrà portato alla conoscenza dei cittadini affinchè essi possano dare il loro contributo non con le solite passerelle organizzate a spese dei contribuenti (vedi VIBOFUTURA), ma con una reale partecipazione come succede nella maggior parte dei Comuni italiani, ed inoltre invitiamo l’amministrazione di rendere pubblico il piano in tutte le sue forme affinchè possa essere realmente arricchito e partecipato dalla popolazione, ad esempio il piano potrebbe essere pubblicato su internet, oggi la fonte principale di notizia e di ricerca; questa deve essere la priorità negli ultimi mesi di sopravvivenza della Giunta Sammarco, solo così la politica e la sua classe dirigente potrà riscattarsi.

Partito dei Comunisti Italiani –sezione Vibo Valentia

Nessun commento: